verdemura Lucca

VerdeMura a Lucca anche nel 2016. La città conferma la sua passione per la natura.

Noi di Villa Bernardini siamo sempre attenti a iniziative che riguardano la flora, un po’ perché innamorati della natura, un po’ perché siamo immersi in 8 ettari di verde donatoci da più di 350 specie vegetali diverse e un po’ perché la cura per il proprio giardino e la cura per un parco di svariati ettari è la stessa: servono tempo, dedizione, passione. Tutti elementi che fanno parte integrante della tradizione dei giardini toscani e della Lucchesia.

Dal 1 al 3 aprile Lucca, e noi con essa, da il benvenuto alla primavera ospitando la nona edizione di VerdeMura, la mostra dedicata al giardinaggio e alla botanica.

Sulle mura di Lucca 150 espositori per salutare la primavera

VerdeMura, come suggerisce il nome, si svolge sulle mura rinascimentali lucchesi, precisamente occupa lo spazio che va dal Baluardo s. Martino alla piattaforma di s. Frediano.

Più di 150 espositori animeranno la manifestazione, esponendo:

  • Piante
  • Fiori
  • Articoli per il giardinaggio
  • Articoli per l’orticoltura
  • Attrezzi
  • Macchine
  • Fertilizzanti
  • Arredi
  • Alimenti
Se vuoi passare qualche giorno immersi tra infiorescenze e bonsai, tra arbusti e ortaggi, tra utensili e impianti idrici questo è il posto che fa per te, ma non troverai solo questo: potrai visitare mostre a tema, assistere a eventi di divulgazione botanica e a dibattiti sulla cultura del verde.

Mostre ed eventi a tema botanico

La rassegna degli eventi collaterali alla mostra è ogni anno molto ricca, e anche questa volta non fa eccezione.

La ormai tradizionale mostra delle camelie, attentamente selezionate da Andrea Antongiovanni tra quelle presenti nei grandi giardini lucchesi, si arricchirà di tre nuove varietà cresciute nel vivaio Rhododendron a San Ginese di Compito.

Gli altri due protagonisti delle mostre tematiche saranno gli Agrumi e le Hepatica.

Agrumi e Camelie sono di casa in lucchesia, mentre le Hepatica nobilis, piccole ranuncolacee dai primaverili fiori blu/lilla, sono più diffuse nei sottoboschi del resto d’Italia e nei giardini inglesi e giapponesi.

Tavola rotonda sugli alberi nel contesto urbano.

Un evento da non perdere che si terrà nel pomeriggio di venerdì 1 aprile.

In quest’ambito Lucca ha sicuramente qualcosa da dire, vista la sua secolare esperienza (il cedro del Libano presente nell’Orto Botanico è del 1822) con piante di ogni tipo e con i vantaggi e le problematiche che esse portano. Soprattutto in un contesto particolare come quello lucchese, ricco di alberi monumentali, storici, presenti ovunque (dai viali alle mura) e bisognosi di costante manutenzione e cura.

Erba Volant, presentazione del libro

Sabato 2 aprile sarà presentata la ristampa di un altro libro: Erba volant. Imparare l’innovazione dalle piante, scritto da Renato Bruni, docente di Botanica all’Università di Parma.

Conoscere le Hepatica, presentazione del libro

Proprio alle Hepatica è dedicato un libro che sarà presentato nell’ambito di VerdeMura, domenica 3 aprile alle 12.00.

Si tratta di Conoscere e coltivare le Hepatica, scritto da Michael Dale Myers, agronomo e giardiniere inglese.

Il libro si segnala anche perché è il primo della serie I segreti della flora, nuova collana edita per i tipi della Maria Pacini Fazzi e nata dalla collaborazione tra l’editore, VerdeMura e Murabilia.

Le orchidee di Carlos Espejo a VerdeMura 2016

Un altro evento degno di nota è la presenza, per il secondo anno di fila, del vivaista brasiliano Carlos Espejo.

Per chi non lo sapesse, Espejo coltiva orchidee a San Paolo ed è uno dei massimi conoscitori delle Laelie rupicole.

Carlos esporrà a VerdeMura una varietà di Laelia purpurata, l’orchidea più diffusa fra i collezionisti brasiliani, che spicca per varietà e colori dei fiori.

Un’esperienza unica in un luogo speciale

VerdeMura offre ogni anno una singolare esperienza di contatto con il verde e con i professionisti che se ne occupano, ma siamo convinti che non avrebbe un simile effetto su chi la visita e la anima, se si svolgesse in un contesto diverso da quello offerto dalle mura cinquecentesche che, ancora intatte, fanno da cornice a Lucca.

Oltre alla meraviglia architettonica, le Mura offrono agli occhi e ai sensi di chi le visita, un esempio eccezionale di verde urbano che le altre città farebbero bene a conoscere e, per quanto possibile, imitare.

Sandra Bianchi - Pasticceria Angolo Dolce

Dolci nuziali buoni, belli, sani. La pasticceria de L’Angolo Dolce

Le nostre interviste continuano. Stavolta risponde alle nostre domande una Maestra della Pasticceria: Sandra Bianchi, titolare de L’Angolo Dolce.
La pasticceria di Sandra Bianchi si basa su pochi ma fermi principi: rispetto per le materie prime, qualità degli ingredienti, prodotto finale campione di gusto e bellezza. Con un occhio al benessere e alla salute dei clienti.
I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.
Logo Angolo Dolce

Da quanto tempo fai questo lavoro? Come hai iniziato?

Faccio questo lavoro da circa 27-28 anni. Sono autodidatta, nel senso che non ho fatto un percorso di studi canonico: ho fatto il liceo scientifico, un po’ di università, ma durante i periodi estivi ho sempre frequentato cucine di ristoranti e pasticcerie nelle quali mi dilettavo e cominciavo a introdurmi in quest’ambiente che mi ha appassionato.

Quando è stato il momento, ho deciso di abbandonare tutto e buttarmi, anima e corpo, in questa attività.

Hai vissuto molto in America, quanto questa esperienza ha segnato il tuo percorso lavorativo?

Io sono nata negli Stati Uniti, ho origini californiane. Lì ho parenti, tra cui mia sorella.
Pur non per periodi lunghissimi, ho frequentato spesso la California e in quelle occasioni ho avuto modo di fare delle esperienze lavorative. Mi fermavo per alcuni mesi e facevo esperienze, questo mi ha permesso di avere una conoscenza a tutto tondo della gastronomia e pasticceria anglosassone. Una pasticceria diversa dalla nostra, ma che, coniugata ai nostri sapori, produce risultati gradevoli.

Secondo te qual è la tua caratteristica principale?

Non saprei dirti una caratteristica in particolare; posso dirti che la mia ricerca principale è nella selezione delle materie prime, nella qualità Crema pasticceradel prodotto che poi vado ad assemblare, dei vari ingredienti che, essendo di per sé buoni, mi aiutano a creare con poca fatica e pochi ingredienti, dei dessert gustosi, particolari, diversi.
Non è un singolo elemento che mi distingue, è un insieme di cose che, messe insieme, mi rendono particolare.

 

Quanto è importante per te la scelta di un tema per un evento?

Ogni evento ha un tema, dall’allestimento floreale agli abiti indossati dagli ospiti.
Per esempio, abbiamo avuto un diciottesimo e il tema era Alice nel paese delle meraviglie; il tema non verteva soltanto sul dolce, ma coinvolgeva tutto l’allestimento.
Questo ti aiuta, perché ti consente di concentrare la tua fantasia su un argomento e svilupparla poi al massimo.

 

Quindi c’è uno studio dietro, una sperimentazione…

Sì, in genere tutte le creazioni sono cucite su misura sulle esigenze, sulle passioni, sulle caratteristiche di ciascun cliente.

 

Vengono da oltre oceano anche le mode nel campo delle torte nuziali?

Naked CakeAvendo una clientela abbastanza ampia, con clienti stranieri importanti, abbiamo un po’ di anticipazioni delle mode e siamo fortunati in questo.
Più di due anni fa, ad esempio, per il matrimonio della figlia di un cliente americano importante, abbiamo realizzato una torta di nozze che da noi comincia a essere di moda quest’anno: la Naked Cake, o Bohemian Chic.
Una torta nuda, senza la classica copertura di pasta zucchero e nessuna copertura di crema o panna.
Si vede la lavorazione, si distinguono i vari strati di cake inframmezzati dalle farciture. Si notano, quindi, vari colori: se c’è la vaniglia si avrà un colore chiaro, se invece si usa il pistacchio si avrà un colore verde… qualche anno fa abbiamo realizzato una torta completamente azzurra, perché il tema del matrimonio era il colore carta da zucchero.
Tutto, dagli invitati agli sposi, era carta da zucchero e la torta doveva essere uguale, sia all’interno che all’esterno.

 

Questo tipo di torta richiede una difficoltà maggiore nella preparazione?

Bisogna essere molto precisi, anche se l’essere una Naked Cake la rende imperfetta: per noi pasticceri la perfezione è la totale assenza di imprecisioni, la linearità… invece in questo caso, è come se fosse un lavoro incompiuto, ma in realtà è il suo bello.
Certo, bisogna essere precisi.

 

La tendenza 2016 che arriva dall’estero, vede preferire un ricco buffet di dolci alla wedding cake. Tu che ne pensi?

Mentre fino a qualche anno fa, la wedding cake a piani era l’unica scelta e più era grande più era spettacolare (torte monumentali venivano Torta Nuzialechiamate, avevano 7 o 9 piani).
Adesso si torna a una torta spogliata di ogni eccesso (che forse è anche più buona) e più contenuta nelle misure, proprio perché si ha il piacere di abbinare alla torta di nozze (scelta per il classico taglio da immortalare nelle foto), un mix di dessert diversi, sia nei gusti che nella presentazione.

 

Che tipo di dessert?

Tendenzialmente si offre:
  • una selezione di petit four (pasticcini più piccoli della media), in un assortimento da 7/10 gusti, perlomeno;
  • delle piccole monoporzioni, molto ridotte, di dessert a cucchiaio;
  • dolci che hanno una misura da 7-8 porzioni, in modo da offrire un vasto assortimento di gusto.

Petit FourSi passa quindi dal cioccolato alla frutta fresca, alla frutta secca, a qualsiasi gusto possibile, legato o no alla tradizione.
Gli stranieri, infatti, tendono più a scegliere un dolce della nostra tradizione, tipicamente toscano o italiano; gli italiani, invece, sono più aperti ad altre cose, perché ai nostri gusti siamo più abituati.

 

Cresce il numero di coppie straniere che sceglie l’Italia per celebrare il “grande giorno”. La tua clientela è più italiana o straniera? Cosa richiede, in particolare?

Ho una clientela mista.
Gli stranieri hanno una predilezione per dessert tipici italiani, anche se a volte gradiscono cose un po’ più particolari. Scelgono quindi, il dolce nuziale particolare, riservando la tradizione alla scelta del buffet.
Gli italiani sono forse più ancorati alla tradizione, anche se qualcuno comincia a fare scelte più “moderne”, ma alla fine c’è sempre richiesta della wedding cake rivestita con la pasta di zucchero, molto classica e rifinita.

 

Ti ricordi di una richiesta “insolita”? Ce la racconti?

Sicuramente quella torta in color carta da zucchero che ti dicevo prima, perché non è un colore naturale nella pasticceria.
Realizzarla è stata un’impresa, perché abbiamo dovuto aggiungere dei coloranti, scegliendoli fra quelli naturali, e abbiamo dovuto far fronte al giallo tipico delle uova, che era difficile far diventare azzurro.

 

Quanto tempo ci vuole per una torta del genere?

Ci vogliono giorni, perché abbiamo tempi tecnici di riposo e di preparazione delle creme, che deve essere stabili: quando andiamo a montare la torta, abbiamo bisogno di una crema che ci consenta di sostenere il peso dei piani.
Con questi nuovi dolci, che sono tutti “a vista”, c’è bisogno di una crema abbastanza strutturata.
Io non amo le creme al burro, quindi le evito a meno che non sia una richiesta specifica del cliente, ma io le trovo troppo pesanti. SoprattuttoDolce ai Frutti di Bosco d’estate, con temperature alte.
Dal momento della consegna al momento del taglio, tra foto e allestimenti, passa minimo un’ora e mezza. Anche se la maggior parte dei matrimoni estivi si svolgono di sera, le temperature sono alte e bisogna tenerne conto.
Io difficilmente accontento un cliente che mi chiede una torta ricoperta di panna, proprio perché la panna fresca mal si concilia con le alte temperature, anche riguardo l’estetica: quando la panna comincia a smontarsi a causa del calore, il dolce cambia fisionomia e non è più quello che abbiamo preparato.
Sta a noi proporre una cosa realizzabile perché il cliente spesso non conosce i limiti tecnici legati agli ingredienti e all’ambiente, del resto non è il suo lavoro. Io allora cerco di accontentarlo realizzando la sua idea di torta, ma rendendola realizzabile con delle ragionevoli alternative.

 

Per realizzare quelle che sono, a mio avviso, delle opere d’arte, ti affidi a collaboratori?

Sì, in laboratorio ho formato un’equipe che lavora insieme da qualche anno. Realizziamo tutto, dalle basi al montaggio finale.
A volte, ci occupiamo anche della consegna, soprattutto se si tratta di lunghi percorsi: la paura è sempre quella di vedere la tua creazione sciupata da un viaggio frettoloso e poco sicuro.

 

Qual è l’elemento fondamentale che non può mancare nella tua cucina?

Dolce agli AgrumiL’elemento fondamentale è il benessere. E il gusto, ovviamente.
Fino a qualche anno si pensava che il dolce, o anche un piatto di gastronomia, dovesse essere bello e buono. La presentazione e il gusto erano gli unici elementi importanti, dato che si mangia anche con gli occhi.
Negli ultimi anni, pensiamo molto anche al benessere che si offre ai nostri clienti.
Credo che la nostra salute dipenda molto da quello che mangiamo, quindi la mia ricerca è finalizzata a creare un prodotto che sia buono, bello e che faccia bene o, perlomeno, che non faccia male.
Un piatto che, quando lo hai finito, non ti lasci appesantito, ma nemmeno affamato.
Che abbia il giusto equilibrio, quindi, tra gusto e benessere.

 

Sperimenti gusti e accostamenti nuovi, anche con un’attenzione particolare a chi soffre di intolleranze alimentari, giusto?

Mai come in questi ultimi anni si è verificato una richiesta particolare di prodotti senza latte, uova, grano, glutine e la richiesta è diventata Wedding Cakemolto ampia.
Quindi, per passione e interesse nella ricerca del benessere, ho cercato soluzioni alternative per realizzare le basi della pasticceria in modo salutare e non solo salutistico.
Sperimento nuove materie prime, nuovi ingredienti, nuovi accostamenti, in modo da creare nuove sinergie che facciano anche bene.
La curcuma col pepe, per esempio, sono ingredienti di alcuni miei prodotti, oppure evito di usare la caseina, quindi i prodotti a base di latte, quando faccio il cioccolato. In questo modo i polifenoli presenti nel cacao sono immediatamente disponibili al nostro organismo.
Facciamo anche abbinamenti insoliti con i fiori e con gli infusi; quello che la natura ci offre cerchiamo di sfruttarlo.
Per chi ha intolleranze è una sofferenza non poter mangiare perché non c’è un’offerta di cibi adatti.
Non dico che può esserci l’assortimento disponibile a chi non ha problemi alimentari, ma offrire una valida alternativa è possibile e fa bene al cuore.
Purtroppo l’offerta non è ancora ampia nei locali, sia per problemi organizzativi sia per limiti imposti dalla burocrazia.

 

Quanto la tua attività è facilitata dalla pubblicità sui social network? Ti piacciono?

Penso siano molto utili, ci dovremo sempre più abituare a usarli.
Io non ho una grande predisposizione né passione per i social network e la tecnologia, però mi rendo conto che è un mezzo quasi indispensabile, oggigiorno, quindi ci dobbiamo adeguare.
Io mi sforzo, ma con tempi molto lunghi rispetto ai giovani.
Dato che dobbiamo rivolgerci principalmente a loro, ci dobbiamo adeguare.
Io ho la fissazione della fotografia perfetta, fatta sul dessert perfetto… di fatto, i giovani mi dicono che non importa, che è il primo impatto quello che conta…

 

I tuoi clienti arrivano da te con foto di torte già viste?

Dal punto di vista estetico, molte spose arrivano con una cartella di foto enorme dalla quale hanno selezionato quelle che preferiscono.Dolci Nuziali
Sulla base di quelle, andiamo a costruire la loro torta, che spesso è un mix di più dolci che hanno visto su Instagram o Pinterest.
Il dolce piace, magari per un dettaglio, ma poi va contestualizzato con resto dell’evento: dev’essere in linea con gli addobbi o con il tema dell’evento.
Molto spesso facciamo un compromesso.
Fondamentale, poi, è il gusto: spesso arrivano coppie con foto di dolci molto belli, tutti decorati con la glassa e mi dicono che lo vogliono senza glassa.
Noi, a questo punto, non possiamo pensare di realizzare proprio quel dolce. Sarà una cosa diversa, certo non peggiore, ma diversa.

 

Il Croquembouche è un tipo di torta diversa: hai richiesta?

CroquenboucheÈ un dolce molto bello esteticamente, molto difficile da realizzare. Non mi viene richiesto spesso, in questi anni ne ho fatti 2 o 3 forse perché non è molto conosciuto qui da noi.
Alcuni sono consigliati dai genitori che lo hanno avuto come dolce di nozze, altri ne hanno un ricordo legato all’infanzia o a un viaggio, magari in Francia.
Ha i suoi problemi di realizzazione perché il caramello è molto sensibile alla temperatura e all’umidità.
Richiede molto tempo e molta attenzione per evitare le ustioni, però è molto bello.
È abbastanza facile da servire: si sporziona e non si taglia, perché è formato da tanti bignè legati insieme dal caramello che, una volta raffreddato, fa da struttura portante, come se fosse un intonaco che ricopre i “mattoncini” che sono i bignè farciti.
Ne abbiamo creato uno da poco, per un quarantesimo.
Il Croquembuoche classico è fatto a piramide, ma non necessariamente deve avere quella forma. Adesso lo proponiamo anche in versioni diverse.

 

Quanto sei golosa, Sandra? Assaggi tutto?

Sì, sono golosa. Amo soprattutto il cioccolato fondente, non posso stare senza; ogni giorno devo mangiarne la mia dose. A volte eccedo anche un po’, ma ci vuole.
Un’altra cosa che mi piace molto, ma che non mangio sempre, è la Apple Pie, il dolce di Nonna Papera con la mela. La mela e la cannella sono due ingredienti che adoro.
Non assaggio tutto, perché la pasticceria è scienza, matematica, quindi una volta che abbiamo realizzato la ricetta, l’abbiamo messa a punto, testata, provata e riprovata, quando abbiamo deciso che in quel modo è giusta, noi calcoliamo ogni volta la stessa quantità di ogni ingrediente, quindi il risultato diventa standardizzato.
Abbiamo la fortuna che, in pasticceria, il risultato cambia se cambi gli ingredienti o i quantitativi degli ingredienti. Questo ci facilita, perché sicuramente otterremo l’identico risultato attenendoci alle dosi.
Ovviamente bisogna fare attenzione a che l’ingrediente sia sempre uguale.Torta di mele
Quindi, non assaggio ogni giorno tutto, sarebbe impossibile. Abbiamo talmente tanti articoli che non passerei più dalle porte…
È però vero che, con una certa frequenza, tendo ad assaggiare tutto, più che altro per rinnovare il mio gusto. Dobbiamo esercitarci a mantenere un equilibrio e a mantenere il nostro gusto sempre attivo.

 

Segui il gusto e le richieste della clientela?

Sì, ci sono dei prodotti che capisci che vanno di più. Noi abbiamo la fortuna di produrre quasi tutto anche in versione mignon, quindi possiamo far testare il prodotto al cliente.
Una persona che avrebbe la curiosità di gustare la variante di un dolce, magari cambiando alcuni ingredienti, potrebbe rimanere intimorito di fronte a una torta già pronta che potrebbe non piacere a tutti.
In questo caso, gli facciamo assaggiare un pasticcino, in modo che il cliente riesca a capire se gli piace o no. Così facendo, possiamo anche avere un’idea abbastanza precisa dei dolci che vanno di più e che dobbiamo produrre in maggior quantità.

 

Bene, grazie per questa piacevolissima chiacchierata e buon lavoro a Sandra Bianchi, titolare della Pasticceria L’Angolo Dolce.

Team Building a Villa Bernardini

Team Building in Villa

Il Team Building permette l’emersione spontanea di soluzioni a criticità e problematiche aziendali.

Il lavoro è stressante, ti sottopone ogni giorno a mille sfide, a forti pressioni, a un continuo logorio dei nervi.
Lavorare in squadra rischia di moltiplicare ansie e problemi.

Lo hai notato anche tu, no? I tuoi collaboratori si evitano, non si parlano, si rimbalzano responsabilità e colpe, si guardano in cagnesco…

Tutto ciò, oltre che avvelenare il clima sul posto di lavoro, causa cali di rendimento, mancata comunicazioni tra i reparti, aumento di spesa e, ultimo ma non ultimo, l’esaurimento della tua pazienza.

Come risolvere il problema senza ricorrere a severe punizioni corporali (illegali oltre che inutili)?
Una delle soluzioni più efficace si chiama Team Building.

Si tratta, in breve, di una serie di attività che coinvolgono tutta la tua squadra, tese ad appianare le divergenze, valorizzare i punti in comune, costruire un rapporto di collaborazione tra le singolarità, a sviluppare un senso di appartenenza. A costruire, insomma, un gruppo di lavoro.

Col Team Building imparare a fare squadra può essere piacevole

Tu e i tuoi collaboratori potrete imparare a “fare squadra” con pratiche divertenti ed efficaci. Sì, perché il Team Building è tanto più efficace quanto più è svolto con piacere dai partecipanti. Essi devono divertirsi, non sentirsi oppressi dal dovere di collaborare coi colleghi.
L’idea è quindi, di affrontare le dinamiche di relazione professionale e di comunicazione, creando un ambiente amichevole, fuori dal luogo di lavoro.

Il Team Building è seguito da un istruttore professionista, il coach, che redige il programma, sceglie le attività, ne controlla lo svolgimento e relaziona sui risultati.
Insieme al coach, dovrai stabilire gli obiettivi che vuoi raggiungere grazie al Team Building.

Devi anche stabilire:

  • il budget necessario al successo dell’iniziativa, tenendo conto che gli eventi all’aperto costano mediamente di più di quelli al chiuso;
  • il periodo più adatto per l’iniziativa, meglio se la organizzi in orario d’ufficio: i tuoi colleghi apprezzeranno;
  • le attività che i partecipanti dovranno fare durante l’evento: sfide a squadre, prove di cucina, rafting, tiro con l’arco ecc.

Durante il periodo del Team Building, tutti i partecipanti si danno del tu ed eliminano titoli e gerarchie, il principio è che si parte tutti alla pari, tutti insieme. E insieme si arriva al traguardo.

Coloro che presentano maggiori criticità vanno messi insieme, spinti a collaborare, a socializzare, ad appianare le divergenze.

Alcuni giorni dopo la fine dell’evento, ogni partecipante ti fornirà un parere, anonimo ovviamente, sull’evento: cosa ha funzionato, cosa si può migliorare, a cosa gli è stato utile ecc.

Le attività che si possono svolgere durante il Team Building sono molteplici:

  • rafting,
  • orienteering,
  • caccia al tesoro,
  • prove di cucina,
  • cena con delitto,
  • performance teatrali,
  • workshop,
  • artigianato,
  • quiz,
  • karaoke.

Funziona molto bene il mix tra attività di gruppo e prove individuali.

Qualunque sia la scelta delle attività, è fondamentale che sia tesa all’obiettivo che ti sei posto all’inizio e che è il motivo dell’organizzazione dell’evento.

Le attività di Team Building si possono svolgere al chiuso (indoor) o all’aperto (outdoor) a seconda delle esigenze e del budget a disposizione.

Villa Bernardini è attrezzata per entrambe le possibilità disponendo di un parco di 8 ettari e di sale proiezioni, cucine e salette da utilizzare per varie attività.

Matrimoni Festile

Matrimoni tra fantasia ed empatia. Il modus Festile.

Proseguiamo la nostra serie di interviste con David Morelli, wedding planner di provata fama, titolare dell’agenzia Festile.
David si è generosamente aperto alle nostre domande, rivelandoci molti dei retroscena tipici dell’organizzazione di matrimoni.
Leggendo questa intervista capiamo quanto sia complessa la realizzazione di cerimonie nuziali fantasiose e articolare come quelle che così bene riescono a David e alla sua Festile.

I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Festile Logo

Qual è stato il tuo percorso lavorativo? Da quanto tempo fai questo lavoro?

Ufficialmente sono Wedding Planner da quasi 5 anni (ho iniziato nella primavera del 2011), ma ho fatto una lunga gavetta, con matrimoni e feste di compleanno di amici, fin dal 1997. Il matrimonio mi ha sempre affascinato, fin da giovane. Ho cominciato seguendo la cerimonia iniziale, dato che avevo esperienza in riti liturgici perché cantavo in un coro parrocchiale.

Il mio primo impegno è stato al matrimonio di un’amica che aveva bisogno aiuto per scegliere i canti, curare il libretto della messa, gestire e coordinare i lettori durante la cerimonia…
C’è stato poi un passaparola tra amici i quali, subito dopo aver informato i genitori, mi chiamavano per dare una mano anche al loro matrimonio. Sono un autodidatta, non ho fatto corsi specifici, ma una lunga gavetta direttamente sul campo.
Ho anche lavorato per tanti anni in locali e ristoranti, per cui ho acquisito gli elementi fondamentali della mise en place e del servizio.
Gli amici ai quali ho curato i matrimoni erano molto contenti di me e mi hanno sempre incoraggiato sostenendo che ero molto bravo e che questa era la mia strada.
Dopo molte riflessioni, ho deciso di dar loro retta e mi sono buttato.

Secondo te, qual è la caratteristica che ti distingue nel lavoro?Matrimoni Festile

Mi riesce molto facile entrare in empatia con le persone, di qualunque tipologia. Poi, la grande passione e cura in tutto ciò che faccio.

Ti avvali di collaboratori?

Ho un discreto staff di collaboratori che si muovono in base alle mie linee guida: grafici, scenografi, tipografi… mi avvalgo anche di costumisti quando la situazione lo richiede, per esempio in cerimonie a tema o che richiedono un’animazione “teatrale”.
A questo proposito, devo sottolineare un’esperienza fondamentale, che mi ha permesso di fare questo lavoro nel modo in cui lo faccio: il lavoro di anni al teatro pucciniano.
Studiare il “dietro le quinte” è stato importante perché il matrimonio è una grande messa in scena. Devi far convivere tante persone che lavorano dietro le quinte, in silenzio, invisibili, il cui coordinamento è importante perché tutto possa riuscire nel migliore dei modi.
Anche gli studi universitari (Storia del cinema e del teatro) mi hanno lasciato qualcosa che oggi riverso nel mio lavoro.

A proposito di teatralità, quest’anno hai allestito a Villa Bernardini un matrimonio che è stato trasmesso su Sky durante la prima puntata della trasmissione “Quattro matrimoni in Italia”. Il tema era Alice nel paese delle meraviglie: come è nato questo progetto? Gli sposi avevano già un’idea del tema?

È stata una grande avventura questo matrimonio. Gli sposi sono arrivati a me tramite conoscenze comuni e avevano già l’idea di questo tema. Era una cosa cui tenevano molto, soprattutto la versione della storia realizzata da Tim Burton.

Io ho creato su misura un progetto da sviluppare a partire dalla location: Villa Bernardini, il cui Teatro di Verzura si prestava magnificamente per diventare il giardino della Regina di cuori.

Abbiamo sviluppato tutta una serie di “momenti”, in villa celebravamo anche il rito civile, e l’idea era di fare un matrimonio decisamente fuori dagli schemi. Proprio come sono gli sposi. A me piace molto “cucire” gli eventi che creo, addosso alle persone che mi commissionano il lavoro. Credo sia uno degli elementi che ci caratterizza di più. Non mi piacciono i matrimoni fatti su scala industriale, tutti uguali, già visti, standard, noiosi… le cose banali preferiamo farle organizzare ad altri.
Molte delle persone che collaborano con me, fotografi, DJ e altro, spesso mi dicono che ai matrimoni organizzati da me non ci si annoia, c’è sempre una bella atmosfera.
Noi siamo bravi a creare un mood piacevole.
Nel caso di Alice in Wonderland, abbiamo creato i personaggi principali della storia, che avevano costumi e trucchi molto particolari, i quali entravano in scena in vari momenti della festa e interagivano con gli invitati.
Abbiamo studiato una colonna sonora ad hoc e un allestimento di un certo impatto in modo che l’elemento surreale di Alice fosse ben presente nell’allestimento e in tutto lo sviluppo della festa.

Quanto tempo hai impiegato a organizzare questo evento? Ci sono state più difficoltà rispetto ad altri matrimoni che hai organizzato?

Questo matrimonio ha richiesto una preparazione di 10 mesi. Una preparazione decisamente più lunga di quelle che solitamente ci troviamo ad affrontare.
La struttura della festa, così come l’avevamo costruita, era piuttosto complessa: succedevano tante cose, si susseguivano tanti avvenimenti, c’erano tanti personaggi…
La difficoltà è aumentata a causa della presenza delle telecamere di un programma televisivo. Chiaramente il programma ha esigenze e richieste specifiche: la presenza di una troupe, la presenza delle concorrenti del programma,
Abbiamo cercato di non snaturare il matrimonio facendo in modo, allo stesso tempo, che le esigenze di tutti fossero soddisfatte. In primis, ovviamente, quelle degli sposi e dei loro invitati.

Quanto è importante per te che venga scelto un tema per un evento? Lo prediligi?

Sicuramente la presenza di un tema aiuta a rendere l’evento più particolare, più caratteristico; aiuta nel dargli un’anima e un carattere ben preciso.
Chiaramente non organizziamo solo matrimoni a tema.
Ci è capitato di organizzare matrimoni dove bisognava creare un’atmosfera, o dove c’era un mood o un filo conduttore che teneva unite tutte le cose che noi curavamo.
Noi ci occupiamo spesso di creare le partecipazioni, e già dall’invito si deve capire il tipo di evento, che sia un matrimonio o un compleanno.
L’invitato che apre la partecipazione riceve un messaggio che poi trova declinato in tanti modi: dai tableau ai menu, dagli allestimenti alle musiche.
Effettivamente, è come un grande spettacolo di cui curi tanti dettagli e io sono uno che cura i dettagli in modo davvero maniacale.
Insomma, sicuramente il tema permette di fare cose particolari, che escono dagli schemi classici.

Allestimenti del genere hanno un costo più elevato rispetto a quelli di una cerimonia, diciamo così, standard?

Matrimonio in stile Alice in WonderlandHanno costi leggermente superiori, ma non così alti come si potrebbe pensare.
Poi, noi siamo piuttosto bravi nel cercare di far quadrare il budget.
Spesso, infatti, dove scarseggia la risorsa economica, può sopperire la creatività la quale viene sempre stimolata da situazioni di difficoltà.
A volte devi inventarti soluzioni alternative, innovative per rispettare i limiti di spesa.

Continua a crescere il numero di coppie straniere che sceglie l’Italia per celebrare il “grande giorno”. La vostra clientela è più italiana o straniera? Che differenza c’è? Gli stranieri spendono di più?

La mia esperienza con gli stranieri è limitata a delle feste di compleanno. Gli stranieri hanno sicuramente budget più alti rispetto agli sposi italiani. La capacità di spesa più elevata, per contro, comporta richieste di ben altro tipo. Spesso partono dal presupposto che, proprio perché possono spendere grandi somme, sia possibile fare di tutto.
Un altro problema con gli stranieri, è che a volte ti trovi a gestire l’organizzazione di eventi con tempi piuttosto ristretti.
Però hanno sicuramente un approccio all’evento e alla festa molto diverso da quello degli italiani.

I tuoi clienti, sia stranieri che italiani, arrivano già con un’idea precisa o sei tu che veicoli e chiarisci certe idee, magari un po’ confuse?

Il più delle volte i miei clienti arrivano senza un’idea precisa di evento, dandomi solo dei paletti.
A me piace molto ascoltarli, farli parlare a ruota libera, perché loro si raccontano e, anche se non credono di averti dato grandi informazioni, dal confronto tra i due sposi e dalla chiacchierata informale, io riesco a trarre informazioni. Proprio grazie a queste e alle passioni che loro dichiarano di avere, io riesco a creare un progetto.
Esso non è necessariamente in linea con ciò che mi hanno raccontato gli sposi o con quello che loro si aspettano: mi è capitato di organizzare un matrimonio a tema “Opera Lirica”, in special modo riguardante Puccini e la sua opera, per sposi che non erano neanche dei melomani. Erano però in cerca di qualcosa di particolare, di raffinato, di molto curato; abbiamo allora messo in piedi un matrimonio fuori dagli schemi, che si richiamava a tante opere di Puccini, anche se nel finale, per la wedding cake, entrava in scena Verdi.
Chiaramente abbiamo prestato grande attenzione alla colonna sonora, in gran parte ispirata alle arie più celebri di Puccini, e c’erano anche in questo caso, personaggi ispirati alle eroine pucciniane che interagivano con gli invitati.
Abbiamo trovato un soprano che, durante la cena, intervallava i momenti conviviali con arie celebri, con un maestro che suonava il pianoforte, creando un’atmosfera molto bella. Credo abbia colpito anche chi non è un appassionato di Puccini o dell’opera lirica, perché era un’atmosfera molto particolare, molto elegante.
Ci è anche successo di incontrare sposi che avevano idee di un certo tipo e di convincerli a fare altrimenti, perché la loro idea non aveva niente a che fare con la location che avevano scelto. Ci saremmo trovati a far convivere un country chic in una villa super elegante. L’impresa era far capire a loro che si poteva prendere un’altra strada.

Ti ricordi di una richiesta “insolita” o difficile da realizzare? Ce la racconti?

Matrimonio Festile a Villa Bernardini-01Mi è capitato che il padre della sposa mi richiedesse un intrattenimento e un’atmosfera particolari perché voleva sorprendere gli sposi. Il tema era il country chic e, prima dell’aperitivo, noi abbiamo allestito all’ingresso della location, una specie di fiera paesana.
C’erano 150 ombrellini appesi agli alberi, le bancarelline del cocomero, della limonata fresca, delle granite… c’era un teatrino di artisti di strada che interpretavano le canzoni di Capossela (un artista molto caro agli sposi), vari tipi di intrattenimento e, essendo un matrimonio country chic, c’erano anche tante balle di paglia, bancali e coperte di cotone sopra le balle.
Insomma, eravamo riusciti a creare un’atmosfera molto divertente. Il colpo di scena avveniva all’arrivo degli sposi che, senza saperlo, venivano accolti da una marching band che li accompagnava, suonando all’impazzata, sotto il viale su cui erano sospesi gli ombrellini, fino all’aperitivo.
Dopo questo inizio decisamente fuori dagli schemi, si entrava in uno schema un po’ più classico, anche se in seguito le sorprese non sono mancate.

Quali sono le tendenze degli ultimi anni in fatto di allestimenti? Cosa richiedono maggiormente i vostri clienti?

Premetto che non sono un grande amante delle mode, ma davanti a una richiesta specifica mi adeguo.

Mi piace caratterizzare l’evento; le mode e le tendenze mi piace reinterpretarle.

Da qualche anno vanno molto Il country chic, lo shabby chic e il provenzale, quindi ci capita spesso di avere richieste di eventi con quello stile.
La nostra caratteristica è di prendere gli elementi tipici di queste mode e di farli propri, di personalizzarli e renderli più particolari.

Sul tuo sito c’è la sezione Bon Ton Blog, come mai hai scelto questo nome? Oggi più di ieri c’è bisogno di lezioni di Bon Ton?

Il Bon Ton blog è nato pensando agli invitati. Negli anni mi è capitato spesso di incontrare, a matrimoni che organizzavo, persone che non avevano capito cosa andavano a fare. Non davano nessuna importanza alla forma e io sono dell’idea che la forma sia sostanza. Quando mi sento dire “io al matrimonio mi vesto come mi sento”, io scuoto la testa, perché è una strada pericolosa.
Quando mi è possibile mi piace dare consigli sul dress code, o far capire che esiste un dress code, un look da adottare, che sia un look integrale o un semplice accessorio da indossare.
Così facendo do un messaggio preciso agli invitati, in un certo senso li aiuto.
Poi, non è solo una questione di look; di bon ton c’è bisogno. Faccio un esempio, durante la celebrazione in chiesa, al momento del sì, senti suonare i cellulari. Secondo me, è una cosa tremenda.
Significa che non hai capito l’importanza di quel momento o di quel momento ti importa relativamente. In ogni caso, se non vuoi silenziare il telefono, puoi tranquillamente uscire; possibilmente non fermandoti a parlare all’ingresso della chiesa perché ti sentiamo.

Qual è l’elemento fondamentale che non può mancare per la buona riuscita di un evento?

Un ingrediente solo non credo si possa individuare, ce n’è una serie. Intanto comincio dal non snaturarsi, non trasformarsi quel giorno in qualcosa che non si è. Parlo degli sposi, dell’atmosfera che creano intorno a sé e al tipo di evento che organizzano.
Quando ti snaturi i risultati non sono belli: sposi che quel giorno indossano tacchi vertiginosi o coroncine principesche… sono cose che non mi piacciono.

Come si fa a consigliare una futura sposa senza creare un conflitto?

È una cosa delicata, perché il conflitto rischia di estendersi anche alla mamma e alla suocera. Si prende da parte la sposa, le si parla con calma, cercando di farle capire che la coroncina, magari la po’ togliere senza che le manchi qualcosa; che anziché aggiungere, forse è meglio sottrarre.

Dipende dall’età degli sposi? O per seguire le mode?

Io credo dipenda molto dalle mode e dall’influenza dei media. Si tende sempre a fare troppo. Nonostante io organizzi matrimoni a tema, quindi mi piace fare cose spettacolari, ho sempre ben presente il limite da non superare. Perché è vero che è una grande messa in scena, ma è pur sempre un matrimonio. Il buon gusto e la consapevolezza di ciò che si fa sono importanti.

È più difficile organizzare matrimoni con tante persone o anche un evento piccolo può avere problematiche?

Ogni evento ha le sue difficoltà. Dipende molto dal tipo di evento che vuoi mettere in piedi, da come si sviluppa, dalla location, dall’obiettivo che si pongono gli sposi o i festeggiati. Quest’estate ho organizzato una festa di compleanno per un signore straniero che compiva 60 anni. Ti posso assicurare che l’organizzazione è stata molto più faticosa di quella di molti eventi apparentemente più impegnativi.
In questo caso si trattava di circa 60 persone e avevo uno staff più numeroso degli ospiti.
Coordinare le esigenze di tutti è complesso, ci vuole molta attenzione e molto rispetto per le professionalità che chiami a collaborare con te.
Ognuno ha i suoi tempi, le sue idee, le sue esigenze e far suonare in modo armonioso questa grande orchestra non è così semplice.

Il nome FeStile da dove nasce? È un acronimo?

Possiamo definirlo un acronimo. Quando cercavo un nome per la mia attività, organizzai un sondaggio sulla mia pagina Facebook, chiedendo agli amici cosa ne pensassero di alcuni nomi che mi piacevano. Me li hanno bocciati tutti.
Mi piaceva qualcosa che richiamasse l’idea della festa; una festa che avesse un carattere, uno stile ben preciso. Mi piaceva anche che avesse echi latineggianti, quindi nacque quasi per caso, FeStile.

Quanto la tua attività è facilitata dalla pubblicità sui social network? Ti piacciono?

Non sono estremamente tecnologico, i social network li usavo soprattutto per divertimento, per svago. Poi mi è stato fatto capire che per la mia attività erano molto importanti perché ti permettevano di avere una visibilità non indifferente.
Io ho fatto anche tanto fiere dedicate agli sposi e la difficoltà che avevo in fiera era di far capire a una persona che passava dal tuo stand magari per 10 secondi, cosa ti differenziava dagli altri.
Invece un social network come Facebook o Instagram, ti permette con uno scatto, di avere grande visibilità e di essere più conosciuto grazie alla forza dell’immagine. Quindi mi sono dovuto adeguare: mi è stato detto più volte di essere poco social, in questi mesi mi sono dato da fare per esserlo di più. Ho prestato molta più attenzione ai contenuti che postavo e al tipo d’immagine.
Ogni immagine comunica molto, cattura l’attenzione e chi la vede ti contatta. Ti chiede informazioni: a proposito dl matrimonio con gli ombrellini sospesi, molti mi chiedevano se fosse un’istallazione di arte contemporanea.

Naked Cake

La torta nuziale nel 2016

La torta nuziale nella tradizione

In un matrimonio niente può essere lasciato al caso. Dall’abito della sposa al vestito dello sposo, dai fiori al catering, dalle decorazioni ai fuochi artificiali, niente deve essere trascurato per raggiungere la realizzazione dell’evento come lo si è sempre sognato.

Uno degli aspetti fondamentali per il successo dell’evento è sicuramente la torta nuziale.

Fin dall’antichità si è attribuito un alto valore simbolico alla torna nuziale, tanto che non è mai stato considerato un semplice dolce.

Gli antichi romani lo consideravano un simbolo di fertilità, un augurio per tanti figli sani.

Nel Medioevo la torta ideale era alta, altissima. Più era alta, più erano le persone che volevano bene agli sposi. Già, perché il dolce nuziale, allora, lo portavano gli ospiti: ognuno portava un dolce, poi questi venivano uniti in un’enorme torre oltre la quale gli sposi si sporgevano, ognuno da un lato, per scambiarsi un bacio.

Più era alta la torre più difficile era baciarsi, ma si aveva la anche la piena testimonianza dell’apprezzamento di cui godevano gli sposi e le loro famiglie.

C’è da dire che il dolce nuziale non è sempre stato quel complicato ed elegantissimo insieme di ingredienti e colori che siamo abituati a vedere oggi: pensa che il 1600 inglese è stato il secolo delle “crostate”, le famose “Bride’s pie”.

Quella che consideriamo la tradizionale torta nuziale, quella ricoperta da una candida glassa bianca, per intenderci, non è arrivata che nel 1800 come simbolo, non solo di purezza, ma di ricchezza. Lo zucchero era un bene di lusso a quel tempo e più la torta ne era ricca più le famiglie degli sposi erano abbienti.

Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 si diffuse la torta a piani, quella comunemente usata ai matrimoni ancora oggi. E sempre in quel periodo si diffuse l’usanza del taglio della prima fetta da parte di entrambi gli sposi insieme, come ulteriore prova dell’impegno appena assunto.

Una storia lunga e varia quella del dolce nuziale, ricca di evoluzioni e cambiamenti, ma sempre con una caratteristica immutabile: il simbolismo.

La torta è mai stata solo la fine del luculliano pasto matrimoniale e non lo sarà nemmeno al tuo matrimonio. Ecco perché sappiamo che non ne trascurerai la realizzazione ed ecco perché ci permettiamo di suggerirti qualche idea.

Lo stile della torta nuziale si evolve nel tempo

Se un tempo lo zucchero era l’elemento chiave che decideva la qualità della torta, oggi si punta su tre fattori: il sapore, la qualità degli ingredienti e il look.

I mastri pasticceri fanno a gara per inventare sempre nuove fantasie di sapori e colori, a volte innovando nel solco della tradizione, altre sconvolgendo tutto e inventando strade completamente nuove.

Una tendenza che ha preso piede negli ultimi anni viene dagli Stati Uniti, ma riprende una tradizione abbandonata con l’avvento dello zucchero e delle glasse. Si tratta della Torta Nuda, la “Naked Cake”, per usare la vulgata anglosassone tanto di moda.

Un ritrovato gusto alla verità, all’essenzialità, porta a matrimoni dal sapore agreste, semplice, ma sempre con quel tocco di eleganza e di buon gusto che ci ricorda l’importanza che l’evento ha per gli sposi e per i partecipanti tutti.

La Naked Cake

La Naked cake risponde all’esigenza di un ritorno alla semplicità senza rinunciare all’eleganza; di un amore per la “naturalità” e un rifiuto per la complessità vista a volte come pesante, artefatta, inutile.

La Naked cake è una torta senza coperture, dunque, senza glassa o simili. Si vedono bene gli strati formati dalla base e dalla farcitura.
Più semplice da realizzare, dirà qualcuno. Per niente, rispondono in mastri pasticceri che sanno di cosa parlano.

Mancando la copertura di glassa, infatti, la stabilità della torta sta tutta nella solidità della base e nella compattezza della farcitura. Una base troppo morbida, come il pan di spagna, potrebbe sformarsi sotto il peso della farcia.

Quest’ultima, infatti, dev’essere compatta e densa, se non si vuole che coli da tutte le parti o ceda sotto il peso degli strati superiori.

È necessario affidarsi a ottimi chef pasticceri per realizzare una Torta nuda degna del tuo matrimonio.

Soddisfatta questa condizione minima, potrai scegliere tra una miriade di soluzioni belle a vedersi e buone da gustare; eleganti e originali; sempre impreziosite da particolari come fiori o decorazioni artigianali che ne valorizzano la bellezza.

Date le caratteristiche di questo stile straordinario, siamo ragionevolmente certi che la moda della Naked cake non tramonterà a breve.

Abito da sposo

L’abito dello sposo – Trend per il 2016

La data del tuo matrimonio si avvicina e la tua futura moglie è alle prese con la scelta dell’abito. Dev’essere il vestito più bello che si sia mai visto, che valorizzi il fascino della donna che dividerà con te il resto della sua vita.

Tu non vuoi essere da meno, giusto?

I tempi in cui l’attenzione di tutti verteva solo sulla sposa sono finiti per sempre, oggi il successo del tuo matrimonio dipende anche dallo stile che saprai imprimervi con il tuo look.

Per riuscirci occorreranno tempo, fatica e denaro non inferiori a quelli impiegati dalla futura sposa, ma ti assicuriamo che ne varrà la pena.

La cerimonia di nozze è diventata sempre più un momento da personalizzare, da “griffare” col proprio stile, per renderlo davvero unico, indimenticabile, tuo.

Uno dei principali strumenti di personalizzazione è certamente l’abito da sposo.

Come per l’abito da sposa, anche per quello dello sposo si può scegliere tra classici evergreen, magari personalizzati per valorizzare il tuo look, e modelli nuovi che rispecchino le tendenze del momento.

Un abito sartoriale, realizzato in Italia, per esempio, ti assicura una perfetta vestibilità, la raffinata eleganza e l’esaltazione della tua personalità.

Gli intramontabili abiti da sposo

Sono gli abiti impressi nel nostro immaginario collettivo, indossati dai nostri nonni, dai nostri padri e dai fratelli maggiori.

Ne hanno fatto sfoggio i più grandi attori di Hollywood e di Cinecittà ogni volta che si sposavano nella finzione del cinema o nella realtà.

Sono i vestiti che abbiamo sempre sognato di indossare per essere cool come i nostri beniamini.

Tight

Il classico dei classici da tempo immemore. Ideato in Inghilterra, era ed è usato dai gentiluomini in tutte le occasioni di gala.

Giacca attillata di colore scuro (grigio di preferenza) con due code posteriori molto lunghe, gilet preferibilmente grigio, pantaloni a righe, camicia bianca, polsini con gemelli, plastron o cravatta (MAI il papillon), scarpe con le stringhe, cappello a cilindro, guanti e, opzionale, il bastone da passeggio.

Il Tight è un capo impegnativo:

  • se lo indossi tu, dovranno indossarlo anche gli invitati, i testimoni e i genitori,
  • i guanti sono obbligatori, ma non vanno mai indossati,
  • si usa solo per cerimonie mattutine o che si svolgono nel primo pomeriggio.

Queste sono le regole, ma come tutte le regole, sono fatte per essere infrante: molti sposi non chiedono agli invitati di adeguarsi alla scelta del tight; scelgono colori accesi invece dei classici colori scuri; portano scarpe non stringate ecc.

Mezzo Tight

Outfit molto elegante, ma meno impegnativo del Tight.

La giacca non ha le code posteriori ed è più corta; non prevede cappello, guanti e bastone e non impegna gli altri ospiti a indossarlo, anche se risulta un’ottima alternativa per coloro che non apprezzano la giacca lunga.

Per il resto, segue le stesse regole del Tight: gilet, camicia bianca a collo rigido, polsini con gemelli, plastron, pantaloni a righe, scarpe con lacci.

Indicato per cerimonie meno formali che si svolgono prima delle 18.00.

Completo a tre pezzi

Si tratta di solito di un abito sartoriale, di colore blu o grigio, riutilizzabile anche in altre occasioni.

Si presta ad accostamenti di forme e colori che si discostano dalla tradizione.

Classicamente il tre pezzi consta di:

  • giacca monopetto,
  • gilet di seta,
  • camicia di cotone,
  • plastron o cravatta,
  • pantaloni senza risvolti,
  • scarpe stringate.

Trend 2016 per l’outfit dello sposo

Accanto ai classici sempre verdi, ogni anno la moda propone varianti e novità tese a dare valore e originalità al tuo abito da sposo.

Quest’anno stilisti come Carlo Pignatelli, declinano in chiave moderna il fascino del Dandy.

Nascono così abiti in tessuto damascato, accostamenti di colore, abiti a un bottone, ritorna il blazer e si osa fino a proporre lo smoking in tessuto lucido.

Matrimonio 2016 all’insegna dell’eleganza romantica e disincantata, quindi, che ci riporta a al glamour algido e irresistibile di un’epoca passata ma indimenticabile. Come le tue nozze.

Gli accessori valorizzano il look

L’abito non è tutto, anzi… senza gli accessori adeguati, rischierebbe di essere solo un involucro che nasconde la tua personalità.

I gemelli per chiudere i polsini della camicia sono un must a ogni matrimonio elegante. Puoi anche aggiungere un tocco di classe con una spilla da appuntare alla cravatta o al bavero della giacca.

La cravatta, accessorio indispensabile, non va trascurata. Aboliti i colori vivaci, inadatti a una cerimonia formale, essa dev’essere proporzionata al tuo busto e, come lunghezza, deve appena sfiorare la fibbia della cintura.

Fiore all’occhiello o pochette di raso (ma anche seta) nel taschino, perfezionano l’eleganza del tuo outfit, che viene completato da scarpe (di regola nere) rigorosamente con le stringhe.

La personalità si evidenzia col dettaglio

Tessuti pregiati, tagli sartoriali, nuove nuance sono tutte scelte egregie al fine di dare valore al giorno più importante della tua vita, ma a volte basta un singolo, piccolo particolare a sottolineare la parte più importante di te.

Vuoi un esempio? Prova ad allentare il nodo della cravatta o ad arrotolare le maniche della giacca mentre fai le foto con gli ospiti…

Oppure applica al tuo gilet la catena dell’orologio da tasca, o indossa delle bretelle (scegliendo un outfit adeguato, naturalmente)…

Ancora, la sciarpa abbinata al gilet (se è inverno), un paio di occhiali da sole o un cappello (se hai i capelli corti)…

È il tuo giorno in fondo, sei tu il protagonista, puoi esprimere il tuo stile unico con particolari e dettagli originali. Puoi scegliere di non seguire le regole.

Puoi scegliere di farle, le regole.

Stai per imbarcarti nella grande avventura del matrimonio? Come intendi infondere il tuo tocco personale al tuo abito nuziale e allo stile dei testimoni? Ci piacerebbe conoscere le tue idee, scrivile nello spazio dei commenti qui sotto.

Evento Aziendale

Organizzare un evento aziendale

Stai pensando a organizzare il tuo prossimo evento aziendale?

Fai benissimo, un evento aziendale è un potente strumento di marketing, nonché un ottimo modo per creare legami forti e fidelizzanti con i clienti o con lo stesso team aziendale.

Organizzare un evento, però, non è una passeggiata.

Che sia una convention, un pranzo di lavoro, un gala di anniversario, il lancio di un nuovo prodotto, un’iniziativa di brand awareness, una sessione di team building o altro, l’evento sarà rappresentativo della tua azienda, ne rifletterà gli obiettivi, i valori, l’identità.

Sappiamo che è un concetto a te noto, ma non ci stancheremo mai di sottolinearne l’importanza.

Perché l’iniziativa sia un completo successo, devi partire da alcuni punti imprescindibili:

  • Pianificazione
  • Cura dei dettagli
  • Promozione e comunicazione pre e post evento
  • Team
  • Location

Pianificazione

È essenziale che ogni più piccolo ingranaggio sia ben oliato per consentire il realizzarsi dell’iniziativa, con piena soddisfazione tua e dei partecipanti.

Fissa con precisione l’obiettivo che vuoi raggiungere grazie all’evento che organizzi.

Assicurati che ogni momento, ogni dettaglio, ogni energia spesa nell’organizzazione, sia coerente con il raggiungimento dell’obiettivo.

Stabilisci un budget e un timing operativo.

Assicurati di non buttare via i tuoi soldi, ma soprattutto di spenderli bene. Privilegia sempre la qualità: non riesci a coniugare il pranzo a sedere con la qualità del cibo? Opta per un buffet con dell’ottimo cibo.

Il tempo è una risorsa limitata e delicata da gestire. Un’accurata pianificazione te ne farà risparmiare parecchio e ti permetterà di avere risultati migliori, senza ritardi e corse dell’ultimo secondo per tappare le falle.

Cura dei dettagli

Tovaglie azzurre o rosse? Videoproiezione a parete o su telo? Aperitivo di benvenuto con spumante o vino bianco?

Sono solo alcuni dei piccoli particolari che possono sfuggire durante l’organizzazione e creare disagi e, a volte, disastri.
Curare i dettagli significa aver cura dei partecipanti all’evento, sarebbe controproducente trascurarli.

Pre e post evento

Anche in questo caso, cura e pianificazione sono essenziali.

Invitati

Stila la lista degli invitati e fai in modo di avere nomi di riferimento e indirizzi aggiornati.

Se mandi l’invito via e-mail, evita l’invio a indirizzi generici (info@, posta@ ecc.) in favore di indirizzi personalizzati.

Inviti

Cura la grafica degli inviti, sia cartacei che digitali. Essa deve rispecchiare quella ufficiale della tua azienda, gli invitati devono subito capire che l’invito è da parte tua.

Sii conciso, chiaro, stimola l’interesse, cattura l’attenzione.

Non dimenticarti di specificare chiaramente luogo, data, ora dell’evento e termine ultimo per indicare la partecipazione.

Inserisci indicazioni su come raggiungere la location e informazioni utili, tipo se c’è un parcheggio, un servizio di sorveglianza, accessi per disabili ecc.

Invio

Pianifica il recapito degli inviti in modo che tutti abbiano la possibilità di riceverli in tempo utile a organizzare la propria partecipazione.

Tieni conto del fatto che un invito ricevuto con troppo anticipo tende a essere dimenticato.

Efficace risulta essere l’invito ripetuto 3 o 4 volte nell’arco di un mese / un mese e mezzo.

Non affidarti solo alle e-mail, se hai dei recapiti telefonici chiama una settimana prima e ricorda a voce l’appuntamento.

Promozione

Se il tuo evento è pubblico, non basteranno solo gli inviti, dovrai promuoverlo efficacemente.

Gli strumenti a tua disposizione sono molti e, compatibilmente con il budget, ti consigliamo di usarli tutti:

  • Comunicati stampa
  • Pagina web dedicata all’evento
  • Campagne di Pay per Clic sui motori di ricerca e sui social network
  • Banner con link alla pagina evento aggiunto alla tua firma in calce alle mail che invii
  • Pieghevoli cartacei da distribuire in posti precedentemente individuati come adatti
  • Post sulle tue pagine social

Dopo l’evento

Non dimenticare di:

  • Ringraziare i partecipanti (per mail, posta, telefono, con una newsletter…)
  • Aggiornare il sito con un resoconto dell’iniziativa
    • Nel farlo non essere verboso o serioso, comunica le sensazioni e le emozioni che hai provato
  • Chiedere un feedback ai partecipanti
  • Fare un bilancio dell’evento:
    • hai raggiunto gli obiettivi?
    • Gli ospiti erano soddisfatti?
    • Hai rispettato il budget?
    • Potevi fare meglio?

Team

Scegliere collaboratori capaci è importante, ma ancora più importante è dar loro la giusta motivazione.

Circondati di persone, sveglie, dinamiche, preparate e caricale con la convinzione e la passione che ti sono proprie.

Delega, distribuisci incarichi, incoraggia, sii sempre rilassato e ottimista, distribuisci sorrisi.

Al contempo, sii deciso, responsabile, convinto delle tue scelte (le hai pianificate per tempo, ricordi?).

Il tuo gruppo di lavoro ti seguirà fedelmente e ti aiuterà a realizzare un evento memorabile.

Location

La scelta della location può fare la differenza tra un evento riuscito e un fiasco colossale.

Il luogo in cui si svolge l’evento dev’essere la cornice ideale che contribuirà a scolpirlo nella memoria dei partecipanti.

Dev’essere facile da raggiungere, meglio se con parcheggio annesso.

Dev’essere possibile allestirvi sale dotate di tutto il necessario: impianto audio/video, impianto luci, attrezzature per attività indoor, personale tecnico dedicato.

Deve disporre di spazi per il materiale promozionale e per il corner di registrazione e di benvenuto.

È utile che vi si possano organizzare anche riunioni all’aperto, aree riservate e coffee-break, così come pranzi o cene, rappresentazioni teatrali, sfilate di moda o spettacoli musicali, attività outdoor di team building.

Il personale addetto dev’essere esperto, cortese, professionale e in grado di soddisfare ogni tua richiesta organizzativa.

Villa Bernardini è una location esclusiva che unisce la bellezza di una villa del 1600, perfettamente conservata, alle più moderne innovazioni tecnologiche per rendere il tuo evento unico e speciale.

Il parco da 8 ettari e l’ambiente raffinato ed elegante, faranno breccia nei cuori dei partecipanti e avvieranno al successo la tua iniziativa.

Abito da Sposa

L’abito da sposa. Tra tradizione e modernità, com’è cambiato nei secoli.

Inutile negarlo, anche chi ha deciso di non sposarsi o di sposarsi con cerimonia civile, non rimane indifferente davanti a un abito da sposa. Da sempre è più di un semplice capo d’abbigliamento indossato per un’occasione speciale.

Si tratta di un simbolo, di una promessa, di una speranza.

Il simbolo di un sogno realizzato, la promessa di una famiglia felice, la speranza nel futuro insieme.

Per questo l’abito nuziale, pur seguendo tradizioni e mode del momento, dev’essere un’estensione della sposa, deve risaltarne caratteristiche e personalità. Deve renderla principessa della favola che si appresta a vivere.

Una scelta impegnativa, quindi, cui sono chiamate a partecipare le persone più vicine alla sposa: la mamma, le amiche del cuore, le sorelle e ogni donna che gode della fiducia e dell’affetto della futura sposa.

Oggi le scelte possibili per un abito da sposa sono davvero infinite, per tutti i gusti, tutte le taglie, tutte le tasche. Puoi comprare il tuo abito in un negozio specializzato, dove sarte scrupolose provvederanno ad adattarlo alla tua persona; puoi commissionarne uno su misura; acquistare all’asta quello di una celebrità; ordinarlo su internet o a un outlet… insomma, davvero il ventaglio di possibilità è quanto mai vasto e vario.

Alcune caratteristiche sono però ben presenti a tutte coloro che sognano il loro abito da sposa: il colore bianco e il velo, per esempio, sono dettagli che balzano alla mente anche di chi non li userebbe nel proprio abito. Sono ormai elementi dell’immaginario collettivo, della tradizione.

Ma da dove arriva questa tradizione? Quando è nata? Scopriamolo insieme in questo breve excursus nella Storia.

L’abito nuziale è sempre stato importante, fin dall’inizio.

L’abito da sposa ha sempre avuto una grande importanza rappresentativa. Fin da quando se ne ha notizia, infatti, ha simboleggiato lo status, il prestigio e la condizione economica della famiglia della futura consorte.

Anche se le antiche romane si sposavano indossando una tunica bianca, dal medioevo fino al XII secolo gli abiti da sposa erano realizzati con tinte e tessuti a colori, spesso vivaci.

Le tinture usate erano, infatti, rare e preziose, le stoffe erano pregiate. Tutto ciò indicava la ricchezza e l’importanza della famiglia.

L’abito, inoltre, non era realizzato espressamente per il matrimonio: si trattava spesso del vestito migliore a disposizione ed era riutilizzato in occasione di altri eventi mondani importanti.

L’abito bianco

Il primo abito da sposa documentato risale al 1406. È indossato da Filippa d’Inghilterra in occasione del suo matrimonio con Erik di Danimarca. Si tratta di una tunica bianca impreziosita da bordature di pelliccia e completata da un mantello.

Un secolo e mezzo dopo, nel 1558, il bianco arriva, prepotente e scandaloso, a caratterizzare il vestito di Maria Stuarda che sposa Francesco II di Francia. Lo scandalo sta nel significato che allora veniva attribuito al colore bianco: il lutto.

Il fatto che due anni dopo, lo sposo passerà a miglior vita, non contribuì alla diffusione di quel colore per le nozze.

Evoluzione dell’abito nuziale

Sempre nel XVI secolo appare lo strascico. Diventa immediatamente simbolo di ricchezza: più è lungo più la famiglia della sposa è agiata.

Il 1600 è un secolo sotto tono per i vestiti da sposa: scismi e dogmi religiosi spingono le famiglie verso cerimonie più “private”. Inoltre, i denari sono investiti maggiormente per le doti e i corredi, il vestito passa in secondo piano.

Si riscatta però nel 1700: dopo la Rivoluzione Francese, nasce lo Stile Impero che tanto ha influenzato le mode e i gusti anche nelle epoche successive. Anche l’abito da sposa subisce l’influenza del nuovo stile e si fa sfarzoso, ricco di elaborazioni, ricami, motivi e tessuti pregiati come raso e seta.

L’abito tradizionale a cui siamo abituati

Il 1800 vede l’imporsi dell’abito lungo, dei guanti, del ricevimento nuziale, del dolce e della caratteristica principale: il colore bianco.

La regina Vittoria d’Inghilterra sposa Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. Il suo abito è bianco.

A quei tempi il bianco aveva cessato di essere simbolo di lutto, ma non era usato nei matrimoni a causa delle difficoltà nel lavaggio. Il vestito veniva infatti usato anche in altre occasioni e il bianco era maledettamente facile a sporcarsi.

Nonostante ciò, probabilmente a causa della testimonial d’eccezione, l’abito nuziale bianco divenne una modo virale che dura ancora oggi.

L’abito da sposa nella contemporaneità

Pur essendo ancora l’ideale di molte donne, l’abito bianco non è più una scelta esclusiva.

Oggi si può spaziare per un’ampia gamma di colori: avorio, crema, rosa, fucsia, verde, azzurro…
Per non parlare dei modelli o dei tessuti.

Una cosa però non cambia, il valore simbolico di cui parlavamo all’inizio, quell’emozione che si ravviva ogni volta che la donna apre l’armadio e vede l’abito appeso (spesso protetto da una busta di cellophane trasparente) e lo sfiora con la mano.

Probabilmente non è un caso se i modelli che per primi si affacciano nella mente delle future spose appartengono a regine o principesse o stelle del cinema.

Pensaci un attimo anche tu, chiudi gli occhi e immagina il vestito che vorresti indossare al tuo matrimonio. Non ti viene in mente Grace di Monaco o Audrey Hepburn? Fabiola del Belgio o Victoria di Svezia? Lady Diana o Sarah Ferguson?

Dunque, che vestito hai scelto per il tuo matrimonio? Andrai sul classico o sceglierai un abito originale o addirittura eccentrico? Bianco o colorato? Se ti fa piacere condividerlo, scrivilo nei commenti.

Wedding & Co - Intervista

La cucina è il cuore del Catering: Intervista alle fondatrici di Wedding & Co.

Certi di farti cosa gradita, inauguriamo il nuovo spazio dedicato alle interviste con due personalità del settore che, facendoci l’onore di rispondere alle nostre domande, aprono un interessante spaccato nel mondo “che non si vede”, ma che rende indimenticabili le cerimonie nuziali: il Catering.

Il Catering è un’attività fondamentale per la riuscita di un evento, ma è anche un’attività complessa, con molte sfaccettature, che va realizzata con passione e professionalità.

Antonella Lenzi e Katy Pisani, titolari del brand Wedding & Co. Ricevimenti, ci raccontano la loro esperienza in questa interessante e appassionata intervista.

I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Wedding & Co Logo

Qual è stato il tuo percorso lavorativo? Da quanto tempo fai questo lavoro?

Catering Wedding & Co - ApparecchiaturaOrmai 25 anni fa, ho avuto la fortuna di iniziare questa attività con quello che era il cuore degli eventi: la cucina.
Ho iniziato sbucciando le patate e ho finito per diventare capo cuoco, organizzando poi in toto gli eventi. È un lavoro bellissimo perché molto creativo.
Allora la cucina aveva davvero la sua importanza, cosa che nel tempo, secondo me, si è un po’ persa.
Quando sono passata dalla cucina a organizzare totalmente l’evento, ho scoperto di essere avvantaggiata, perché conoscevo i tempi di cottura, i piatti che più potevano piacere, quelli che facevano più scena; conoscevo bene le difficoltà legate alla realizzazione di un piatto; sapevo bene come fare le “liste di carico”, importantissime per ogni evento: il materiale giusto nella quantità necessaria alla riuscita dell’evento. Questo permette una corretta previsione e gestione dei costi.
Inoltre posso trasmettere questa conoscenza nel mio contatto con gli sposi rispondendo a tutte le loro domande inerenti l’organizzazione, i tempi e i costi.
Nel ’98-’99 si organizzavano circa 120-130 matrimoni ma anche 50-60 eventi aziendali, il che vuol dire organizzare 5-6- eventi in un giorno.
A quel tempo eravamo in pochissimi a fare questo lavoro e tutti professionisti. Oggi forse, si è un po’ persa la professionalità.

Quanto tempo è necessario per la programmazione di un evento?

Hai un anno per preparare un matrimonio, e bisogna essere reperibili h24.
Non puoi spegnere il cellulare, sei responsabile fino alla mattina dopo l’evento.

Se una coppia ti da solo sei mesi per organizzare il proprio matrimonio, cosa rispondi?Torta nuziale Wedding & Co

Se una coppia ha solo 6 mesi di tempo lo possiamo fare, ma ci vuole già la location.
Ci vuole anche chiarezza di intenti da parte degli sposi e coincidenza tra le loro esigenze e le nostre fattibilità.
A queste condizioni, l’evento si può organizzare anche in pochi giorni!

È più facile lavorare con coppie di sposi che hanno le idee chiare o no?

La creatività fa parte di questo lavoro e, dopo tanti anni, è più facile guidare qualcuno che è nella nebbia, che soddisfare idee e progetti visti su internet ma irrealizzabili nella realtà.
Comunque una gran parte del nostro lavoro è facilitato dall’empatia verso il cliente e dalla comprensione della sua personalità. La nostra bravura sta nel capire subito che tipo di persona abbiamo davanti e, quindi, come parlargli e cosa dirgli per fargli cambiare idea.
Intendiamoci, un’idea, un’impostazione ce l’hanno tutti e per la maggior parte si tratta di reminiscenze dell’infanzia, del matrimonio da sogno che si aveva da bambine, che tornano in età adulta.

Come facevate a programmare 5-6 eventi in un giorno?

Hai detto la parola giusta: Programmazione.
Tu non devi saper organizzare solo l’evento a te familiare, devi saper organizzare, insieme a uno staff, anche altri eventi.

Adesso quanti matrimoni curate all’anno?

Menu Wedding & CoFacciamo 2 eventi al giorno, per scelta.
Per noi è importante la cucina e quindi, avendo due cuochi con relativi team operativi, puntiamo al ritorno del gusto del mangiare.
Il nostro punto forte, dopo tanta ricerca, è questo.
Le coppie di sposi che ci scelgono parlano direttamente con lo chef, noi non siamo gli interlocutori.

 

Che età hanno le vostre coppie di sposi?

Ho sempre lavorato con un target alto: sposi maturi che vogliono fare una bellissima festa, dedicata ai colleghi, agli amici, forse trascurando un po’ i parenti.

Questo lasciare da parte i parenti è un dato comune a molti matrimoni, a cosa pensate sia dovuto?

Nell’anno in cui lavoriamo insieme ai futuri sposi, consigliamo loro di mettersi dalla parte degli invitati.
L’accoglienza, l’arte del ricevere ce le hanno insegnate i nostri genitori e per noi sono normali, invece gli sposi vedono il Cucina Wedding & Comatrimonio come una festa in cui i parenti sono visti più come un peso da tenere da parte.
La nostra bravura sta nell’organizzare ogni fase dell’evento tenendo conto che vi partecipano persone di ogni età e di diverse esigenze.
Curiamo dunque molto l’accoglienza, l’ascolto delle esigenze degli ospiti e mettiamo a disposizione una persona del team che si occupi di tutti, dai bambini ai nonni. Ogni fase dell’evento dev’essere bella per tutti.
Questo tipo di cura non è molto usuale, forse perché il modo di festeggiare il matrimonio è cambiato nel corso degli anni.
C’è stato un periodo in cui il matrimonio era “ingessato” dagli obblighi tradizionali: invitare i parenti e gli amici dei genitori, assegnare i posti a tavola, comportarsi seguendo un galateo importante e non concedere spazio alla spontaneità.
Da matrimoni molto impostati, siamo passati a una fase di gestione “libera”, in cui l’unica cosa importante era la felicità degli sposi e il resto, compresa l’accoglienza, passava in secondo piano.
Negli ultimi tempi stiamo assistendo al ritorno a un certo galateo dell’accoglienza e alla cura degli ospiti.
Un’altra cosa che ci distingue è il cibo. Per noi è sempre stato l’elemento più importante, mentre vedo che spesso si sceglie il preconfezionato. Io la chiamo “l’industria del catering”: sono tutti uguali, impacchettati.
La nostra scelta di fare due eventi al giorno, con due cuochi e due team operativi, è dovuta al desiderio di far riscoprire agli ospiti il gusto del mangiare. Vogliamo far sentire loro il profumo del cibo, vogliamo che assaporino la genuinità degli ingredienti.
La coppia non parla con noi del menu, lo fa direttamente col nostro cuoco.
Qualunque tipo di evento che curiamo è improntato sulla cucina.
Dal punto di vista qualitativo, abbiamo scelto di servire cibo proveniente dal presidio slow food.

Continua a crescere il numero di coppie straniere che sceglie l’Italia per celebrare il “grande giorno”. La vostra clientela è più italiana o straniera? che differenza c’è? Gli stranieri spendono di più?

Pasticcini Wedding & CoPer quello che ci riguarda, il matrimonio degli stranieri è quello che volevamo.
Gli stranieri impazziscono per il cibo italiano, danno soddisfazione perché vengono con l’idea di trovare quello specifico prodotto.
Sono sposi settimanali, nel senso che vengono in Italia per una settimana e infra-settimana celebrano il matrimonio.
Con loro è molto facile comunicare via mail e sanno quello che vogliono, vedono l’Italia come terra di prodotti genuini,
mentre l’italiano a volte non apprezza ciò che ha intorno.
Gli stranieri piuttosto invitano meno persone, ma non rinunciano a sposarsi qui e quindi rientrano nella nostra filosofia.
Inoltre hanno molto gusto e cura per gli allestimenti.

Ti ricordi di una richiesta “insolita”? ce la racconti?

Sì è successa non molto tempo fa: una sposa mi chiese un buttafuori di fronte alla chiesa… è una richiesta che ci era già stata fatta in passato, ma stavolta il motivo era “se arriva il mio ex ci ammazza tutti“.
Potrei scrivere un libro con le stranezze che capita di vedere in questo lavoro.
Festa di Laurea Villa Bernardini

La festa di laurea perfetta

La festa di laurea è il sigillo sul tuo successo

Manca poco, ormai vedi il traguardo: l’ultimo esame, la tesi e infine la tanto sospirata laurea.

Te la sei guadagnata, l’hai raggiunta attraverso anni di studio, di frustrazioni, di voti rifiutati, di appelli mancati, di relatori troppo esigenti o troppo distratti… Beh, tra non molto potrai dire addio a tutto questo e sarà un addio col botto.

Sì, perché dopo tutta la fatica arriva il momento di festeggiare il successo ottenuto. E dato che si tratta di te, non può essere una festa qualunque: dev’essere un momento che rimane scolpito nella memoria di ogni partecipante.

Sappiamo che mille idee ti frullano per la testa, ma i pensieri si accavallano con gli argomenti di studio, la tesi, l’appuntamento col relatore…

Permettici di darti una mano con qualche consiglio su come organizzare la festa di laurea che meriti.

Gli ospiti

Per come la vediamo noi, il primo passo è decidere con chi vuoi festeggiare.

  • Con la famiglia e gli amici, all togheter?
  • Solo con pochi intimi?
  • Una festa colossale con chiunque tu abbia conosciuto negli ultimi 25 anni?

Puoi optare anche per un pranzo (o cena) con i parenti e una festa serale con gli amici.

La location

Una volta completata la lista degli ospiti, devi decidere dove riceverli.

A seconda del budget disponibile e dei tuoi gusti, puoi festeggiare:

  • in casa
  • al ristorante
  • in discoteca
  • in una location attrezzata

Quest’ultima soluzione ti permette di avere in un unico posto: il ristorante (tramite servizio catering), la discoteca (grazie a sale attrezzate allo scopo), la possibilità di differenziare gli ospiti senza dover cambiare sede (pranzo o cena con i parenti e sera danzante, volendo con buffet annesso, con gli amici).

Gli inviti

Vanno fatti per tempo, invitare le persone una settimana prima pone parecchie difficoltà a chi vorrebbe esserci ma non riesce a organizzarsi per lo scarso preavviso.

Un mese di preavviso e un richiamo 15 giorni prima sono l’ideale per consentire agli invitati di organizzarsi e tenersi liberi per la tua festa.

Puoi recapitare gli inviti tramite una e-mail movimentata da immagini e colori legati alla laurea, oppure, per chi non avesse un indirizzo e-mail, con un sms o una telefonata.

Sarebbe carino anche il classico biglietto d’invito, ma andresti incontro all’incertezza legata al servizio delle Poste e all’aumento dei costi.

Qualunque sia il mezzo di consegna, ricorda di specificare nell’invito:

la data, l’ora e l’indirizzo della festa comprensivo di indicazioni stradali.

Il menu

Qui siamo nel campo insindacabile dei gusti.

Se scegli un ricevimento servito ai tavoli, puoi optare per un menu elegante, non necessariamente lussuoso, ma raffinato.

Siccome parliamo di laurea è il colore rosso a predominare, quindi gamberi o aragosta sono d’uopo.

Se invece, scegli un menu informale o, meglio ancora, un buffet in piedi, non possono mancare antipasti “formaggiosi”, stuzzichini salati e piatti rigorosamente rossi, da portare in giro per la location mentre si chiacchiera con gli ospiti.

Puoi anche scegliere di cucinare tu per i tuoi ospiti (o far cucinare ai tuoi), ma fare la spesa, mettere sottosopra la cucina, sporcare una montagna di stoviglie e poi dover lavare e riordinare tutto, ci portano a mettere questa soluzione in ultima posizione.

Il dolce

Ti sei laureato, è un giorno unico e indimenticabile nella tua vita. Ci vuole un dolce altrettanto indimenticabile.

Anche qui siamo nel campo dei gusti e non ci sono dolci “inadatti”, ma vorremmo farti riflettere ancora una volta sull’unicità dell’evento che festeggi.

Per una data del genere, il dolce dovrebbe essere speciale.

Certo, puoi scegliere un classico millefoglie, una diplomatica o una Saint-Honorè, vanno sempre forte e, se ben realizzate, sono deliziose.

Ma se vuoi davvero incidere la memoria dei tuoi ospiti, ordina una Sacher Torte o una Foresta Nera. Siamo sicuri che non ne ordinerai mai troppe, i tuoi ospiti ne vorranno ancora e, a distanza di anni, si ricorderanno della delizia che hai servito loro.

Usanza vuole che, se ordini tu la torta, non vi faccia scrivere nulla sopra; se invece è qualcun altro, accertati che sia lui a far scrivere qualcosa.

La musica

Non esiste festa senza musica.

Hai amici che suonano o che fanno i DJ? Invitali e programma insieme a loro la scaletta musicale giusta per il tuo giorno speciale.

Non hai conoscenze nel campo? Se il tuo budget lo consente assolda un gruppo, un solista o un DJ, altrimenti sfrutta l’impianto audio della location per trasmettere la colonna sonora del tuo evento.

In ogni caso, assicurati sempre che tutti i pezzi suonati quel giorno siano di tuo gusto.

Diamine, è la tua festa!

Le foto

Ça va sans dire, le foto sono assolutamente indispensabili per immortalare una giornata così speciale.

Puoi incaricare quel tuo amico appassionato, che a casa ha un’attrezzatura da far invidia a un fotografo professionista, o puoi assumere, appunto, un professionista.

Puoi decidere che ti bastano le foto scattate dal cellulare di tuo fratello o raccogliere in seguito quelle scattate dagli ospiti.

L’importante è che tu abbia un buon numero di foto che ti ricordino questa data negli anni a venire. Sarà uno spasso riguardarle con i parenti e gli amici di allora, durante un emozionante viaggio nei ricordi.

Per movimentare la cosa e avere ricordi divertenti e originali, puoi organizzare uno spazio con sfondo personalizzato e gadget, da usare per il photo booth. Tutti gli ospiti, singolarmente, a coppie o in gruppi, si alternano nello spazio attrezzato per fare foto buffe insieme a te regalandoti ricordi unici e divertenti.

Le dediche

Un ulteriore bel ricordo è rappresentato dalle dediche. Le persone a te care, nel tuo giorno speciale, possono lasciarti un pensiero che ti regalerà un’emozione ogni volta che andrai a rileggerlo.

A questo scopo puoi organizzare il classico leggio in un angolo della stanza oppure puoi tappezzare una parete di post-it che gli ospiti andranno a riempire.

Le bomboniere

Anche in questa circostanza, come per i matrimoni, le comunioni o i battesimi si usa regalare agli ospiti un ricordo dell’evento sotto forma di bomboniera.

Esistono attività specializzate nella creazione di bomboniere ed è facile trovarne anche on-line. Alcune delle più carine, originali e anche economiche si trovano tra quelle realizzate con la carta o con il decoupage.

In ogni caso è possibile trovarne di ceramiche, di metallo, d’argento, di legno, di plastica e di materiale riciclato. Il limite è posto solo dal budget e dalla fantasia.

Nel caso in cui non ti piacciano le bomboniere puoi virare verso i confetti, rigorosamente rossi, confezionati nel modo che più ti piace. Anche in questo caso, esistono aziende pronte a soddisfare ogni tua necessità in questo campo.

Speriamo che questi consigli ti siano stati utili. Terminiamo con una sola raccomandazione: il giorno della laurea, come ogni giorno speciale e degno di ricordo, sarà anche il giorno in cui si scatenerà la goliardia dei tuoi amici i quali ti dimostreranno il loro affetto con la serie di scherzi più assurda e improbabile che verrà loro in mente.

Non ti arrabbiare e accetta tutto, un giorno ti scenderà una lacrimuccia di nostalgia al ricordo di quegli scherzi. Senza contare che poi toccherà a te vendicarti durante i loro giorni speciali.

Se vuoi, scrivi qui sotto come festeggerai la tua laurea, siamo curiosi.