Crocus

Crocus, Croco Zafferano

Il nome deriva dal greco krókos “zafferano” probabilmente originato da un vocabolo arabo. Il genere comprende specie provenienti dalle regioni mediterranee dalla Spagna all’Asia Minore, ma abbondantemente diffuse anche nelle regioni del Nord-Europa; infatti la maggior parte delle varietà coltivate nei giardini sono costituite da ibridi e da varietà del Crocus aureus, ottenute dai floricoltori olandesi i quali, già nel 1600, ne facevano ambite coltivazioni per il commercio dei bulbi.

Si deve però ricordare che il Crocus fu coltivato fin dalle epoche più remote: Se ne hanno notizie già dagli antichi Greci e poi dai romani, che lo coltivavano sia per estrarne unguenti dotati di proprietà curative sia per i fiori, cui si attribuivano significati benefici intorno ai quali nacquero numerose leggende. Si conoscono specie che fioriscono in autunno, altre in inverno e altre ancora in primavera.

Le specie autunnali molto spesso vengono confuse con il Colchicum, il quale è spesso chiamato zafferano bastardo o croco autunnale, sebbene quest’ultimo, appartenendo alla famiglia delle Liliacee, presenti alcune differenze piuttosto evidenti rispetto al Crocus, prima fra tutte il diverso numero di stami: sei nel colchico e solo tre nel croco.

Le foglie di tutte le specie di questo genere sono piuttosto sottili, lineari, di color verde scuro, spesso con una stria più chiara al centro; compaiono contemporaneamente o poco dopo i fiori, essendo avvolte da una guaina membranacea insieme al tubo corollino, molto lungo, costituito da tre tepali, a forma di cucchiaio, che si al allungano nella corolla.
Alla fauce del tubo corollino si inseriscono i tre stami, l’ovario, infero, è sormontato da un lungo stilo filiforme che si allarga in tre grandi stimmi, intensamente colorati, tubuliformi e allargati; il loro margine esterno sì presenta spesso crenulato.

Molte tra le specie coltivate sono di origine italia, prima fra tutte il Crocus sativus da cui si ricava il noto zafferano utilizzato come colorante fin dall’antichità e come spezia molto pregiata per la preparazione di alcuni piatti tipici. I bulbi di croton sono di difficile coltivazione, sebbene le varie specie non siano così facili come gli ibridi olandesi; hanno però il vantaggio di poter essere dimenticati e lasciati inselvatichire in un prato.

Specie coltivate a fioritura autunnale

Crocus asturicus, raggiunge un’altezza di cm 10-15, i fiori violacei o porporini crescono in settembre-ottobre;

crocus asturicus

Crocus kardu-chorum: che probabilmente è una forma di C. zonatus, ha fiori color blu lavanda, e fiorisce in settembre o ottobre;

crocus kardu chorum

Crocus medium: ha fiore isolato, di color violetto carico, con stimi scalati più lunghi delle antere; tipico dei luoghi umidi, fiorisce in settembre-ottobre. In Italia lo si trova spontaneo nell’Appennino piemontese, in Liguria e nel Vercellese;

crocus medium

Crocus ochroleucus: i suoi fiori alti una decina di centimetri compaiono nel tardo autunno, hanno la corolla color crema e la gola arancione;

crocus ochroleucus

Crocus pulchellus: ha la corolla color lavanda col centro giallo, la fioritura avviene in autunno, ma le foglie spuntano solo nella primavera successiva;

crocus pulchellus

Crocus sativus: è certamente la specie più conosciuta e da essa si ricava lo zafferano; è originaria dell’Europa Meridionale e dell’Asia Minore; lo si trova spontaneo anche da noi nei luoghi erbosi e boschivi, ma soprattutto viene coltivato industrialmente: è famoso in Italia la coltivazione dell’altipiano di Navelli in Abruzzo. La droga tanto ricercata si ottiene dagli stimi separati dal resto del fiore ed essiccati prima della polverizzazione. I fiori compaiono in settembre-ottobre, contemporaneamente alle foglie, le corolle sono violacee, mentre gli stimi sono rosso-aranciati, imbutiformi e lunghi quanto il perigonio;

crocus sativus

Crocus speciosus: alto cm 10-15, ha fiori blu lavanda o celesti; la fioritura va dalla fine di agosto ad ottobre ed in seguito compaiono le foglie; è una delle specie più importanti, da cui si sono ottenuti molti ibridi, la varietà albus è bianca con stimi scarlatti; “artabir” ha fiori blu chiaro con venatura più scure; “cassiope” è di colore blu con la base dei tepali gialla, la varietà globosus è la fioritura tardiva, color blu vivo;

crocus speciosus

Crocus longiflorus: è una specie italiana tipica delle regioni meridionali, dall’Adriatico al Tirreno e nelle isole fino a Malta; da ogni bulbo esco uno o due fiori, profumati, violetti, col tubo corallino pelosetto, di colore giallo; gli stimi sono molto appariscenti, lunghi quanto le antere e le foglie spuntano quasi contemporaneamente ai fiori, in ottobre-novembre;

crocus longiflorus

Crocus zonatus (sin. C. Kotshynus): ha fiori alti cm 10, color lilla rosato, che sbocciano in agosto-settembre, mentre le foglie compaiono molto più tardi. È una specie molto vigorosa ed adatta ad essere naturalizzata.

crocus zonatus

Specie coltivate a fioritura invernale o primaverile

Crocus ancyrensis: forma da ogni bulbo molti fiori gialli o arancio, in gennaio e febbraio;

crocus ancyrensis

Crocus aureus: è il tipico croco giallo olandese, dai fiori alti e sottili, gialli o arancio brillante che compaiono in gennaio-febbraio con le foglie;

crocus aureus

Crocus balenasse: dai fiori piuttosto piccoli (5-7), color arancio, con striature bronzee o marroni, che sbocciano in marzo;

crocus balansae

Crocus biflorus: è alto circa cm 15 con fiori bianchi o lilla; la fioritura dura da gennaio ad aprile; è originario dell’italia, ma è raro nelle regioni del nord. Tra le sue varietà vi è argenteus, lilla con pennellature purpuree; parkinsonii, bianco-crema a striature rossastre; weldenii albus, perfettamente bianco all’esterno; weldenii ‘Fairy’ bianco argenteo delicatamente striato di lilla;

crocus biflorus

Crocus candidus: il cui fiore, non molto grande (cm 6), è di varie sfumature, dal bianco all’aranciato, porporino all’esterno e fiorisce in marzo; la sua varietà subflavus è gialla con macchie bronzee nella parte esterna.

crocus candidus

Coltivazione

I crocus crescono in qualsiasi terreno e in qualsiasi posizione, anche in ombra parziale, ma ovviamente danno risultati migliori se esposti in pieno sole in una terra leggera, fresca, sabbiosa e ricca. Questa non deve però essere troppo grassa, ma sarà opportuno arricchirla con terra di foglie e con letame molto maturo prima della messa a dimora e lavorarla molto a fondo.
I bulbi devono essere piantati alla profondità di circa cm 8 e distanziati tra loro, ugualmente, di cm 8-10.

Per le specie a fioritura autunnale il periodo giusto per la messa a dimora è agosto-settembre, mentre le altre specie saranno collocate nel terreno in dicembre. Per queste ultime, se il clima è piuttosto rigido e presenta rischi di bruschi abbassamenti di temperatura, è bene coprire il terreno con paglia o con foglie morte.

Si possono lasciare i bulbi indisturbati per qualche anno, ma volendo trapiantarli, si toglieranno dalla terra, si puliranno dai residui di radici e foglie e si metteranno a essiccare in un ambiente asciutto ma fresco fino alla stagione di impennato.
È anche possibile ottenere delle piante dai semi, ma il procedimento è piuttosto lungo e si preferisce perciò la moltiplicazione per bulbetti che è più facile e comoda.

I crocus si possono infine coltivare in vaso ma non debbono essere forzati artificialmente con calore; si usa un composto costituito da terra fibrosa, terriccio di foglie, sabbia di fiume e stallatico ben maturo in parti uguali, poi si pongono i vasi in un angolo del giardino, ricoperti da terra o da cenere.
Quando si vuole la fioritura si portano in una stanza aerata, luminosa, con una temperatura di circa 15-18°C; tale temperatura non deve essere innalzata, poiché se ciò avvenisse le piante produrrebbero troppe foglie e nessun fiore.

Mahonia

Mahonia (Berberidaceae)

Il nome di questa pianta commemora Bernard McMahon, orticoltore statunitense vissuto dal 1775 al 1816. Arbusti con fogliame persistente già inclusi in Berberis; ma, a differenza di questo genere, le Mahonie hanno foglie composte, pennate dal margine spinoso, mentre i rami mancano di spine.

Conobbero un periodo di notevole popolarità appena introdotte in Europa, nella prima metà dell’800, tanto che alcune piantine di Mahonia aquifolium, importate dal Nord-America nel 1823, furono vendute a 10 sterline ciascuna.

Ora, invece, in alcune zone, soprattutto dell’Inghilterra Meridionale la pianta si è naturalizzata al punto di essere divenuta una componente essenziale del sottobosco.

Specie coltivate

Mahonia aquifolium: è un arbusto alto fino a m 1-2, con stelo semplice e foglie composte da 3-7 paia di foglioline sessili, ovali, con denti spinosi, glabre, di colore verde brillante, sebbene talvolta diventino rossastre per l’esposizione eccessiva al sole. In primavera sbocciano i fiori gialli, cui segue la formazione di frutti blu ricoperti da una patina glauchescente. È una pianta spontanea nelle foreste dell’America Settentrionale; ne esistono parecchie varietà, tra cui: erecta, anemonefolia, gracilis, serrata, intermedia;

mahonia aquifolium

Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste – Progetto Dryades – Picture by Andrea Moro – Comune di Trieste, parco cittadino., TS, Friuli Venezia-Giulia, Italia, – Image licensed under a Creative Commons Attribution Non Commercial Share-Alike 3.0 License

Mahonia bealei: alta quasi m 2. foglie composte da 5-9 paia di foglioline allungate, i cui fiori gialli compaiono durante l’inverno, riuniti in grappoli lunghi cm 15, più o meno eretti•; è originario della Cina;mahonia bealei

Mahonia fortunei: è un arbusto che supera il metro e mezzo di altezza; le foglie sono molto lunghe e composte da 3-8 paia di foglioline lanceolate; i grappoli di fiori gialli sono lunghi anche cm15. Proviene dalla Cina;
mahonia fortunei

Mahonia haematocarpa: è alta circa m 1,20-1,80, ha 2-3 paia di foglioline strette e fiori gialli, riuniti in corte e rade infiorescenze, i frutti sono scarlatti.
Proviene dalla California e dal Nuovo Messico;mahonia haematocarpa

Mahonia japonica: è sicuramente tra le specie più grandi e belle del genere le sue foglie sono lunghe cm 30-40. con 4 paia di foglioline sessili, cordate alla base, lunghe circa cm 6 e provviste di 3-4 denti terminanti in una spina. Nel complesso è molto simile a Mahonia bealei, con la differenza che i lunghi racemi sono penduli ed in essi i fiori sono poco numerosi, ma delicatamente profumati. Sbocciano in inverno.
Questa specie è originaria del Giappone.
La sua variazione Mahonia trifurca ha le foglioline color verde mare e produce delle infiorescenze a spiga eretta;mahonia japonica

Mahonia lomariifolia: è forse la più bella dell’intero genere. È alta fino a m 3,50, con foglie che portano 14-20 paia di foglioline rigide color verde pallido; i fiori sono giallo vivo riuniti in racemi eretti, lunghi circa cm 25, portanti numerosissimi fiori che sbocciano in novembre-dicembre.
Specie originaria di Formosa e dello Yunnan;mahonia lomariifolia
Mahonia nepalensis: alta fino a m 3, ha foglie con 5-11 paia di foglioline ovali, lanceolate, dentate e spinose i fiori gialli sono in grappoli lunghi fino a cm 30.
Proviene dalla regione himalayana;
mahonia-nepaulensis

Mahonia nervosa: è un piccolo arbusto che non supera i cm 60, ma ha foglie lunghe fino a cm 45 formate da 3-9 paia di foglioline dai bordi cartilaginei e percorse da nervature salienti. I racemi di fiori gialli sono lunghi cm 20.
La specie è originaria degli stati occidentali de Nord-America, dove cresce nelle foreste di pini;mahonia nervosaMahonia nevinii: è simile alla haematocarpa, ma con foglie più piccole e frutti.
Proviene dalla California;

mahonia nevinii

Mahonia pinnata: può raggiungere i 5 m di altezza ed è simile alla Mahonia aquifolium, ma è molto più bella; i racemi di fiori gialli sono più abbondanti e non limitati solo all’estremità dei rami; è una pianta non eccessivamente rustica nelle regioni a clima fresco.
È originaria del Nord-America Meridionale e del Messico;mahonia pinnata

Mahonia repens: è un piccolissimo arbusto alto non più di cm 30, rampicante, con foglie di 2-4 paia di foglioline, glauche nella pagina superiore; i racemi di fiori gialli sono lunghi cm 8; i frutti sono neri; esiste anche la varietà rotundifolia alta cm 60-90, con foglie verde-azzurre, prive di spine;.
La specie proviene dal Nord-America;
mahonia repens

Mahonia x wagneri: di circa m 1,5-2,5 di altezza, è simile a Mahonia aquifolium, ma con 7-11 paia di foglioline;

mahonia x wagneri

Mahonia trifoliata: alta quasi due metri e mezzo, ha le foglie lungamente picciuolate, con tre sole foglioline, sessili, ovali, profondamente dentate, mucronate, completamente glabre su entrambe le facce, di color bianco glauco; produce corti corimbi di fiori gialli. Vive spontanea in Texas e in Messico;
mahonia trifoliolata

Coltivazione ed esposizione

Sebbene Mahonia aquifolium non richieda terreno o esposizione particolari, molte altre specie di questo genere sono più difficili da coltivare, necessitando di un substrato ben drenato e sostanzioso e di una posizione soleggiata.

Si deve tener presente che Mahonia fortunei, Mahonia Iomariifolia, Mahonia pinnata e Mahonia trifoliata sono totalmente rustiche solo nelle regioni meridionali e centrali. Altrove esse debbono sempre essere coltivate al riparo di altri cespugli o di alberi o muri e possibilmente debbono essere protette dal gelo.

Annaffiature

È opportuno innaffiare i giovani arbusti almeno una volta a settimana soprattutto durante il periodo primaverile ed estivo, mentre le piante messe a dimora da qualche anno si possono accontare, ma in caso di siccità prolungata è opportuno annaffiarle.

Concimazione

Alla fine fine inverno fornire del concime organico o del concime granulare a lenta cessione, da mescolare al terreno ai piedi della pianta.

Terreno

Questi arbusti rustici e poco delicati si sviluppano senza problemi anche nella comune terra da giardino, è comunque bene assicurare un ottimo drenaggio, per evitare ristagni idrici.

Moltiplicazione

La riproduzione avviene mediante semi messi a dimora in un cassone a primavera; le piante si propagano per polloni, staccati dalla pianta madre, in autunno o in primavera, o per talee di legno semi-maturo, messe a radicare sotto vetro in torba addizionata con sabbia.

Parassiti e malattie

L’oidio attacca le foglie giovani e i germogli, coprendoli con una muffa bianca e polverosa.
La ruggine forma macchie rossastre sulla pagina superiore delle foglie e chiazze brune su quella inferiore.

Villa Bernardini Giardino

La cura del giardino: i lavori per il mese di Dicembre

Giardino di Villa BernardiniLa fine dell’anno si avvicina e con essa l’inizio dell’inverno, periodo di riposo per la gran parte delle piante presenti nei giardini, ma denso di lavori per noi umani. Nonostante le temperature si abbassino progressivamente, le giornate di pioggia siano sempre più frequenti e le ore di luce vadano sempre più accorciandosi, si tratta di lavori necessari affinché i giardini affrontino al meglio il periodo invernale e a primavera del nuovo anno, si ammantino di rinnovata bellezza.

Inauguriamo quindi questa nuova rubrica in cui focalizzeremo l’attenzione sui singoli lavori che, mese dopo mese, eseguiremo per mantenere, curare e rinnovare i nostri amati spazi verdi.

 

Rimozione delle foglie, attività indispensabile per la vita del giardino

La pioggia e il vento hanno contribuito a far cadere le foglie che si sono accumulate sui prati, ricoprendo per gran parte il manto erboso. Al fine di preservare l’erba sottoposta allo stress dovuto all’eccesso d’acqua, alla Giardinaggio a Villa Bernardinimancanza di sole e all’abbassarsi delle temperature, è opportuno rimuovere le foglie così da far respirare l’erba, permetterle di assorbire la luce necessaria e aiutarla in questa fase di quiescenza. Si evita in tal modo, anche la macerazione delle foglie che notoriamente è focolaio di infezioni.

Se nel giardino sono presenti cespugli sempreverdi, è possibile coprirli con delle reti a maglia non troppo stretta, in questo modo si hanno due vantaggi:

  • Impedire alle foglie cadute di penetrare all’interno del cespuglio e ivi marcire, contribuendo all’insorgere di malattie fungine.
  • Rendere meno impegnativa la rimozione delle foglie.

Le foglie che abbiamo raccolto, solo se esenti da malattie, potranno essere utilizzate per creare una naturale pacciamatura alla base di alberi e arbusti al fine di proteggere le radici dal gelo, oppure per creare del compost da utilizzare in primavera per le operazioni di rinvaso.

 

Messa a dimora di nuove piante, per avere colori vivaci anche d’inverno

Villa Bernardini - Messa a dimora delle piantePrima dell’arrivo delle gelate, per dare un tocco di colore alle aiuole, possiamo mettere a dimora delle piante di viole che tollerano il gelo e fioriscono per tutto l’inverno.

L’inserimento di piante da bulbo ci permetterà di avere il giardino in fiore già dagli inizi di marzo, accogliendo con l’allegria dei fiori l’arrivo della primavera.

 

Proteggere le piante dal gelo, il fondamento per la conservazione di ogni giardino

Altra operazione fondamentale è proteggere dal gelo le piante che non lo tollerano. Quelle che non possono essere spostate, saranno protette con del tessuto non tessuto, mentre le piante in vaso, al momento opportuno, saranno ricoverate per l’inverno in uno spazio idoneo.

Prima di spostare le piante al coperto, è opportuno fare i trattamenti contro gli afidi e la cocciniglia: al chiuso aumentano il tasso di umidità e la temperatura, rendendo l’ambiente ideale per le infestazioni di questi parassiti. Meglio cautelarsi per tempo.

 

Il ricovero dei limoni, consuetudine antica

Il Giardino di Villa Bernardini, da aprile a tutto novembre, è decorato, secondo le antiche consuetudini, da 40 meravigliose piante di limoni in vaso.

Si tratta di piante alte circa 70 cm, potate secondo la tradizione secolare toscana e piantate in vasi di terracotta decorati a mano, alcuni dei quali vecchi di secoli.

I limoni vengono ricoverati all’interno della limonaia solo dopo che, per almeno due volte, le temperature notturne sono state prossime allo zero.

Così facendo, la gran parte dei parassiti eventualmente presenti sulle foglie, muoiono per il freddo e noi possiamo evitare così di ricorrere a insetticidi chimici.

 

La cura delle macchine e degli attrezzi non è un dettaglio

Non solo le piante hanno bisogno delle nostre attenzioni, ma anche tutti i manufatti presenti nei giardini e comunque all’aperto.

La pulizia regolare delle grondaie e dei canali di scolo eviterà che le foglie cadute vi si accumulino impedendone la funzionalità.

Non bisogna dimenticare, e prima che le temperature scendano sotto lo zero, di svuotare le condutture che usiamo per l’irrigazione. L’ideale è chiudere il rubinetto che alimenta l’impianto esterno e svuotare le condutture, così da evitare che l’acqua presente all’interno, ghiacciandosi, finisca per romperli.

I tubi mobili invece, potranno essere riposti al coperto per evitare che il freddo li indurisca rendendoli fragili e inclini a fenditure o rotture.

Per concludere, quando le giornate di pioggia non ci permetteranno di lavorare all’aperto, ne potremo approfittare per dedicare tempo alla manutenzione degli attrezzi e macchinari da lavoro:

  • pulire e oliare le parti mobili,
  • affilare le lame di forbici e cesoie,
  • riporre gli attrezzi all’asciutto e al riparo dalle intemperie.

Questi accorgimenti faranno sì che, quando arriverà la buona stagione e ne avremo bisogno, li troveremo perfettamente funzionanti e pronti all’uso.