Bomboniere matrimoni

Bomboniere, tendenze 2017

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Bomboniera di cartaLa bomboniera è forse IL simbolo del matrimonio per coloro che hanno il piacere di esserne invitati, è il ricordo che ognuno degli ospiti terrà in casa a memoria del vostro giorno meraviglioso.
La bomboniera è anche il vostro modo di dire “grazie!” agli ospiti che hanno partecipato al matrimonio e hanno contribuito a renderlo l’evento speciale che avete sempre sognato.
Questi sono i motivi per cui la bomboniera, soprattutto negli ultimi anni, non è più il banale piattino o il gattino d’argento che, inevitabilmente, sarebbe stato messo in un cassetto a prendere polvere. Oggi la tendenza per le bomboniere rispetta i seguenti canoni:

  • Originalità
  • Utilità
  • Sostenibilità

Doni utili quindi, semplici, a volte anche realizzati col “fai da te”; eco-sostenibili, eno-gastronomici, purché sempre biologici.

Sì, perché la nuova coscienza ambientalista, il gusto per il buon cibo, il rispetto per la natura e le materie prime e, perché no, unBomboniera gastronomica certo senso del risparmio, si sono fatti strada nel sentire comune e hanno stimolato la fantasia degli sposi, dando vita a idee molto carine per bomboniere particolari e apprezzate.

Unico vincolo, il colore. I colori delle bomboniere non possono prescindere da quelli del matrimonio. Il 2017 vede un prevalere del verde, nelle tonalità Tiffany e smeraldo, del turchese, dell’albicocca, oltre naturalmente all’immarcescibile bianco.

Bomboniere eno-gastronomiche

Il buon cibo, quello sano, gustoso e biologico, fa da sempre parte della nostra cultura. Ed è logico, visto che abbiamo cibi e vini eccezionali Perché allora non renderli parte di un’occasione altrettanto eccezionale come il matrimonio?

Ampolle d’olio d’oliva o di aceto di vino, bottigliette di vino o di distillati, barattoli di miele o di conserve, piccole confezioni di formaggi e salumi…
Per i più raffinati non mancheranno fois gras, caviale, champagne, spezie esotiche…
Potete pensare alle pause pomeridiane con the, tisane e infusi vari, oppure alla colazione con assaggi di pasticceria o torte mignon.

Bomboniere eco-sostenibili

Bomboniera eco-sostenibile La cura per l’ambiente è ormai diventata un imperativo. Inquinamento e scarsità di risorse ci obbligano a cambiare atteggiamento nei confronti della natura che ci circonda.
Ecco allora farsi strada l’idea di bomboniere non inquinanti, anzi: bomboniere “verdi” o eco-sostenibili.
Vasetti con piante grasse, con piantine da fiore, bonsai, piante aromatiche… oppure prodotti di uso comune realizzati con materiali eco-sostenibili o riciclati: candele, foulard, sciarpe, fazzoletti, collane, bracciali, ciondoli, portachiavi…
C’è chi pensa alla cura del corpo, oltre che dell’ambiente, e regala saponi, shampoo, creme per il corpo, lozioni, profumi…

Bomboniere fai-da-te

Il bello di un regalo fatto a mano, oltre al considerevole risparmio economico, è che possiamo donare una parte di noi; Bomboniere solidalil’impegno che ci mettiamo è testimonianza diretta di quanto teniamo alle persone che riceveranno il dono.
Una bomboniera realizzata dagli sposi potrebbe avere un valore affettivo incalcolabile.
Sacchettini da cassetto, lavori a maglia o all’uncinetto, fotografie, testi poetici o in prosa, fotomontaggi, découpage, incisioni, mosaici, dipinti… ogni bomboniera realizzata dagli sposi per i propri ospiti è un vero gesto di affetto e considerazione. Difficilmente potrà finire in un cassetto.

Bomboniere solidali

BomboniereLa solidarietà e la beneficenza sono un modo per condividere la nostra felicità con altri meno fortunati.
Regalare bomboniere acquistate presso enti benefici (UNICEF, UNHCR, Caritas, Telethon, protezione civile…) o cooperative di sostegno è un modo bello e originale per fare beneficenza. Un altro modo è regalare ai propri ospiti un biglietto di ringraziamento che attesta la donazione da voi fatta a nome loro.

Bomboniere “classiche”

Ceramica e porcellana continuano a essere materiali apprezzati, purché con essi vengano realizzate bomboniere di buon gusto, Bomboniere di porcellanaeleganti, raffinate e, perché no?, anche utili.
Spazio, quindi, a piattini, teiere, tazzine, portagioie, cornici, candelieri, cucchiaini…

Come vedi, la bomboniera è diventata un modo divertente e multiforme di ringraziare gli ospiti al tuo matrimonio.

L’importante è non perdere mai di vista le caratteristiche imprescindibili per delle bomboniere che si rispettino:

Devono avere il colore del tuo matrimonio
Devono piacere prima di tutto agli sposi che le scelgono
Devono essere donate col cuore

Questi sono gli accorgimenti per chi vuole un matrimonio perfetto in ogni dettaglio.

Medhanie Zeleke Digital Sposi

Medhanie Zeleke di Digital sposi: un matrimonio da sogno merita un video all’altezza

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Medhanie Zeleke, anima di Digital Sposi, è un video maker la cui sensibilità per l’immagine non è seconda a nessuno.
Ci tiene a restituire nei suoi video, le emozioni che i protagonisti hanno vissuto davvero.

In questa intervista ci spiega chi è e come riesce a realizzare le sue meraviglie.

I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Logo Digital Sposi

Qual è stato il tuo percorso lavorativo? Da quanto tempo fai questo lavoro?

Sono più o meno 10-12 anni che faccio questo tipo di lavoro. All’inizio era un hobby, piano piano è diventato quasi un lavoro part-time. I lavori sono poi aumentati e sta diventando un lavoro full-time.
È partito da un gioco: facciamo un filmato o una foto con amici, poi si fa una prima prova di montaggio, poi ho iniziato a collaborare con professionisti del settore matrimonio e da lì è iniziata tutta la crescita a livello professionale.
Dopo qualche anno, quando le cose andavano bene e il livello cresceva, ho deciso di mettermi per conto mio.

Chi sono i tuoi clienti? E che tipo di clienti sono?

Parto dalla tipologia: sono clienti abbastanza esigenti, persone che vengono e chiedono cose specifiche, hanno già un’idea chiara di quello che vogliono e quindi non sono i classici clienti che dicono “fai tu“. Questa è la parte più divertente del lavoro, almeno per me, perché quando uno viene da me con un’idea chiara e tu ne aggiungi una, lui ne aggiunge un’altra, si riesce a creare qualcosa di personalizzato, ma soprattutto il cliente esce molto contento, perché ottiene quello che aveva immaginato o quello che pensava si potesse realizzare.
Spesso vengono dicendo “io vorrei fare questo, questo e quest’altro“, poi ci aggiungi qualcosa e quando vedono il prodotto finale, il filmato o l’album, rimangono veramente contenti.
Per la maggior parte sono questi i tipi di clienti.
Per quanto riguarda chi sono, principalmente sono clienti un po’ giovani che mi trovano grazie a internet e ai social.

Quanto è difficile andare incontro alle esigenze di un cliente indeciso, forse perché inesperto o perché giovane, per fare un buon prodotto?

Per chi non ha un’idea ben chiara, si parte spiegando il nostro standard durante la giornata tipica di un matrimonio.Medhanie Zeleke

Quando incontro le coppie cerco sempre di conoscerle piuttosto che spiegar loro tutto quanto concerne il servizio. Quel tipo di informazione la trovi sul sito, nel preventivo… se te le descrivessi sarebbe come mostrartele per la terza volta.
Cerco invece di individuare chi ho di fronte a me, chi sono; spesso chiedo come si sono conosciuti o che tipo di musica ascoltano. A volte faccio vedere un album e chiedo quale tipo di foto è piaciuta di più e da lì cerchi di capire che stile può piacere, a quel punto si va a creare un pacchettino per loro.
Anche il video che può sembrare riprese dell’intera giornata, certe volte vedi delle reazioni che loro non pensavano si potesse fare, spesso da una parte per chi ha un’idea chiara è più semplice perché lì c’è uno scambio di idee e la creatività va a mille da entrambi e dall’altra parte per chi non ha un’idea chiara, quando tu gli fornisci un input spesso sono quelli che poi dopo esplodono perché vogliono fare tante cose e alla fine ti facilitano anche in quel senso il lavoro.

Hai clienti che ti chiedono video per eventi: quanto è importante fare video a un evento? Hai visto uno sviluppo nel tempo di questa forma?

Direi che il video è sempre stato una componente importante, al pari della fotografia, perché quello che ti rimane di qualunque evento, come un battesimo, un compleanno, un diciottesimo etc. è il ricordo, fotografico o su video, che ti fa vivere sempre l’emozione, anche se lo riguardi dopo un anno o dopo dieci anni.
È molto importante avere questi ricordi.
Per esempio, quando ero piccolo mio padre faceva il video maker e abbiamo tanti video.

C’è personalizzazione in quello che fai?

Sì, più che altro c’è molta personalità che dipende dalla coppia e da quello che ci metto io.
È un processo che si costruisce mesi e mesi prima, quando si fa il primo incontro con la coppia o con il cliente, e da lì il montaggio viene fatto a seconda della tipologia di coppia o dell’evento.
Non è un lavoro quasi di fabbrica, quello che loro nel corso dei mesi tramite messaggi, mail, telefonate, l’incontro il giorno stesso… le informazioni che riesci ad accumulare vengono trasportate sul montaggio.
È una cosa difficile da spiegare ma lo vedi negli sposi quando vengono e vedono l’anteprima del video, molti rimangono molto emozionati, spesso dicono “È come me l’ero immaginato“.

Il passaparola funziona molto? I social network aiutano in questo senso? Segui e aggiorni i tuoi profili?

Per il matrimonio il passaparola è importante, anche tutti questi canali di comunicazione che sono immediati e riesci a raggiungere tantissime persone con pochissimi click. Il passaparola secondo me è ancora al primo posto, ovviamente dipende dal tipo di lavoro che fai, può essere positivo o negativo, è un’arma a doppio taglio ma è un canale di comunicazione ancora di primo livello.
I social network uno lì può dirottare come gli pare, non c’è il discorso del positivo o negativo. Lì uno può pubblicizzarsi con le cose più belle, però la facilità che abbiamo oggi è di raggiungere tante persone e qualche anno fa non era possibile.
Per quanto mi riguarda, uso i principali: Facebook, Google Plus, Twitter, Instagram, Linkedin. Non sono un tipo accanito, che sta ogni giorno a pubblicare in continuazione; lo utilizzo come canale di comunicazione molto soft, però è efficiente, i risultati li porta, non come il passaparola, ma a lungo andare si vede che un risultato lo porta.

Parlando di matrimoni com’è organizzare un servizio video? È più difficile? Ci vuole tanta attenzione?
Qual è la caratteristica che tu hai e che secondo te non deve mancare per fare questo mestiere?

Secondo me una caratteristica che non deve mai mancare è la conoscenza di chi hai davanti.Medhanie Zeleke Digital sposi
Spesso, quando uno comincia a fare tanti matrimoni, si casca nell’errore di dire che più o meno sono tutti uguali, quindi allinea il suo standard, il suo orario, il modo di fare a tanti matrimoni e allora diventa un lavoro di fabbrica.
Questa è la caratteristica che io cerco sempre di evitare, ti viene quando hai tante date, devi stare lì a creare tutti gli orari, i programmi, andare a vedere i posti dove porterai i clienti. Il problema ce l’ho quando ti devo dare il prodotto finale personalizzato.
La caratteristica importante è conoscere la coppia e i gusti della coppia, è un processo che parte dal primo giorno che incontri la coppia fino a quando gli consegni il prodotto, perché anche quello è molto importante: come glielo consegni, in quale contesto.
Qualche settimana fa, per esempio, sono andato a consegnare a casa di una coppia un pacchetto completo, album e video.
Loro non se l’aspettavano, si sono visti le loro foto come l’avevano immaginate, ricevute a casa.
Poi c’è la parte tecnica, di bravura a lavorare su computer, a cercare costantemente di aggiornarsi sulle nuove tecniche. Questa è un’altra componente fondamentale che molti, dopo un po’, perdono.
È un lavoro che richiede tanto aggiornamento.

Parlavi di location dove portare gli sposi a girare il video: quanto tempo è necessario in una giornata in cui i tempi sono serrati? Come ti organizzi?

Cerco di fare prima i sopralluoghi, diversi mesi prima a seconda del periodo o qualche settimana prima. Si cerca di trovare delle location che siano a metà strada tra la chiesa, o dove faranno la cerimonia, e dove faranno il ricevimento. Un luogo che non faccia deviare tanto dal tragitto ed esteticamente bello, in modo da riprendere l’ambiente insieme alla coppia.
C’è poco tempo per quello che si vorrebbe fare, la luce influisce tanto e quando ti ritrovi la coppia già sposata e contenta, vorresti stare lì cinque ore a riprenderli, a fare foto, a fargli fare tante cose e il tempo è poco. Spesso suggerisco alle coppie una seconda giornata di riprese. Perché lo faccio? Perché se tu hai mezz’ora – quaranta minuti di tempo e cerchi di concentrare il tutto, ovviamente non puoi fare quello che ti sei immaginato o quello che loro vorrebbero.
Ti ci vuole più tempo e più attrezzatura, devi viaggiare, c’è anche il pensiero che loro devono ritornare al ristorante o alla villa e c’è sempre nei visi quello stress che dice “bisogna andare via“. Quindi in quell’ora li teniamo rilassati il più possibile, si fa quello che si può.
Al momento che ci accorgiamo che la coppia comincia a dire “che ore sono?” oppure “abbiamo fatto?” è il momento di stoppare; questo è un primo segnale, li puoi trattenere un pochino ma poi stoppiamo tutto.
Ecco che io propongo sempre una seconda giornata per fare o foto o video. Nella seconda giornata puoi ritagliare più tempo, puoi andare in una location diversa, in un’altra città e poi la cosa fondamentale è che hai la coppia completamente rilassata: il matrimonio è passato, il giorno è passato, loro sono tranquilli, si rivestono e lì puoi beccare una situazione molto calma, possono dedicare anche l’intero pomeriggio.
Si riescono a cogliere, sia dal punto di vista fotografico che sul video, quelle espressioni dei visi che molti magari non si ricordano ecc., riesci a beccare delle espressioni degli occhi che il giorno del matrimonio non riusciresti a beccare e questa cosa ultimamente piace tanto.
È una situazione di completo relax, non c’è da correre da nessuna parte, è tutto concentrato su di loro e si divertono, li portiamo in situazioni completamente diverse: se non sono stati al mare li portiamo al mare e di conseguenza, sia il materiale fotografico che video si amplia, puoi fare più cose e c’è più margine per creare delle cose su misura per loro.

Video di giorno e video di sera: aspetti, problematiche, preferenze?

Io utilizzo delle reflex con diversi obiettivi e diverse qualità di lenti che hanno alcune limitazioni per quanto riguarda la bassa luce, quindi cerco di fare tutto con l’aiuto di flash, però queste lenti soffrono quando diventa tutto buio.
Io preferisco il giorno, non solo per avere un’immagine chiara e limpida: il matrimonio in sé per sé è una giornata di festa, la sposa con l’abito bianco… farlo di notte sembra quasi un controsenso, a meno che tu non faccia delle fotografie. Il video preferisco sempre farlo di giorno, perché l’aria aperta e la luce danno quel senso di romanticismo e di bellezza che il giorno del matrimonio deve avere.
Riprendo quasi tutto in maniera naturale, cerco di non impostare mai la coppia, riprendo quello che succede. È dopo, in fase di montaggio, che ricostruisco il tutto. Puoi trasformarlo come ti pare.
Se fai le riprese al buio, pur con l’illuminazione artificiale adeguata, non c’è naturalezza, non c’è quel raggio di sole che sta illuminando il viso… lo devi ricostruire.
Per quanto riguarda la parte fotografica, è molto divertente farla di sera perché si può giocare tantissimo con le ombre, Medhanie Zeleke Fotografospecialmente quando comincia a tramontare. Anche subito dopo il tramonto vengono fuori delle belle cose.

La voglia o meno di farsi riprendere è legata secondo te anche a un target anagrafico? C’è più o meno voglia?

Gli ospiti rispetto a qualche anno fa sono un po’ più disinvolti, ti vedono lì in chiesa, o dove si fa la cerimonia, con l’attrezzatura; sanno che sei il fotografo o il videomaker ufficiale, devi girare a riprendere o a scattare foto e non c’è problema. Alcuni si girano per timidezza loro, ultimamente sono più disinvolti perché con tutta questa esplosione di immagini e video dappertutto, ormai sono abituati.
Nei filmati che faccio mi capita raramente di vedere gente che si gira, anche perché io ho un modo di riprendere poco invasivo, per esempio: in una sala dove la gente sta mangiando, faccio una o due uscite dove riprendo tutta la sala, dopo mi metto in un angolino e riprendo l’altra parte del tavolo. Sono a dieci metri, nessuno si accorge di essere ripreso, quindi posso riuscire a beccare un primo piano con due persone che parlano e sempre dei momenti naturali.
Qualche anno fa, si andava davanti al tavolo, facevi le riprese e la gente se ne accorgeva. Ti guardavano tutti e si mettevano a ridere o salutavano, cosa che ora non si fa più perché è meno naturale, quindi ti metti dall’altra parte e riprendi quando la gente è nel momento in cui si diverte, che è la parte più bella.

Secondo te c’è molta improvvisazione nella tua professione?

Come in tutti i settori, ci sono persone che si spacciano per quello che in realtà non sono o perché hanno fatto qualcosina.
Il problema ovviamente è che, specialmente sul video, è molto molto difficile farla franca, nel senso che sulla fotografia, su 3000-4000 scatti che puoi anche aver fatto a occhi chiusi, 20 li trovi; sul video è molto difficile, devi stare attento dalla mattina alla sera e a riprendere immagini che sono fotografie.
Non esiste più il modo di riprendere di una volta, a campo largo, quello che succede si riprende e poi si taglia come ci pare. Ormai le persone sono abituate a vedere film belli, anche i filmati su internet, Youtube ecc. sono fatti molto bene, quindi la gente ha uno standard più alto.
Ti puoi spacciare come videomaker, prendi un matrimonio, però una volta fatto male, non ti chiama più nessuno.
Un altro aspetto è la scelta di un videomaker perché ti costa meno.
Sull’improvvisazione tante persone iniziano questa cosa qui e smettono subito se non trovano altro lavoro, altrimenti li vedi che migliorano sempre ed è un aspetto positivo.

Parlavi di budget: quanto incide e quanta importanza si dà a questa voce in un matrimonio?

Il budget influisce molto, perché le coppie immaginano il costo totale di un matrimonio, che non è poco, e cercano di abbattere piccole cose, quindi spesso la scelta del fotografo e del videomaker si fa quasi all’ultimo arrivando a dire “abbiamo un budget ristretto“. Molte coppie hanno questo approccio.
Il budget influisce parecchio, ultimamente c’è un altro tipo di clientela, supportata da organizzatori o da persone che la seguono. Loro scelgono in base alla qualità.

Ti capita anche di trattare coppie di sposi stranieri? Vedi differenze riguardo questo aspetto tra italiani e stranieri?

Sì mi è capitato e si vede subito. Le coppie straniere con le quali ho avuto a che fare ti valutano in base al tuo lavoro, non in base a quanto richiedi.
Proprio ieri ho avuto un incontro con una coppia di svedesi che hanno visto il lavoro e ha apprezzato, ho fatto loro un prezzo e non hanno battuto ciglio. La trattativa è stata chiusa in quindici minuti.
Con altre coppie italiane ci metti settimane perché devi convincere, perché quella cifra piuttosto che quell’altra, diciamo che c’è questa grande differenza perché le coppie straniere prima vogliono conoscerti, ti chiedono chi sei, mi hanno chiesto da quanti anni faccio questo lavoro, dove abito. Non mi chiedevano cose del lavoro, mi chiedevano di me.
Valutano la persona, quando vedono che c’è sintonia, nella fase successiva valutano il lavoro. Ti fanno loro il colloquio e se piaci tu e il tuo lavoro la trattativa è conclusa.

Perché si sceglie di venire da Medhanie Zeleke? Qual è la tua caratteristica che ti contraddistingue da altri tuoi Digital Sposi Fotograficolleghi?

Vedendo tutto quello che c’è fuori, posso dire senza presunzione che la cura che si mette in ogni singolo servizio è molto superiore rispetto a tante altre realtà ed è una cosa di cui mi vanto.
C’è tantissima concentrazione e tantissimo lavoro dietro, quello che purtroppo il cliente non può vedere. Lo percepisce quando vede il filmato o il lavoro finito, anche questa è una difficoltà, però è una caratteristica che mi contraddistingue

Fotografo matrimonio

Giuseppe Giovannelli. In una fotografia tutte le emozioni del tuo matrimonio

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Giuseppe Giovannelli è un giovane fotografo di Lucca che, attraverso un mix unico di professionalità, sensibilità e discrezione, riesce a catturare i momenti più importanti e le emozioni più profonde di ogni avvenimento.
Chi si affida ai suoi servizi, si vede recapitare a casa i propri ricordi in un splendida confezione, degna di un contenuto tanto prezioso.
Le migliori tecnologie e una sconfinata passione supportano Giovannelli nella sua missione: rendere eterni i più bei momenti del tuo matrimonio.

I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Logo Giuseppe Giovannelli

Qual è stato il tuo percorso lavorativo? Da quanto tempo fai questo lavoro?

Il mio percorso non è partito direttamente dalla fotografia, io vengo dal 3D. Mi è sempre piaciuto fare foto in vacanza, in giro con gli amici.
C’è molta somiglianza tra il 3D e la fotografia a livello di inquadrature, luci ecc., quindi studiando una cosa, studiavo anche l’altra.
A un certo punto, iniziai a lavorare per uno studio fotografico: non avevo mai fatto matrimoni fino ad allora, sono stati tre anni molto costruttivi, mi hanno fatto apprezzare e amare questo lavoro.
L’anno scorso ho deciso di trasformare quello che era un hobby nella mia professione.
Sono contento di come sta andando, i feedback ricevuti dai clienti sono positivi, quindi mi ritengo soddisfatto, per adesso.

Chi sono i tuoi clienti?

I miei clienti sono ragazzi dai 27 ai 36 anni che, fortunatamente, credono ancora nel matrimonio, nell’amore e hanno il coraggio di avventurarsi in questo percorso.

Quindi la tua specializzazione ora è …Giuseppe Giovannelli Fotografo Matrimoni

Settore wedding e ritratti.

Hanno esigenze particolari i clienti che vengono a chiederti un servizio fotografico?

Dipende dai clienti: alcuni sono più esigenti, stanno attenti a tutto e si raccomandano molto per ogni particolare; altri a volte sembra che non vogliano neanche essere fotografati, per l’imbarazzo. Li capisco benissimo ed è compito mio farli sentire a proprio agio di fronte alla camera, farli sciogliere e cercare di tirare fuori il meglio da quella sessione fotografica.

Quali sono le difficoltà che incontri nel realizzare un servizio fotografico?

Parlando di matrimoni, è il tempo. Pur avendo il fotografo voce in capitolo, perché è la figura professionale che segue la coppia dall’inizio alla fine, il tempo rimane sempre il “nemico” e l’ostacolo più grande. Bisogna riuscire a fare tutto nei giusti tempi, in qualsiasi situazione e non hai mai certezze: che ci sia sole, pioggia, vento, neve, freddo il tempo a disposizione per tirare fuori il meglio da quel servizio fotografico è quello.

Quindi non è solo il tempo come concetto ma anche il tempo a livello atmosferico…

Sì, ci sono un sacco di variabili che ti possono aiutare o mettere i bastoni fra le ruote.

Il budget di spesa è una voce che incide molto nella scelta di creare un bel servizio fotografico? Quanto i tuoi sposi sono interessati al budget? Può fare la differenza?

Quando parlo di budget o di preventivo, mi piace spiegare al cliente dove vanno quei soldi. Non basta dire che faccio tot foto per la cifra X; è interessante far capire perché spendono quella cifra.
Con quella somma assumono una persona competente, una figura professionale che sa gestire i tempi, le varie problematiche che possono presentarsi e consegnare un lavoro ottimale nei tempi stabiliti.
Il budget è importante perché l’esperienza, l’attrezzatura che usiamo, il modo in cui consegniamo il lavoro, sono cose che vanno a incidere: avere l’eccellenza dall’inizio alla fine ha un prezzo.Giuseppe Giovannelli Fotografo
Come ti viene consegnato il materiale, il software che uso per dialogare col cliente, per fargli vedere le foto… sono tutte cose che vanno a incidere perché sono una spesa per me, però è una spesa che il cliente dopo apprezza.
Come si lavora, l’attrezzatura con cui si lavora, la professionalità con cui si lavora e come si consegna il materiale alla fine fa la differenza.
Consegnare il filmino del matrimonio in una custodia trasparente o consegnarlo in una wedding box decorata con la chiavetta e il cd stampato, sono particolari che fanno la differenza.

Qual è secondo te il tuo punto di forza in questo lavoro?

Ciò che mi viene sempre riconosciuto è l’empatia che riesco ad avere subito con i clienti. Il giorno del matrimonio c’è molta tensione, è molto particolare e stressante, anche l’arrivo in chiesa, la preparazione in casa sono momenti molto tesi.
Quando siamo insieme agli sposi e facciamo le foto, però, si crea un feeling positivo e una battuta tira l’altra, una risata tira l’altra e si crea un bel clima e si lavora tutti meglio.

Il momento del tuo lavoro in chiesa è abbastanza delicato, nel senso che il fotografo deve essere quella presenza costante che si avvicina molto agli sposi, all’altare, ai testimoni e quindi deve riprendere dei momenti cruciali di una giornata in cui a volte sembra che possa distrarre l’attenzione. Qual è secondo te la caratteristica che si deve avere, l’accortezza in più che non deve mancare?

Come hai detto, il momento della cerimonia è molto importante e anche molto difficile a volte, perché oltre alle problematiche logistiche esistono anche compromessi che si devono fare con la luce ambientale di una chiesa.
Ci sono chiese luminose e meno luminose, siamo attrezzati con dei faretti ad hoc per illuminare le chiese più buie, però a volte i sacerdoti non ti autorizzano per problemi elettrici.
In questi casi, tornando al discorso del budget, un’attrezzatura adeguata ti permette di affrontare una location come una chiesa buia e tirare fuori delle belle foto.
Tecnica, conoscenza e attrezzatura vanno di pari passo.
In più ci sono i momenti cruciali come lo scambio delle fedi o gli sposi che si danno la mano o si scambiano uno sguardo importante… in questi casi dobbiamo essere presenti ma non invadenti; l’attrezzatura ci viene incontro con degli obiettivi fatti apposta per catturare momenti importanti da lunga distanza.

Lavori da solo o ti avvali di collaboratori?

Lavoro da solo. Una cosa che viene sempre richiesta dai clienti è la mia presenza al matrimonio, perché mi dicono che a volteGiuseppe Giovannelli Foto Matrimoni in studi di più persone, il cliente parla con una persona, si crea un bel rapporto e il giorno del matrimonio ne arriva un’ altra. In questi casi è come ripartire da zero.
Il giorno del matrimonio quindi ci sono sempre io da solo, salvo in casi eccezionali, come un altissimo numero di invitati, uno spostamento importante tra casa della sposa, chiesa ecc.… In questi casi mi avvalgo di un assistente validissimo che comunque è con me, non è solo.

Quanta personalizzazione c’è nel poter realizzare un bel servizio fotografico? Quanto il fotografo mette di sé stesso, al di là dei soggetti che sono la materia prima?

Secondo me mette tanto, perché è quello che fa la differenza. È così che si distingue un fotografo da un altro. A prescindere dal tipo di inquadrature, di post produzione sulle foto, dal tipo di impaginazione dell’album, viene tutto dal tuo modo di dire: “io lavoro così“.
L’impronta è quella, parte dall’inquadratura, dai posti che scegli per fotografare, dal tuo modo di lavorare in post e a come le consegni. Lì è tutta creatività: gli sposi sono a tua disposizione, sta a te dirgli dove mettersi e come, come giocare con la luce.
Io lavoro, salvo eccezioni, con luce naturale, perché l’impronta che voglio dare alle foto deve renderle romantiche e molto naturali, autentiche.
Se guardi uno scatto originale e uno post prodotto al computer per la stampa, sono molto simili.

Parlavi di posti da scegliere per realizzare le foto e di tempistiche abbastanza strette: molto spesso capita a i matrimoni di raggiungere la location dove avviene il ricevimento e di attendere per molto tempo gli sposi perché sono andati a fare le foto. Questi tempi d’attesa lunghi secondo te da cosa dipendono? A te succede così? Si può ovviare?

Fortunatamente a me non capita, è tutta questione di come gestiamo il tempo.
Una delle cose che incide è il momento in cui gli sposi escono dalla chiesa; mi è capitato di vedere matrimoni con tanti parenti che vivono fuori città e vorrebbero tutti spendere una parola, un ringraziamento, un abbraccio alla sposa però il sole, specialmente nel pomeriggio, non aspetta e rischiamo oltre che di arrivare in ritardo e quindi far attendere gli invitati, di perdere i momenti chiave della giornata per scattare con una luce bellissima.Ad esempio, io mi accordo con gli sposi in modo che, all’uscita dalla chiesa, abbiano un quarto d’ora a disposizione per salutare amici e parenti, dopodiché vado a chiamarli e andiamo. Quando andiamo nella location scelta per fare le foto, non stiamo mai via più di 40 – 50 minuti, se siamo fortunati anche meno.

Anche gli ospiti amano farsi fotografare o invece qualcuno si defila? Com’è adesso la tendenza, visto che con la moda dei selfie siamo diventati un po’ tutti fotografi di noi stessi?

Ci sono entrambe le categorie: gli invitati super selfie molto predisposti alle foto, e i più timidi che non gradiscono le foto. Allora con un paio di passi indietro cambio obiettivo e li fotografo in totale naturalezza, senza che se ne accorgano. Questo viene apprezzato: gli sposi mi dicono che queste persone ringraziano per la serie di ritratti di cui non sapevano nulla.

Il passaparola è vincente nel tuo lavoro? I social network aiutano in questo senso?
Segui e aggiorni i tuoi profili?

Il passaparola è l’arma vincente, non c’è niente come una coppia che parla bene di te ad amici che devono sposarsi. Con me funziona tantissimo. Questo poi si rispecchia nei social network che sono il fulcro del passaparola; sono megafoni che parlano a milioni di persone.

Secondo te c’è molta improvvisazione nella tua professione? I tuoi concorrenti sono altrettanto professionali o invece c’è gente che inizia a fare questo mestiere un po’ per gioco ma non ha basi solide?

Anche in questo caso, ci sono entrambi gli aspetti: ci sono persone che hanno delle solide basi o che comunque hanno quel qualcosa in più rispetto all’amatoriale classico. Secondo me, dopo un po’ d’esperienza, se sentono di poter approcciare una fase successiva, da amatoriale a professionale, fanno bene.
Poi ci sono quelli che prendono lavori da professionisti ma non sono all’altezza, magari perché ancora non hanno ancora la pratica necessaria o non hanno studiato abbastanza. Purtroppo si improvvisano e questo va a scapito del cliente.
È il cliente a scegliere il fotografo e l’unica raccomandazione è quella di scegliere una persona che abbia esperienza nei matrimoni, perché è un ramo che presenta difficoltà che altre tipologie di foto non hanno: hai a che fare con tempistiche, imprevisti, persone e devi essere in grado di fronteggiare tutto.

Al di là dei matrimoni chi sono le persone che ancora richiedono un servizio fotografico per una ricorrenza? Esiste ancora fare per un 18imo o 50imo o è esclusivamente proprio per comunioni, matrimoni o cresime?

Tanto mercato al di là dei matrimoni, lo hanno i ritratti riguardanti i settori maternità e neonati. È un campo che sta prendendo molto piede, si vedono dei bei lavori ed è una cosa molto bella.
È cambiato lo stile: prima le foto erano un po’ statiche, da alcuni anni a questa parte sono foto un po’ più artistiche, più dinamiche e questa cosa sta attirando anche fotografi che prima snobbavano questo tipo di fotografia.

Cos’è che ti distingue da altri tuoi colleghi per non dire concorrenti? Perché si sceglie Giuseppe Giovannelli?

Trasparenza e chiarezza innanzitutto. Quello che cerchi e quello che offro, tutto nero su bianco e massima qualità per quanto mi riguarda. Do il massimo per quanto riguarda le conoscenze, l’attrezzatura, l’esperienza e l’empatia.
Sono una persona aperta e disponibile e allo stesso tempo vigile e professionale.

Fede nuziale

La fede nuziale, tradizione e tendenze 2017

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Fedi nuzialiIl matrimonio è un appuntamento importantissimo, una pietra miliare nella vita di una coppia. Si tratta di un vincolo, di un legame che due persone stringono consapevolmente per la durata di un’intera vita.

Quando pensi al tuo matrimonio qual è il primo oggetto che ti viene in mente? Quale simbolo ti balza agli occhi che testimoni l’inscindibile vincolo d’amore?

Esatto, la fede nuziale.

Importanza della fede nuziale nel tempo e tra le culture

Le fedi sono due cerchi di metallo che, una volta messi al dito, diventano preziosa prova del matrimonio tra Anello nuzialedue persone. Si tratta di un simbolo fortissimo, che travalica il tempo, le generazioni, le mode…

L’uso delle fedi durante la cerimonia nuziale ha origini molto antiche: si dice che gli antichi egizi ne diffusero l’uso, convinti che dall’anulare sinistro partisse un canale che incanalava i sentimenti fino al cuore. Legare gli anulari significava quindi, assicurarsi un legame duraturo di amore e fedeltà con l’altro.

La cosa convinse tutti: le fedi vennero usate anche dalle altre civiltà e ancora oggi sono una componente imprescindibile del matrimonio, tanto che in alcune zone del Nord Italia la fede si chiama anche “vera”, termine slavo che significa fedeltà.

Per gli ebrei lo scambio delle fedi era davvero fondamentale: bastava da solo a suggellare il matrimonio.

È usanza scrivere all’interno delle fedi la data del matrimonio e il nome dello sposo nella fede della sposa e viceversa.

Fede in oro, platino o argento?

Fede matrimonialeIl materiale di cui erano composte le fedi variava a seconda dell’epoca e della latitudine.

Gli antichi romani usavano due cerchi di ferro, ma da allora materiali e forme si sono moltiplicati.
La tradizione a noi pervenuta prevede la fede di un metallo prezioso come il sentimento che simboleggia: oro giallo o bianco; anche la preziosa fede in platino è molto apprezzata e, ovviamente, molto più esclusiva.

Molto belle anche la Bicolore (due cerchi intrecciati di oro giallo e bianco) e la Tricolore (tre cerchi intrecciati di oro giallo, bianco e rosa).

Per chi vuole distinguersi senza badare a spese c’è la Unica con incastonato un diamante.

Gli sposi che vogliono un tocco di modernità e un materiale più discreto dell’oro possono scegliere l’argento.

Tipologie di fedi nuziali

Le fedi tradizionali sono cerchi d’oro giallo, lucido, tondi e smussati, col nome e la data all’interno; il peso varia dai 3 ai 16 grammi, secondo lo spessore degli anelli.
Esistono però fedi di diversa fattura:

  • la Francesina, sottile e leggermente bombata;
  • la Mantovana, più alta e piatta, spesso più pesante;
  • l’Etrusca, piatta con scritte benaugurati;
  • la Sarda, decorata come un pizzo chiacchierino;
  • la Ossolana, proveniente dalla Valle Ossola, espressione dell’antica tradizione orafa della zona. Riporta 4 simboli: la stella alpina che rappresenta la purezza, il grano saraceno che simboleggia la prosperità, i nastri intrecciati che simboleggiano l’unione eterna e le mezze sfere augurio di prolificità;
  • l’Ebraica, in filigrana smaltata decorata con perline;
  • l’Umbra, incisa col volto di una donna o di una coppia divisi da un bouquet di fiori.

 

Fede nuziale, le tendenze per il 2017

Fede nuzialeAnche quest’anno il materiale preferito per le fedi nuziali è l’oro in tutte le sue varianti: giallo, bianco e rosa.

Il platino è probabilmente il metallo pregiato di punta per fedi particolari, magari con diamanti.

Le fedi classiche rimangono in cima alle preferenze degli sposi, con l’apparizione nel 2017 dell’oro rosa, particolarmente amato dalle spose.

La vera novità del 2017, però, sarà la fede con incisioni a vista: il massimo della personalizzazione. Le incisioni possono essere di qualunque tipo, seguendo i gusti e i desideri degli sposi: da elaborati fregi ai semplici nomi scritti all’esterno anziché all’interno dell’anello.

Un’altra tendenza che prenderà piede in questo nuovo anno, è la fede realizzata con diversi ori combinati tra loro.
Alcuni sposi commissionano la loro fede ideale al gioielliere: gli propongono un progetto completo di disegni e indicazioni sullo spessore, l’altezza e il materiale di realizzazione. Le loro fedi saranno pezzi assolutamente unici.Fede nuziale Matrimonio

Sempre più attuale la moda di realizzare fedi nuziali diverse per lei e per lui: spesso la sposa sceglie una fede sottile, in oro bianco o giallo, magari con un piccolo diamante incastonato; lo sposo preferisce una fede a fascia, piatta, in oro bianco o platino, con una riga incisa a lato o nel mezzo.

Da non sottovalutare, infine, la scelta del cuscino porta-fedi. Solitamente realizzato con lo stesso tessuto dell’abito da sposa, il cuscino dev’essere un pezzo unico e prezioso, degno di portare il simbolo dell’unione matrimoniale.

Foto Matrimonio

Le foto matrimonio di Collephoto. La passione dei singoli, la forza del gruppo.

Le foto del matrimonio rappresentano probabilmente il ricordo materiale più duraturo dell’evento. Per tutta la vita saranno lì in un cassetto, in attesa di un amico, di un parente, di un attimo di nostalgia che ti spingerà a riguardarle.
Devono essere degne del tuo ricordo, resistere al tempo, restituirti intatte le emozioni di quel giorno.
Per questo è importante, fondamentale, rivolgersi a un professionista che sappia immortalare i momenti significativi, gli sguardi, i sorrisi, la tenerezza del tuo giorno speciale.
A questo lavora lo studio Collephoto guidato da Alessandro Colle. Non a semplici immagini, ma a frammenti di memoria e di emozioni.
I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Logo Collephoto

Gli inizi di una passione

Da quanto tempo fai questo lavoro? Ci parli un po’ dei tuoi inizi?

 

La Collephoto è nata ormai 7 anni fa, i primi tempi la svolgevo insieme a un altro lavoro: mi occupavo di marketing per una compagnia telefonica. Nel tempo l’attività fotografica è diventata predominante sull’altra, ho lasciato il mio lavoro in ufficio e mi sono dedicato a fare solo fotografie.

 

Da sempre ami la fotografia di matrimonio e per questo hai ricevuto numerosi premi: da dove nasce questa tua passione?

I primi anni dell’università mi sono pagato gli studi e qualche piccolo vizio portando la borsa a un fotografo più anziano, quindi svolgevo un piccolo lavoro; di qui è nata la passione di seguire la fotografia di matrimonio. Nel tempo ho scoperto che è un genere proprio di fotografia, infatti noi praticamente facciamo quasi solo quello e qualcosa di paesaggio, perché la fotografia di matrimonio unisce sia tecniche da reportage sia tecniche di moda, quindi è molto più complessa di quanto possa sembrare inizialmente.

 

Foto matrimonio per ogni esigenza, per ogni emozione

Chi sono i tuoi clienti?

Il mio target di clienti è abbastanza variabile: si ha la possibilità di avere clienti che vanno dalle principesse arabe sul Alessandro Colle fotografolago di Como a clienti che fanno un lavoro assolutamente normale nella nostra zona. Noi, come un po’ qualunque attività di questo genere, vendiamo delle date. Significa avere un certo slot di possibilità all’interno delle quali cerchiamo di occupare il meglio possibile.

 

Avendo una clientela così variegata quali sono le esigenze di questi clienti e se una tipologia di cliente ha un’esigenza preponderante rispetto ad altre?

A seconda dell’etnia hai diversi tipi di cliente: quest’anno abbiamo avuto la fortuna di fotografare matrimoni cinesi, arabi e ovviamente ogni tipo di persona ha delle usanze culturali molto diverse. Per esempio, nell’approcciarsi a una clientela giapponese, come ci è capitato quest’anno, bisogna evitare di fotografare dei sorrisi troppo appariscenti, perché il far vedere i denti non fa parte della loro cultura, quindi ogni tipo di cliente ha la sua esigenza.
Collephoto realizza prodotti unici, vestiti su misura. Quindi si parte sempre dal conoscere il cliente, avere un incontro anche lungo col cliente in cui ci racconta chi è e poi noi creiamo il vestito su misura, che poi può essere quello della ragazza della porta accanto come della ragazza che viene dall’altra parte del mondo, però si ritaglia sempre un vestito sulle sue esigenze, sempre e comunque.

 

Parlando di matrimoni oltreconfine come ci stai descrivendo, eventualmente ci sono anche più incontri per mettersi d’accordo…

 

Collephoto ha due persone che parlano un buon inglese e stiamo continuamente studiando inglese per migliorarci. Il problema con il cliente straniero è che molto spesso lo incontri il giorno del matrimonio o al massimo il giorno prima. È molto difficile avere più incontri. Se si ha la fortuna di farli li facciamo, sennò nel momento in cui li incontri devi, nel momento che si preparano, nel momento che, soprattutto la sposa, si sta vestendo, devi cercare di rubare, capire quelle che sono le sue peculiarità, le sue esigenze.
Chi ci sceglie normalmente cerca un lavoro che non sia propriamente posato ma, soprattutto nel cliente straniero, che interagisca con la festa, che rubi gli attimi, infatti io gli sposi nel periodo dopo la cerimonia generalmente li tengo al massimo 20-30 minuti.

 

Uno stile unico per rivivere un evento unico: il matrimonio

Quali sono le difficoltà in generale che incontri nel realizzare un servizio fotografico?

Il parcheggio (risate).
Sembra una banalità, però quando ti approcci a un matrimonio, l’aspetto logistico è spesso fondamentale.
Io ricordo sempre un matrimonio fatto con Damiano, bellissimo, in centro a Firenze a Palazzo Pitti, una location Set fotografico Collephotobellissima dove si fanno pochissimi matrimoni. La wedding planner degli sposi aveva sbagliato il numero di targa dei pass delle auto. Quella coppia aveva richiesto un servizio particolare che richiedeva che portassimo anche dell’attrezzatura nella location, per cui eravamo fortemente in difficoltà, perché abbiamo dovuto lasciare la macchina molto lontana e avvicinarci.
Quindi secondo me fare un briefing, un piano iniziale, un planning chiaro per tutti anche su piccole cose, come può essere il parcheggio, è una cosa che ti semplifica estremamente la vita. Io il giorno del matrimonio voglio solo pensare a scattare, solo concentrarmi sulla festa, tant’è che spesso quando abbiamo matrimoni molto lontani, vado con una persona che guida per me. Io tengo la mia mente focalizzata su quello che è il mio lavoro.

 

Il budget di spesa è una voce che riguarda vari aspetti di un matrimonio e comunque di un evento: per creare un bel servizio fotografico si deve spendere molto? Gli sposi arrivano da te focalizzando l’attenzione molto al budget o pensano invece a fare una cosa di qualità, tralasciando per un attimo la questione denaro?

 

Un buon servizio di matrimonio dipende da quante ore tu impegni il fotografo, puoi chiedere un servizio più corto o più lungo e questo già ti fa una differenza sostanziale di budget. Io ho sposi che hanno chiesto un servizio da 4 ore pagando una determinata cifra e non avranno documentato tutto il loro matrimonio, ma avranno una storia più corta o avranno meno fotografie. Quello che è importante capire è che si devono spendere bene questi soldi, ovvero quello su cui si deve concentrare il cliente è capire bene cosa ti dà il tuo fotografo perché molto spesso io ho letto preventivi di altri studi, anche non in zona, dove spesso si mescolano le mele con le pere.
Quando io vado a paragonare un prezzo con un altro, devo paragonare bene quello che mi danno, perché in Italia soprattutto bisogna capire se ti danno i file, se ti danno la possibilità di stamparteli, se ti mettono i file su un CD e te li guardi in televisione ma non te li stampi… quindi devi analizzare molto bene quello che è il tuo preventivo.
A tal proposito ho scritto un articolo interessante sul mio blog che si chiama: “Dieci domande da fare a un fotografo di matrimonio” che ti analizza proprio che cosa chiedere a un fotografo per avere un prodotto che sia buono per gli sposi.

Team Collephoto

Questo decalogo lo hai fatto anche perché gli sposi a volte sono indecisi, non sanno cosa effettivamente chiedere, non sono propriamente esperti della materia e quindi si affidano a volte a professionisti un po’ così?

Normalmente nella nostra cultura una persona si rivolge a un fotografo professionista se deve fare un book per la sua azienda (e oggi questa cosa sta sparendo) o se è incinta e vuol documentare la sua pancia o se si sposa. Normalmente sono i tre momenti in cui un adulto va dal fotografo, un po’ diverso per i bambini ma non molto: cominciano ora a fare un po’, prima c’era la pelle dell’orso e il bimbo sopra nudo.
Nella nostra cultura andiamo a comprare fondamentalmente una cosa che non conosciamo quindi secondo me, come in tutte le cose, è importante avere un acquisto informato, cioè tu scegli ma devi avere gli elementi per scegliere.
Io quello che trovo spesso nei miei sposi è che sono molto spaesati, sono molto disorientati perché ricevono preventivi che a volte, se non hai l’occhio di uno che è nel settore e il tempo per analizzarli, non riesci a capire perché un fotografo ti costa una cifra e un altro il doppio, mentre in realtà poi i prezzi sono abbastanza livellati sul mercato della fotografia.

 

Qual è secondo te il tuo punto di forza in questo lavoro?

 

Io credo che il nostro punto di forza non sia tanto nelle fotografie quanto nella qualità del servizio che diamo, perché l’amore che mette la Collephoto nel gestire ogni singolo file in questo studio è un plus che è difficilmente replicabile. Ci sono persone che sono dedicate solo all’archiviazione, ci sono persone che si occupano solo di foto-ritocco e ognuno si specializza in quello che sono i punti forti.

 

Collephoto, un team appassionato per documentare il tuo giorno

Io ti faccio le domande dando la priorità a te ma giustamente tu rispondi al plurale parlando del Collephoto team. Ci presenti questo team di collaboratori?

Vi presento quelli che con noi lavorano come capi squadra, cioè sono le persone che hanno la responsabilità di un servizio.
Sono:

 

Visto che il team Collephoto è al completo, vediamo di conoscere un po’ meglio i tuoi soci, vorrei chiedere a ognuno di loro di cosa si occupa e com’è lavorare con Alessandro Colle.

 

Massimo: io mi occupo di fotografia, sono responsabile della seconda squadra, sono capo squadra e lavorare con Alessandro è un piacere, anche perché, anche se sono più anziano di lui, ho molto da imparare da lui.
Damiano: sono responsabile della terza squadra foto e sono responsabile del settore video. È veramente un piacere lavorare con Alessandro anche perché apre a tantissime esperienze che difficilmente avrei potuto fare altrimenti se non avessi conosciuto mai Alessandro e soprattutto anche in questo team che si è creato nel corso del tempo alla Collephoto è veramente un piacere, perché si respira aria di famiglia, di casa e quindi è molto bello anche per questo.
Serena: Mi occupo un po’ della gestione del matrimonio cioè dei file. Finito il matrimonio, c’è da ordinare tutto l’archivio, diviso per categoria, selezionato e poi post prodotto.
Le fotografie post prodotte poi vengono impaginate, poi viene creata proprio una storia, il loro album. Sono anche titolare della Beautiful kids, fotografie per i bambini e donne in attesa.
Lavorare con Alessandro è forte, abbiamo scuole di fotografie un po’ diverse, però il fatto è proprio questo, cioè che ci compensiamo. Idee diverse che, quando non ci ammazziamo, vanno avanti.

 

Ci spiegate la differenza tra prima squadra, seconda squadra, terza squadra per chi non è avvezzo a questi termini?

Prima squadra significa che ogni servizio Collephoto è gestito intanto da due fotografi, sempre e comunque, perché una problematica forte nel matrimonio è il backup. Il primo backup è quello umano: se io mi rompo una gamba durante il servizio ci deve essere un secondo fotografo che lo porta in fondo, quindi ci sono sempre due operatori.
Step 2: perché ci sono tre squadre? La Collephoto prende massimo 3 matrimoni al giorno, non ne prenderà di più. Benché abbiamo molte più richieste ci siamo autolimitati a 3 professionisti che siano in grado di coprire un servizio fotografico, in modo che garantiamo sempre il massimo della qualità dei nostri standard e ci possiamo permettere di seguire più coppie contemporaneamente.
Quindi, prima squadra sono io con un mio assistente;
squadra 2, Massimo con un suo assistente;
squadra 3, Damiano con un suo assistente o anche Serena che quest’anno ha deciso di seguire più la parte di post produzione.

 

Un giorno unico, da declinare al futuro con delle foto uniche

Gli ospiti amano farsi fotografare o invece qualcuno si defila? Secondo te la mania dei selfie ha permesso anche ad altri adesso di non scappare di fronte all’obiettivo?

 

La mania dei selfie mi ha permesso di vincere un premio prestigioso quest’anno: hai visto la foto del selfie del prete che è finita tra le 80 più belle foto al mondo di matrimonio di quest’anno? È stata ripresa anche da Panorama su un suo articolo, è una foto bellissima: il prete che si fa il selfie.
Secondo me il matrimonio è un racconto, nel racconto oggi racconti anche che le persone si fanno i selfie. Se guardo l’album di nozze dei miei genitori, che è molto statico, con tutte le persone vestite, praticamente è un racconto di chi c’era, era proprio l’album delle figurine Panini. Vedi proprio una dimensione antropologica e vedi com’è cambiata Selfiela società.
Il mio lavoro è anche raccontare questo, si può fare un lavoro pensando di scolpire un pezzo di roccia perché si sta facendo lo scalpellino, si può pensare che quel pezzo di roccia sarà uno dei pezzi che costituirà Notre Dame come lo intendiamo noi.
A me piace pensare che il mio lavoro durerà oltre me, oltre la mia vita e sarà comunque qualcosa che racconterà ai figli, ai pronipoti di queste persone come i loro nonni, i loro antenati, vivevano in quell’epoca per cui andava il selfie. Si va a raccontare anche quello, perché fra 20 anni il ragazzo hipster di oggi farà ridere e suo figlio, quando lo vedrà dirà: “com’era vestito mio babbo?“.
È una dimensione di come ci si trasforma negli anni e quindi va raccontata.
Agli ospiti vanno un po’ rubate le foto, personalmente non ho mai avuto persone che mi hanno chiesto di non fotografarle, ho avuto persone che erano abbastanza importanti e quindi, per ragioni di privacy, non sono state messe su Facebook, però quest’anno avremo un matrimonio molto bello in cui partecipano molti calciatori di una nota squadra di serie A e lì ci sono delle restrizioni contrattuali sulla privacy. Quelle foto rimangono agli sposi perché li hanno invitati, sono loro amici e hanno piacere di averli.

 

Parlavi di Facebook: aggiorni il tuo profilo? Sei uno che sta attento ai social network? Ti arrivano proposte di lavoro tramite i social network oppure il passaparola è quello ancora forse vincente per farsi conoscere?

 

Aggiorniamo molto la nostra pagina Facebook, viene aggiornata quasi quotidianamente come gli altri social network. Proposte dirette di lavoro no, ma non è mai esistito che una persona che abbia aperto quella porta e sia venuta a chiedere un preventivo non sapesse vita, morte e miracoli di me e delle fotografie che ho fatto.
Ti dicono “sei quello che ha fatto la foto al matrimonio di…” e tu dici “come mai lo sai? Ah sì, perché l’hai vista su Facebook“… quindi sì, serve a farsi conoscere.
Personalmente non ho mai avuto un cliente che mi ha chiesto un preventivo su Facebook, però chissà…

 

Foto matrimonio, ma non solo

Al di là dei matrimoni, ti sei cimentato anche in campo pubblicitario: che tipo di esperienza è?

La mia esperienza pubblicitaria è sempre nata “per caso”, nel senso che io sono nato come fotografo di paesaggio e casualmente qualcuno mi ha detto che questi paesaggi potevano servire a qualche cosa. Per esempio è successo che… sia stato comprato dalla Gazzetta dello Sport e abbiano fatto la guida di Londra. Altre foto sono state pubblicate da Neutrogena, Decathlon e Herbalife.
Sono sempre progetti che nella mia vita sono nati più per giocare con la macchina fotografica, che è una cosa che mi piace, che per fare qualcosa di mirato, poi fortunatamente ho un bravissimo agente che venderebbe foto in tutto il mondo.

 

Quali sono le differenze nel realizzare un servizio pubblicitario? La tua capacità è sempre la solita? La difficoltà è sempre la solita?

È molto più semplice fare un servizio pubblicitario. Per esempio, ieri ne abbiamo fatto uno per una casa di abiti da sposa ed è molto più semplice: intanto perché hai meno il problema del tempo, le persone che lavorano con te sono tutti professionisti di alto livello, quindi sei in un ambiente molto più semplice.
Nel matrimonio sei molto più allo sbaraglio, sei molto più legato a quello che succede, ti trascina di più, mentre di qua sei tu che guidi, di là sei trascinato.

 

Foto matrimonio per eventi da sogno

Accanto a noi c’è una fotografia, che ha come protagonista una bambina, figlia di una tua cliente per la quale hai realizzato un servizio fotografico pazzesco. Stiamo parlando di Sara Mecchi e suo marito Michael che sono diventati famosi anche su Sky perché sono stati ripresi dalla trasmissione “Quattro matrimoni in Italia” e tu hai realizzato il servizio fotografico: che tipo di esperienza è stata?

 

Intanto sono andati anche oltre confine, perché recentemente mi hanno chiesto alcuni blog stranieri di condividere il matrimonio di Sara e Michael, sicché sono molto orgoglioso di averlo fatto e di esserci.
Il loro è stato un matrimonio sensazionale, soprattutto c’era David (Morelli ndr) che è un bravissimo wedding planner, che ha coordinato in maniera meravigliosa.

 

Ricordiamo che il matrimonio è stato fatto a Villa Bernardini…

Una cosa che forse non tutti sanno: quel matrimonio l’ho fatto col cronometro in mano perché la mattina avevo l’aereo alle 5. Alle 11 iniziavo a scattare a un altro matrimonio a Londra, quindi è stato abbastanza impegnativo per me.
È stato un matrimonio bellissimo e secondo me raffigura molto bene quello che può essere il nostro stile di fotografia. La coppia è rimasta con i suoi amici all’interno della villa, li abbiamo spostati proprio pochi minuti per fargli due foto, ma loro si sono goduti la festa. Se tu guardi quel matrimonio, è il racconto dell’amore di queste persone e dei loro amici.
Avevano davvero un affetto incredibile intorno, le persone che avevano intorno Sara e Michael erano meravigliose, volevano loro un bene dell’anima e infatti questo traspare.

 

L’unicità e la passione di Collephoto proteggono e trasmettono i tuoi ricordi

Cos’è che ti distingue da altri tuoi colleghi per non dire concorrenti? Perché si sceglie Alessandro Colle?

 

Intanto non credo che un fotografo abbia concorrenti, credo che il lavoro di ognuno di noi, delle persone che scelgono questo lavoro, sia quello di creare un proprio stile. Se la fotografia di una persona ti piace scegli quella. A me è capitato di dire a delle coppie che mi hanno detto che hanno visto la fotografia di Tizio o Caio e mi piace, ho detto: “Chiamalo. Se ti piace, probabilmente quello è il tuo fotografo”.
Io credo che noi fotografi siamo tutti prodotti abbastanza unici, con delle caratteristiche che ci rendono diversi. Il problema è che, finché ci concepiamo come concorrenti, facciamo un gioco sbagliato nei nostri confronti.
I fotografi devono imparare a capire che devono fare squadra, perché dall’unione nascono le soluzioni ai grandi problemi. Il punto non è se scegliere me o un altro bravo fotografo della zona, il problema è se scelgono un ragazzo che non gli dà degli standard di sicurezza; se prendono una persona che non è un professionista, non si approccia in maniera professionale.
Mi è capitato che una sposa arrivasse qua piangendo: il fotografo del suo matrimonio, che era un “abusivo”, ha fatto le fotografie ma ha perso le schede. Stiamo parlando di una persona che non ha le foto del suo matrimonio.
Io sono contento se scelgono un altro collega, l’importante è che i clienti capiscano che chi fa questo lavoro non è l’amico che si è comprato la macchinetta buona.
Veramente, se voi pensate che con le foto spendete quasi 4.000,00 euro di backup tutti gli anni, non sono pochi, sono tanti soldi. È una delle cose più costose di questo studio, la sicurezza dei tuoi dati; però se una sposa viene da me anche dopo 5 anni, come mi è capitato, e mi dice “guarda io ho bisogno delle foto del mio matrimonio, scusami non sono mai venuta a prenderle“, io apro l’hard disk e gliele do. Questo è il valore del fotografo.
Io non vendo fotografie, io proteggo i tuoi ricordi. È un concetto totalmente diverso.
Pirotecnica Benassi Fuochi

Magia di luci e di fuochi. Intervista a Cecilia Pistolesi

Fuochi artificiali d’autore

Cecilia Pistolesi, titolare di Magia di Luci e collaboratrice della Pirotecnica Benassi, da anni arricchisce di incredibili emozioni gli eventi a cui la chiamano a contribuire.
Durante questa chiacchierata scopriremo qualcosa di più su lei e il suo lavoro.

I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Loghi Pirotecnica Benassi e Magia di Luci

Fuochi artificiali tra Storia e Magia

Sei titolare di Magia di Luci e dal 2006 collabori con la La Pirotecnica Benassi, un’azienda storica dell’Appennino Bolognese fondata nel 1865.
Ci parli un po’ del tuo percorso e di questa storica famiglia Benassi?

Lavoravo già nel settore dei fuochi quando, nell’estate 2003, conobbi la famiglia Benassi a Fuochi artificiali Magia di LuciPortoferraio. L’ho conosciuta durante uno spettacolo piro musicale cui assistevo per la prima volta.
Sono rimasta affascinata da questi fuochi che andavano a ritmo di musica e, una volta sganciatami dalla persona con cui lavoravo prima, il passo è stato breve. Mi piaceva l’idea di lavorare in una fabbrica così.

Quanti personaggi della famiglia hai conosciuto nel tempo?

Ho conosciuto il papà di Giotto, Vittorio che è venuto a mancare nel 2011, compiuti però 90 anni. Lui trasmetteva la passione.

Che tipo di azienda è?

È una delle poche aziende artigianali rimaste, specialmente da Roma al nord. Sono rimasti in pochi a continuare a fabbricare e l’emozione è tanta.

Che valore ha per te lavorare in questo settore a contatto con un’azienda familiare storica? Che tipo di sensazione riesce a trasmettere?

Ti rendi conto di far quasi parte della famiglia, diciamo che mi hanno dato l’opportunità di far parte Villa Bernardini Fuochi d'artificiodella famiglia.

Cecilia Pistolesi, maestra di luci e fuochi artificiali

Quanto tempo è necessario per programmare uno spettacolo pirotecnico classico?

Tutto dipende dal budget a disposizione, si può passare da qualche ora per un piccolo spettacolino da 1500-2000 euro, come ci possono volere tre giorni quando si comincia a parlare di spettacoli che toccano altre cifre.

E per quelli a base musicale, cui accennavi anche prima, che forse sono più affascinanti?

Gli spettacoli piro musicali generalmente hanno una durata di minimo 20 minuti. Venti minuti racchiudono 4-5 brani se non addirittura 6, quindi la lavorazione comincia a essere un po’ lunghina.

Come avviene la preparazione di uno spettacolo del genere? Le musiche le scegliete insieme al cliente e vi potete adattare a qualsiasi genere musicale o c’è qualcosa che prediligete perché riesce meglio?

Lo spettacolo è nato predisposto per la musica classica, però con l’andare del tempo, l’abbiamo adattato anche per la musica leggera o da discoteca. Ci sono poi musiche più adatte e altre meno. Si cerca di accontentare il cliente quanto di dissuaderlo se proprio non è il caso, capita anche questo.

Come avvengono le prove?

Tramite le centraline dell’impianto elettrico dei fuochi sul piro musicale, una volta che è inserita la Fuochi d'artificio a Villa Bernardinimusica prescelta, proviamo ad abbinare gli effetti. Ascoltando la musica, il computer ti fa vedere un grafico simile a quello dell’elettrocardiogramma. Ti mostra i picchi quando parte l’effetto e allora cerchi di capire se va bene o se devi dargli un attimo di anticipo o un po’ di ritardo.

Spettacoli pirotecnici tra arte e maestria

È un lavoro di precisione, è come se tu cucissi un vestito in un certo senso, no?

Esatto, un vestito su misura.

Questi spettacoli che voi realizzate per eventi sono creati in spazi grandi o non necessariamente c’è bisogno di una certa ampiezza?

Ci sono varie tipologie di spettacolo, Villa Bernardini ne è un esempio, perché alla fine lo spettacolo che facciamo nel giardino e che si vede dai filmati, è molto bello ma le distanze molto ridotte. Rientra nella categoria fuochi a terra, che possono raggiungere solo un certo tipo di calibro la cui pericolosità è molto inferiore rispetto a tipologie di fuochi che si possono fare nel parcheggio.

Realizzate eventi sia all’interno di spazi urbani che per scenografie sull’acqua o legate a particolari strutture architettoniche: quali sono le problematiche ed eventuali rischi?

Per quanto riguarda le strutture architettoniche, c’è sicuramente un maggiore impegno fisico per raggiungere la struttura, che sia un campanile o il tetto di una villa come spesso è capitato a Como a Villa Olmo. C’è una certa difficoltà a raggiungere il sito dove collocare gli artifici e l’altra difficoltà è cercare di lavorare in modo da salvaguardarne quello che hai intorno.

Quindi è una preparazione lunga in termini di tempo?

Più di un giorno di solito no, forse due se si comincia a parlare di spettacoli di un certo livello Fuochi Pirotecnica Benassieconomico. A Villa Olmo forse un giorno non basta più.

Fuochi artificiali e matrimoni

Parliamo del settore Wedding: quanti matrimoni curi in un anno?

Tra Magia di Luci e Pirotecnica Benassi si passa i 60-70. Direi che è un bel risultato.

Quali esigenze hanno le vostre coppie di sposi? Che tipo di spettacoli richiedono?

Negli ultimi 2 o 3 anni ce ne sono tanti che prediligono le coreografie di fontane, fare delle scenografie piuttosto che i classici fuochi d’artificio che fanno il botto con l’apertura aerea. Molte coppie anziché il ristorante scelgono come location delle ville storiche come questa e quindi i fuochi tipo a Santa Croce non si possono fare.
Queste fontane sono una nostra produzione, non c’è niente di cinese e questa è un’altra soddisfazione. Spesso si riesce a personalizzare molto sia con i colori che con le scenografie; avere un’azienda che produce può crearti uno spettacolo su misura.

Quali sono i punti di forza di Pirotecnica Benassi con la tua esperienza e attività di Magia di luci?

Punto di forza molto importante è riuscire ad accontentare sempre tutti in quanto, se non c’è, lo facciamo.

Quindi una grande disponibilità e direi una professionalità in quello che fate…

Sì, professionalità e sicurezza sul lavoro, questa è un’altra cosa che spesso andando fuori a lavorare, se non hai un biglietto da visita che rispetta determinate caratteristiche le porte non si aprono.

Quali sono le tendenze 2016?

Come colori, specialmente nel musicale, i colori vivaci e “multicolor” non sono molto graditi, piuttosto si va al bianco, all’oro, alla pioggia dorata rifinita con un verde o il rosa.
Se hanno dei colori da rispettare sul bouquet, chiedono di chiudere lo spettacolo con i colori del bouquet.

Ti ricordi di una richiesta “insolita”?

Lavorando spesso sul lago di Como, con sposi per lo più stranieri, sì. È capitato di dover costruire una scritta in russo, comprendeva il nome dei due sposi con la scritta “ti amerò per sempre” che, oltretutto, doveva arrivare a un punto preciso richiesto da loro, nel mezzo del lago, con la barca che spingeva la chiatta con sopra tutta la scritta.

Quanto tempo ha impiegato questa preparazione?

La preparazione della scritta così, soltanto la scritta, tra il montaggio prima e dopo ci vuole una giornata.

e poi sull’acqua…

Giusto, perché l’azienda con la quale collaboriamo quando siamo lassù, quella che ci noleggia la chiatta, è molto vicina a Villa d’Este e riusciamo a contenere il costo della chiatta. Quando si va più lontani aumenta anche il costo del noleggio, perché il lago di Como è lungo e i rimorchiatori non vanno come l’aliscafo (ride).

Quanto i social network ti aiutano nel tuo lavoro? Aggiorni il tuo profilo?

Come social mi avvalgo solo di Facebook per ora, e devo dire che alla fine la trovo una cosa positiva che cerco di tenere aggiornata, per lo più pubblicando dei filmati o delle foto degli eventi che facciamo. La ritengo una cosa abbastanza positiva per questo lavoro.

Composizioni floreali Lucca

Intervista a Cristina Coltelli di Fiori Fiori

Le composizioni floreali rappresentano uno degli elementi più importanti per dare colore, atmosfera e un’impronta molto personale al tuo matrimonio.

Non temiamo di esagerare affermando che, in un certo modo, i fiori definiscono la cerimonia nuziale. Non sono solamente mera cornice: i colori, la quantità, la disposizione, le composizioni e le varietà di fiori scelti, sono la firma, il marchio indelebile della personalità degli sposi.

È dunque indispensabile che a occuparsi delle composizioni floreali sia un professionista serio e sensibile, pronto a comprendere le esigenze dei clienti e a realizzarle con successo.

Cristina Coltelli di Fiori Fiori è quel tipo di professionista. L’abbiamo intervistata per voi.

I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Fiori Fiori Logo

 

Composizioni floreali per Matrimoni ed eventi

Chi e cosa è Fiori Fiori?

Fiori Fiori è un progetto molto giovane che si è sviluppato nella vendita al dettaglio di fiori recisi e piante Fiori Fiori Sedeornamentali. Ha tre sedi: una a Lucca, una a Borgo a Buggiano e una nella provincia di Pistoia. L’obiettivo è offrire una vasta gamma di fiori e piante a prezzi accessibili.
Si è poi sviluppato con il settore wedding ed eventi perché la possibilità di avere tre negozi sparsi in tutto il territorio, ci permette di coprire tutta la Toscana con livelli logistici molto alti, sempre mantenendo prezzi accessibili.

 

Da quanto tempo fai questo lavoro?

Da 4 anni. Il negozio di Lucca è il primo che ho allestito e ho portato alla crescita. Curo il settore matrimoni da circa un anno e mezzo.

 

Come viene fatta la scelta dello stile e dello sviluppo pratico dell’allestimento e dei servizi?

La prima esigenza è di ascoltare il cliente, capire cosa vuole e provare a consigliarlo. Spesso capitano clienti che hanno tante idee che sono in contrasto fra di loro, quindi è importante capire qual è lo stile di tutto l’evento. Allora si può guidare il cliente in un percorso che si sviluppa inizialmente con la scelta dei fiori, del colore, del tema e poi sulla scelta dell’accessorio che negli anni è sempre più importante nel settore dei matrimoni.
Prima c’era la classica composizione su spugna che si sviluppava in altezza e in lunghezza, ora il fiore è predominante, in piccole parti ma maggiori quantità, e l’accessorio tende a colmare gli spazi che il fiore lascia.

 

È più facile avere a che fare con una clientela che sa già quello che vuole o invece che ha le idee confuse e quindi più ricettiva verso tuoi suggerimenti?

In entrambe le opzioni c’è un 50% di facilità e un 50% di difficoltà: partiamo dalla coppia sicura di sé stessa.

Bisogna subito considerare se l’idea della coppia è fattibile a livello di stagionalità per quanto riguarda il fiore: i fiori si trovano tutti e sempre, ma hanno dei costi maggiori; per esempio l’ortensia a dicembre si trova, ma ha un costo maggiore che ad agosto.
A queste coppie è difficile far cambiare idea.
La coppia più insicura o che si fida molto del tuo giudizio, devi comprenderla, devi capirne le esigenze e i gusti. Io mi faccio aiutare da fotografie e provo a comporre un progetto risolutivo. Il 50% si appassiona, inizia un viaggio mentale in cui immagina il matrimonio e sogna. Così facendo però, le coppie ritornano con nuove idee e cambiano tutto il progetto (ride).
Le difficoltà, quindi, non mancano in entrambi i casi.

 

Quanto tempo è necessario per la programmazione di un evento?

Tre mesi sono il tempo giusto per incontrarsi più volte, per organizzare sopralluoghi, che sono sempre gratuiti, e incontrare tutti gli altri fornitori dell’evento per andare di pari passo e non intralciarsi a vicenda.
Però abbiamo organizzato eventi anche nel giro di una settimana.
Tre mesi prima permette a noi di lavorare con più serenità e agli sposi di essere più tranquilli, perché una volta fatto l’incontro con i fornitori, loro conoscono la dinamica dell’evento e sono liberi di godersi quel giorno serenamente.
Una settimana invece è un lasso di tempo che, alla fine, lascia frastornati perché le cose da fare sono davvero tante.

 

I fiori più belli per il matrimonio più splendido

Qual è la proposta di Fiori Fiori per il servizio Wedding?

È una proposta per tutte le esigenze, qualsiasi budget può realizzare un buon e bel matrimonio, senza problemi: si Fiori Fiori Bouquetscelgono gli accessori e i fiori adatti.
Fiori Fiori dà una garanzia anche riguardo la logistica, oltre che sulla scelta dei materiali e dei fiori: siamo strutturati in modo da andare su un evento, montare e smontare nel giro di poche ore e dare quindi sicurezza al cliente.
La consegna del bouquet, per esempio: la sposa non deve per forza venire a prenderlo da noi; abbiamo molte squadre e vari mezzi per poter consegnare tranquillamente il bouquet a casa.
Fiori Fiori permette agli sposi di non pensare a niente, di stare in completa tranquillità e di vivere quel giorno senza preoccupazioni.

 

La tempistica per fissare un matrimonio?

È sempre valida la tempistica di tre mesi.
Abbiamo organizzato matrimoni anche con preavvisi di un anno e mezzo, ma tre mesi sono sufficienti a darci la tranquillità necessaria.
Dopo si fa tutto, ma con una tempistica molto più veloce, non c’è possibilità di ripensamenti.

 

Spesso ci sono più matrimoni nello stesso giorno: come vi gestite in tal senso?

Piante di Fiori FioriNoi abbiamo due squadre, reggiamo due matrimoni completi in un giorno anche se sono in territori opposti della Toscana.
Abbiamo due squadre, due caposquadra che supervisionano e fanno sì che il progetto venga attuato nei minimi dettagli.
Abbiamo due camion con autista e tante ragazze che forniscono la manodopera necessaria anche a preparare e allestire sul posto, soprattutto in estate, quando il fiore non si può preparare tanto prima dell’evento.
Un incaricato rimane sul posto nell’eventualità di spostamenti o imprevisti.
Finito l’evento si smonta tutto, si ripulisce e si torna a casa. Tutto questo anche per due matrimoni in un giorno.

 

Criticità nel definire un allestimento del matrimonio?

Il fatto che non ci sia un giusto coinvolgimento da parte di tutti i fornitori.
Per noi è molto importante l’approccio non solo con le ville, ma anche con i catering. Il catering è fondamentale, perché quando andiamo a montare la parte dell’aperitivo e la parte dei tavoli, il catering deve avere già svolto una parte del lavoro.
Come dicevo prima, il fiore è predominante ma anche l’accessorio: si tratta di vasi di varie altezze, da 10 cm a 1 m, oggetti molto piccoli come alcuni porta candela, candelabri che vengono portati in scatole di legno, lanterne di varie misure…
Il camion è pieno di accessori e se c’è anche il catering a scaricare, si rischiano intralci e nervosismi tra fornitori. Dobbiamo essere silenziosi e invisibili, ma prima devo avere una parte che il catering abbia già montato, altrimenti rischio di sporcare o sciupare quello che ha fatto il catering.
La criticità è che non ci sia un buon lavoro di squadra, questa è la cosa più preoccupante.

 

Se è prevista pioggia e il matrimonio è all’aperto?

Se la struttura ospitante non prevede una copertura, noi studiamo sempre un piano B insieme agli sposi.

Composizioni floreali per ogni tipo di esigenza

Quali esigenze mostrano gli sposi che vi scelgono?

Gli sposi pensano in grande, l’esigenza è che sia una bella cosa che rispecchi loro e che sia in linea con l’altra esigenza, che è il budget.
Organizzare un evento unico, ma che corrisponda al loro portafoglio, questa è l’esigenza degli sposi.
Già a novembre noi consegniamo preventivi che saranno approvati magari a febbraio-marzo, quindi abbiamo dei mesi di stallo durante i quali è tutto bloccato, però l’esigenza degli sposi è di capire subito dove vanno a cascare. Solitamente scelgono prima la villa (un anno prima), poi il catering e dopo vestito e fiori.

 

Avete clienti stranieri?

Sì, arrivano da noi per lo più tramite wedding planner.Fiori Fiori Matrimoni

In questi anni, solo una coppia è venuta senza, per loro è indispensabile il wedding planner perché tengono molto agli allestimenti.

 

Che differenza c’è tra una coppia italiana e una straniera? Hanno esigenze diverse? Spendono diversamente?

Gli italiani hanno nell’ordine: esigenza, idea e poi rapporto con il prezzo.
Gli stranieri hanno l’idea e stop. Loro puntano molto su allestimenti, tavoli ricchi e tripudio di fiori.
Anche gli italiani ci pensano, ma poi rinunciano per via delle spese.

 

Le nostre composizioni floreali sono realizzate sul posto

Quali altri tipi di eventi richiedono maggiore impegno?

Tutto ciò che comporta uno spostamento, un allestimento o una lavorazione sul posto è per noi impegnativo: le cene di Natale, la festa d’estate in una villa privata, cene private…
Anche battesimi e comunioni, ma sta diventando raro trovare esigenze di questo tipo.

La lavorazione sul posto richiede molta più attenzione e concentrazione…

Sì, quando si lavora su vasi di vetro con il bouquet all’interno o mazzi all’interno del vaso di vetro, è necessario lavorare sul posto.
Noi muoviamo tutto con carrelli, è tutto imballato con carta e nei cartoni, ma la lavorazione in loco riduce i rischi, anche se aumenta le difficoltà.
Ciò che montiamo in negozio sono i fiori per le chiese, in quel caso sul posto finalizziamo solo i dettagli. Per le ville invece montiamo tutto sul posto.

 

C’è ancora attenzione all’addobbo delle chiese?

Sì, la chiesa viene addobbata. Spesso le spose ci chiedono di pensare alla chiesa e non al ristorante che fa per conto Fiori Fiori Eventisuo. Questo nel caso in cui ci sia il ristorante, nel caso della villa è diverso.
L’usanza di addobbare la chiesa c’è ancora, quindi, ma nei punti giusti.
Le spose mi dicono spesso che a loro non conviene riempire la chiesa per un’ora soltanto. Si dà quindi più importanza alle navate, al tappeto bianco, ai fiocchi, alle panche, all’esterno del portone, mentre la zona intorno all’altare è più sacrificata.

 

Ti ricordi di una richiesta “insolita”? Ce la racconti?

Una sposa ci contattò per avere il bouquet e la macchina. Non l’addobbo per la macchina, proprio la macchina. Essendo fiorai non è stato possibile fornirla (ride).

Aldilà della battuta, questa è una cosa molto importante: noi abbiamo spirito di squadra, ma riteniamo opportuno che ognuno faccia il suo lavoro. Spesso ci chiedono se ci occupiamo della confettata. Per un discorso di professionalità rispondiamo di no.
Non siamo wedding planner: organizziamo l’evento insieme agli sposi e lo seguiamo fino in fondo, ma solo per quanto riguarda i fiori.

 

Composizioni floreali, nuovi gusti e tendenze

Quali sono le tendenze degli ultimi anni in fatto di allestimenti? Cosa richiedono maggiormente i vostri clienti?

Negli ultimi anni i protagonisti erano il bianco e il vetro. Quest’anno tornano l’oro e l’argento.Fiori Fiori Matrimonio

Sui tavoli cose piccole, non vedremo alzate e tripudi di sorta, daremo l’altezza con piccoli candelabri mono fiamma, il resto sarà un movimento di fiori e colori.
Ci sarà una parte predominante di rosa, fucsia e bianco per il matrimonio più classico, ma stanno entrando colori molto più caldi, come l’arancio, e credo che questa sarà la tendenza del 2017.

 

Quanto i social network ti aiutano nel tuo lavoro?

Per noi è importante seguire i social e i forum per capire ciò che vogliono gli sposi. Non ci aiutano nel momento in cui una sposa si fissa su una richiesta particolare perché l’ha vista su un social network: magari un bouquet con determinati colori che non corrispondono a quelli reali.
Io risolvo facendo fare un mese prima la prova del fiore, con le varie gradazioni di colore. La sposa così si rende conto dell’effetto reale e sceglie con consapevolezza. A quel punto ordino il bouquet.
Questa è l’unica maniera per uscirne vivi senza che la sposa rimanga insoddisfatta.
Le foto aiutano tantissimo, soprattutto per capire esattamente le forme volute dalla sposa e difficili da capire dalla descrizione vocale, ma penalizzano riguardo il colore.
Infatti io chiedo sempre un pezzo di organza o di raso che stia bene col vestito, così una volta arrivata la campionatura del fiore scelto, possiamo fare il paragone insieme alla sposa.

Fiori, organizzazione e professionalità, la nostra forza

Per fare questo lavoro quali caratteristiche si devono avere oltre alla manualità?

L’organizzazione. Devi conoscere il progetto a memoria, se hai un punto oscuro chiami la wedding planner o la sposa e lo chiarisci, altrimenti rischi di fare delle cavolate che non ti puoi permettere.
Fondamentale l’organizzazione mentale, gli orari per entrare in villa, il rapporto con il catering.
È importante portare la sposa davanti al parroco e, insieme, definire tutti i punti cruciali, perché ogni diocesi ha le sue regole, c’è chi vuole i fiori sull’altare e chi no, per esempio. Poi, chi ci apre la chiesa, quanto tempo abbiamo per montare, quando prepariamo tutta l’accessoristica?
Dividere i carrelli: uno va in chiesa, uno al ricevimento, uno in zona aperitivo…
Questo è fondamentale, forse più della manualità.
15 giorni prima questa scaletta dev’essere pronta.

 

In conclusione, perché scegliere Fiori Fiori per il proprio matrimonio?

Abbiamo l’organizzazione e abbiamo le persone.
A un evento non vedrai mai meno di 4-5 nostre persone sul posto che fanno squadra.
E lo spirito di squadra è fondamentale.

Scarpe da sposa

Scarpe da sposa, tendenze 2016

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Bene, hai scelto il tuo abito da sposa, magari seguendo le suggestioni che ti abbiamo fornito, e adesso sei alla ricerca delle scarpe adatte.
Ci permettiamo di seguito di fornirti alcune informazioni sulle ultime tendenze riguardo le scarpe da sposa.

Scarpe da sposa, colori

Negli ultimi anni avevamo assistito alla moda di indossare scarpe da sposa di colore diverso da quello dell’abito.
Quest’anno il trend è stato pressoché abbandonato in favore del ritorno al tradizionale bianco, con le sue varie declinazioni (bianco sporco, avorio, crema, bianco brillante).
Qualche concessione ai colori pastello, come il rosa, lo champagne e l’azzurro, è permessa a seconda del colore dell’abito e della personalità della sposa.

La scarpa sottolinea la personalità della sposa

Ecco, la personalità, il carattere della sposa, è l’elemento centrale, decisivo nella scelta delle scarpe.
Le scarpe da sposa sono quasi sempre nascoste dall’abito, ma quando si vedono diventano un accessorio indispensabile per completare il look e sottolineare lo stile, le unicità e, perché no, le eccentricità della sposa.

Scarpe da sposa, tacchi, tessuti e dettagli

Di conseguenza, assistiamo al ritorno del pizzo che richiama gli inserti dell’abito, e dettagli luminosi come cristalli, fiocchi, gioielli.
Oltre al pizzo, la scelta si orienta verso la pelle, la retina trasparente, il raso, la vernice, il satin e, in casi particolari, anche la plastica trasparente.
Ritorno alla tradizione dicevamo, ma con qualche concessione alla comodità: il tacco alto non è più un must. Ballerine in primavera e sandali in estate, ma il top è il tacco basso e largo come si usava nei mitici sixties.

Scarpe da sposa, modelli di tendenza

Anche il design della scarpa da sposa si è evoluto nel tempo: elegantissime décolleté con tacco alto; sandali glamour; scarpe chiuse da laccetti laterali; pumps con tacco altissimo per slanciare la figura; scarpe dallo stile vintage
Interpretazioni diverse e originali per esaltare la femminilità e lo charme della sposa nel suo giorno più bello.

Consigli per scegliere le tue scarpe da sposa

Per finire, alcuni rapidi e semplici consigli:

  • Indossa le tue scarpe da sposa alla prova dell’abito, in modo che la misura di quest’ultimo sia presa tenendo conto dell’altezza dei tacchi.
  • A partire da qualche settimana prima del matrimonio indossa spesso le scarpe da sposa in casa, in modo da adattarle al tuo piede e annullare i fastidi connessi alle scarpe nuove.
  • La scarpa esercita sempre una forte attrazione nei confronti delle donne e la scarpa da sposa non fa eccezione, ma attenta: una scarpa raffinata e ricca di dettagli particolari potrebbe stonare con un abito da sposa semplice seppur elegante. Viceversa, una scarpa comoda, indossabile con semplicità, rischierebbe di svalutare un abito di design, ricercato ed esclusivo. La parola d’ordine, quindi, è equilibrio tra sobrietà e raffinatezza; tra comodità ed eleganza.
  • Il matrimonio dura parecchie ore, abbi cura di scegliere una scarpa che non ti faccia male e un tacco che abbia un’altezza cui sei abituata. L’eleganza va bene, ma nel tuo giorno più bello devi stare al meglio e il dolore ai piedi non è il miglior viatico al benessere.

Hai già scelto le tue scarpe da sposa? Se vuoi, parlacene nei commenti.

Abito Sposa 2016

Abito da sposa 2016 all’insegna della mitologia: divinità greche e sirene.

Se l’abito da sposa è il simbolo di un giorno da favola, è giusto che si adegui, nello stile e nelle forme. È per questo che il 2016 vede la riscoperta dell’antica Grecia e delle Sirene come ispirazione per il taglio del vestito più desiderato.

La sposa del 2016 è una dea greca…

Spazio a tessuti leggeri, quindi, diafani e che rispondono con un elegante svolazzo a ogni movimento, donando una sensazione di levitazione di chi li indossa.

Il classico bianco è ancora in auge, perché colore con cui l’immaginario collettivo veste le divinità classiche.

E poi un florilegio di raffinati dettagli, come spille, collane, coprispalle in pizzo e cinture sparkling, tutte delicate e disposte strategicamente a valorizzare la figura virginale e divina, senza rinunciare alla semplicità che è la misura della divinità femminile classica.

…ma è anche una fatata sirena

È una sposa sensuale, eterea, delicata quella che indossa un abito da sposa a sirena.

L’abito accarezza la silhouette della sposa fino al ginocchio, poi si apre con un effetto che ricorda la coda della sirena.

È stretto, aderente, immaginato per esaltare le forme della sposa e renderla sexy e sinuosa come il mito a cui si ispira.

Valorizza tessuti sia rigidi (Taffetà) sia morbidi (Tulle, Organza), ma dà il meglio di sé con il Pizzo. Se poi è impreziosito da applicazioni e drappeggi, la sensualità della sposa è moltiplicata in modo esponenziale.

Unica controindicazione: la difficoltà di movimento in caso di balli o movimenti.

Per la sposa 2016 non c’è solo il mito…

…Conta anche il fascino, la seduzione. E quale tessuto esalta la femminilità meglio del pizzo?
Dalla regina Vittoria, che lo usò per il suo abito da sposa nel 1840, a Belén Rodriguez, il pizzo è un evergreen della sposa elegante che non rinuncia alla propria femminilità.

Il pizzo, nel caso dell’abito nuziale è bianco o di colore chiaro (avorio, crema ecc.), è un tessuto romantico, raffinato, elegante, sensuale, leggero.

Si adatta perfettamente alla donna che vuole esaltare la propria sensualità senza coprire la sua voglia di famiglia; lo indossa la donna romantica che, grazie all’effetto “vedo-non-vedo”, vuole essere al top nel giorno più bello della sua vita.
Il gioco sottile delle trasparenze, degli inserti (strass, gioielli, Swarovski), dei ricami fa della sposa 2016 una donna sognatrice e seducente; al contempo classica e moderna.

Anche il velo e i guanti possono essere in pizzo, donando un tocco più glamour all’insieme.

L’abito da sposa 2016 è la rappresentazione del sogno

Qualunque sia la tua scelta, l’importante è che l’abito sia espressione della tua personalità, rispettoso del tuo stile, concretizzazione del tuo sogno.

Ci vuoi dire qual è il tuo abito ideale? Scrivilo nei commenti.

Filippo Galassini Dj Lucca

Empatia e stile danzano sulle note di Filippo Galassini

Filippo Galassini Dj

Oggi, al nostro angolo delle interviste, abbiamo un interlocutore d’eccezione: Filippo Galassini.
Filippo tecnicamente è un Dj, ma è una definizione che gli sta stretta. Egli è un intrattenitore che riesce a “dialogare” col suo pubblico tramite la musica.
Grazie alla sua capacità di empatizzare, Filippo recepisce i gusti della platea e la coinvolge nel ballo, mettendo in circolo energia gioiosa, comunicazione positiva e interrelazioni tra gli astanti.
I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

 

Filippo Galassini Dj

 

Gli inizi e il percorso professionale

Ti definisci Dj, ma non solo. Com’è iniziato il tuo percorso lavorativo? Da dove sei partito e quando?

Filippo Galassini Disk JockeyÈ iniziato tantissimi anni fa, la mia passione per la musica ha origini antiche: ho 41 anni e il primo capriccio perché la nonna mi comprasse un disco, risale probabilmente a quando avevo 7/8 anni. La tendenza a chiudermi nella mia stanza ad ascoltare la mia musica preferita, c’è da tanto, tanto tempo.
Ho cominciato a rendere la mia passione una professione, sul finire degli anni ‘90. Ho cercato di suonare degli strumenti, ma sono state avventure poco gratificanti e sono state interrotte (ride).
Diciamo che ho preferito sfruttare il lavoro di altri musicisti, del resto il lavoro del Dj nasce sul lavoro di altri. Io scelgo i lavori altrui che più mi piacciono e che più ritengo adatti alle situazioni che mi vengono proposte.
Nel ‘96-‘97 la situazione per questo genere di lavoro, era molto differente rispetto all’attuale.
Ho cominciato a lavorare nei locali, poi nei pub e alle feste private: compleanni e altro.

 

Come si diventa Dj? Si fanno dei corsi?

In genere la passione nasce da adolescente, io ho cominciato da autodidatta. Ai miei tempi non esistevano corsi, oggi sì, ma non mi piace molto il modo in cui sono organizzati: trovo che siano più che altro vetrine per chi li organizza, invece che occasioni di apprendimento.
Io, negli anni, ho frequentato persone più anziane di me, con più esperienza, che mi hanno trasmesso il contenuto tecnico della professione. Poi io ho aggiunto quello che ho imparato dalle mie peregrinazioni sui vari generi musicali.

 

Che tipo di attività svolgi oggi? Per quale tipo di eventi?

Ho trasferito completamente il mio lavoro dall’ambito delle discoteche, pub e locali in genere, al lato eventi. Per eventi intendo Pilippo Galassini DJ Matrimonisoprattutto il settore wedding, gli eventi aziendali e le feste private tout court.
Il ramo aziendale è tutto quello che concerne il veicolare un marchio.

 

Eventi aziendali

Come mai adesso le aziende hanno bisogno di creare eventi con musica?

È una cosa relativamente nuova: negli ultimi 10 anni si è diffusa, in particolare in alcune zone della Versilia, la tendenza a immaginare situazioni utili alla costruzione dell’immagine che gira intorno al logo.
Faccio un esempio per far capire meglio: se il marchio Maserati decide di incrementare le proprie vendite sul territorio della Penisola, contatta un’agenzia di Roma che, per conto di Maserati, organizza una tournée in varie location identificate come ottimali dalle analisi di mercato. Gli strumenti che utilizzeranno per vendere il prodotto saranno correlati all’immagine creata attorno al marchio dagli eventi organizzati durante la tournée.

 

Chi sono i tuoi clienti?

In senso stretto, io sono il cliente dell’agenzia che mi incarica dell’intrattenimento durante l’evento che organizza. In senso lato, tutti i presenti all’evento sono miei potenziali clienti.
Io contribuisco a dare un’idea del marchio e dei valori ai quali il marchio fa riferimento e nei quali i clienti dovrebbero identificarsi. Se si identificano in quei valori, probabilmente acquistano il prodotto che viene veicolato.

 

Restando sul ramo aziendale, quanto è difficile andare incontro alle esigenze del cliente nel tuo campo? Rimanendo in linea con il gusto di chi ti commissiona una serata, come si fa a conciliare anche i gusti degli invitati?

Chi fa il lavoro che ho scelto di fare io, ha bisogno soprattutto di una dote: creare empatia con chi sta di là dalla consolle. In tempi brevi si intuiscono i gusti dell’interlocutore. Il lato più complicato, soprattutto nel ramo aziendale, non deriva dal rapporto col cliente finale: è col il mediatore che possono nascere fraintendimenti, richieste e rassicurazioni sul curriculum. Quando si viene chiamati la prima volta, il CV non da sufficienti garanzie a chi ha la responsabilità dell’organizzazione. In quel caso ci si muove su un terreno disagevole, perché non ci sono conoscenze pregresse né da parte dell’agenzia né da parte dei clienti invitati dall’agenzia.
In questi frangenti, cerco di rapportarmi con il mediatore come se fosse uno degli invitati alla sua stessa festa. In realtà, quasi mai i gusti dell’agente corrispondono a quelli del cliente, ma serve a garantire che il messaggio sia arrivato.
Ciò che interessa al mediatore è che il cliente sia contento, non ha quasi mai la tendenza a imporre generi musicali.

 

La musica comunica, se eseguita con stile e personalità

Quanto è importante la musica a un evento? Anche relativamente alla creazione di empatia alla quale accennavi prima.

Secondo me è determinante, perché gli ospiti escono dall’evento con la sensazione di essere stati fortunati ad aver ricevuto l’invito.
L’ideale sarebbe avere la convinzione che queste persone tornino a casa pensando: “Che bello, Maserati (o chi per essa) ci ha invitati a qualcosa cui non ci è capitato spesso di assistere.

 

Nel tuo lavoro c’è personalizzazione?

Sarebbe bello che ci fosse sempre e sempre di più. Credo che la personalizzazione debba uscire, in qualche modo, da chi fa questoFilippo Galassini Musica per matrimoni lavoro, anche se certamente non sta dentro a un ragionamento razionale.
La personalizzazione è proprio la ragione per cui richiameranno te e non qualcuno che fa una cosa simile, magari a costi minori. Diciamo che un briciolo di stile, di scelta personale è richiesto anche in questi frangenti.
Gli eventi aziendali, così come i matrimoni, possono essere paragonati a un bellissimo castello, costruito con la sabbia in fondo al mare. Probabilmente il mare, nel corso della notte, lo cancellerà, ma chi è stato invitato in quel castello la sera, deve conservare la sensazione di aver partecipato a un evento assolutamente unico.
Lo è se, chi ha contribuito a costruirne la musica e l’intrattenimento, è riuscito a dare la sensazione della “non abitualità”, dell’originalità.

 

La professione del Dj nell’era di internet

Il passaparola è fondamentale nel tuo lavoro?

Il passaparola è sempre stato fondamentale, ma quando ci si sposta a lavorare sugli eventi, il meccanismo è un po’ più tortuoso: non è più l’amico che ti chiama perché un conoscente gli ha fornito il tuo numero. In genere ci sono dei passaggi in più, dei quali non sempre tu sei a conoscenza, però il meccanismo è simile, anche se più tortuoso. Perché il cliente è diventato una persona che a stento si ricorda il tuo nome, chiama un agente e chiede a lui garanzie del risultato. Chi farà il tuo nome, in quel caso, dovrà farlo con piena convinzione del risultato. I margini d’errore si devono, per forza di cose, ridurre.

 

I social network aiutano in questo senso? Segui e aggiorni i tuoi profili?

Non amo particolarmente i social network, ma in questo momento sono hanno la maggior capacità di penetrazione all’interno di vaste fasce di utenza.
Facebook è trasversale nella sua capacità di penetrazione in differenti tipi di clientela. Credo però fondamentale, dopo un primo contatto per cui ritengo utile il social, fare in modo che ci sia poi un incontro. Se non è possibile di persona a causa della distanza, anche utilizzando gli strumenti che abbiamo a disposizione, come Skype o altri mezzi simili.

 

I Matrimoni

Parlando di matrimoni: com’è organizzare la parte di intrattenimento? È più difficile? Ci racconti qualche aneddoto?

Ho cominciato a lavorare quasi da subito nel settore dei matrimoni, seppur sporadicamente. Ebbi la fortuna di riuscire a fare qualche esperienza, sia in matrimoni di italiani sia in matrimoni di stranieri. Mi colpì molto la differenza che all’epoca era abissale, come tipo di aspettative, come gusti, come scelte che concernevano l’organizzazione del matrimonio.
Magari il budget era simile, era il modo diverso in cui lo spendevano che ritenevo un po’ discutibile, soprattutto quello degli italiani.
Un episodio che mi colpì avvenne circa 10 anni fa, durante un matrimonio vicino Montecarlo di Lucca, in un bel prato, tra gli ulivi. Montai la mia attrezzatura e iniziai a mandare la musica mentre arrivavano gli ospiti a sorseggiare l’aperitivo. C’era ancora luce e attendevamo tutti l’arrivo degli sposi, mentre i bambini giocavano e gli ospiti chiacchieravano e mangiavano. Aspettammo un paio d’ore, erano circa le 20.30, mentre si guardava la strada per vedere l’auto che avrebbe dovuto portare gli sposi. Invece arrivò un elicottero che atterrò su un prato vicino a quello dove stavamo aspettando. Gli sposi scesero, salutarono, fecero le foto di rito e assaggiarono gli aperitivi.
Quando fu il momento della cena, era previsto che gli ospiti facessero la coda a un buffet costituito essenzialmente da carni grigliate.
Non potei fare a meno di chiedermi come mai fosse stato previsto di far fare una coda ad anziani e bambini per mangiare un wurstel, mentre nel budget era entrato il costo di un elicottero.
Ecco, incongruenze di questo tipo, pur non così estreme, ne ho incontrate spesso nei matrimoni italiani.

 

La musica è un elemento importante per intrattenere gli ospiti e per la buona riuscita dell’evento stesso, no? Il “momento morto” è il nemico da temere.

Sì. In quel caso, bisognava assolutamente impedire che si creassero momenti morti, altrimenti l’attenzione, inevitabilmente, si Filippo Galassini Musica per eventisarebbe concentrata su quello che a me era immediatamente balzato all’occhio: queste disparità di trattamento previste dagli sposi (ride).
Riuscii quasi subito a far ballare qualcuno. Non occorre che ballino tutti, ma il ballo, una volta che si crea, è bene tenerlo in vita.

 

Come si fa a coinvolgere le persone in pista? E poi a mantenere vivo il coinvolgimento?

Ci sono due scuole di pensiero: chi fa il mio lavoro ha una consolle comprensiva di microfono e, attraverso il microfono, con la propria voce oltre che con la musica, il Dj concorre a intrattenere gli ospiti: li incita, li calma, li placa, li esalta a seconda della situazione.
C’è poi un altro modo di interpretare il ruolo, quello che adotto io, che prevede l’uso del microfono giusto se è necessario spostare una macchina o per casi di emergenza. Si cerca di coinvolgere con la musica. Con una vasta conoscenza di vari generi musicali, peschi quello che sai che andrà ad alzare o abbassare l’attenzione delle persone coinvolte. Si cerca di tenere sempre un asso nella manica.
Si tratta di quei pezzi che hai individuato in fase di incontro preliminare o che fanno parte della playlist che hai ricevuto dagli sposi. La bravura del Dj sta nel scegliere il momento giusto in cui calare questi assi. È così che ha volte si recuperano situazioni che stanno per dissolversi.
Il ballo, come dicevo prima, è un animaletto che ha bisogno di attenzioni, non puoi lasciarlo da solo.
Riuscire a far riprendere il ballo dopo un’interruzione è una delle cose più complicate del mio lavoro. A volte capita e, in quei casi, devi fare appello a tutte le tue abilità.

 

Danno fastidio o fanno piacere le richieste?

Il mio lavoro richiede una concentrazione un po’ particolare, se si vuole raggiungere l’empatia con chi si ha davanti, è necessario osservare, respirare la stessa aria…
Pensare di non interagire minimamente, e quindi di non accettare alcun tipo di richiesta, vorrebbe dire fare male il proprio lavoro. Tuttavia, sono capitate richieste fastidiose negli ultimi vent’anni (ride). Dipende molto anche dall’educazione con la quale sono rivolte le richieste. Difficilmente una richiesta rimane inevasa, ma se i modi sono carini, la soddisfo più volentieri (sorride).

 

I giovani e la musica

Il target anagrafico più difficile da soddisfare?

Il target più difficile è il diciottenne.
È un cliente particolare, perché tanti sono i fattori di inibizione.
Spesso è molto volubile nel gestirsi all’interno di una festa, arriva spesso accompagnato da coetanei, quasi mai in coppia e la differenza tra generi è balza agli occhi. Si creano spesso dei raggruppamenti, maschietti da una parte, femminucce dall’altra e le coppie in un terzo sottoinsieme.
È una situazione un po’ più complicata da gestire, perché il ballo richiede un minimo di disinibizione.
Muoversi a tempo di musica è un rito un po’ antico. Il motivo per cui gli “animali” uomini si divertono ballando risale alla disinibizione che era necessaria per fare conoscenza, per farsi belli agli occhi di chi volevano li notasse.
Nel caso dei diciottenni questo non è semplice, per ragioni legate principalmente alla loro età.

 

Se ti capita di fare un diciottesimo cosa fai? Tiri fuori i cavalli di battaglia che però, forse, sono anacronistici per un giovane?

Se il Dj è un po’ troppo protagonista, rischia di bloccare ancora di più la situazione. Bisogna riuscire a esserci, ma anche a stare da parte
Poi dobbiamo renderci conto che il diciottenne non è UN diciottenne. È difficile descrivere l’adolescenza attraverso una sintesi di tre/quattro caratteristiche o di gusti musicali. C’è dentro un po’ di tutto: c’è quello che scimmiotta ciò che ballavano i genitori alla sua età (mentre i genitori, magari vogliono ballare gli attuali successi dell’estate); c’è quello che, invece, ama ricreare l’ambiente da discoteca, per cui oltre a un impianto particolarmente potente, è utile procurarsi le luci adatte.
In genere, nel caso di giovani, preferisco conoscerli prima, possibilmente senza la presenza dei genitori. Invece è molto utile la presenza di un fratello, soprattutto se di età vicina, o di un amico, perché nella ricostruzione dei loro generi musicali, si scambiano informazioni. Con le parole, con gli sguardi o con atteggiamenti corporei, lanciano dei segnali che bisogna riuscire a cogliere. A volte il diciottenne si diverte con cose che non ama dirti; può darsi che ci siano dei pezzi usciti anni fa, che lui non ha vissuto, ma che ha ascoltato in discoteca e che gli piacerà trovare alla festa.
Non esiste più la differenza della musica legata ai momenti storici. Non è più vero che il cinquantenne balla gli anni ‘80, che il quarantenne balla gli anni ’90 e i genitori ballano solo gli anni ’60. Ciò avviene per tante ragioni, una delle quali è probabilmente legata ai metodi di ricezione e di uso della musica. Con l’avvento della Rete, la facilità di reperire il materiale ha modificato tantissimo il modo di vivere la musica.

 

La professionalità non dipende dagli strumenti tecnologici

Secondo te c’è molta improvvisazione nella tua professione?

Certo che sì. È molto semplice, a livello di costi, rispetto al passato, procurarsi a quanto basta per definirsi Dj. Per definirsi musicista bisogna imparare a usare uno strumento ed è facile rendersi conto del livello di know-how raggiunto, se non è almeno minimo si vede subito.
Invece gli strumenti tecnologici, oggi, sembrano agevolare il lavoro del Dj. In realtà, quando ti trovi di fronte a un congruo numero di persone, le differenze tra chi si improvvisa e da chi lo fa da un po’ di anni, si notano. Indovinare una hit non è difficile, e anche metterne insieme a tempo e mixate in modo decoroso, non è più una cosa particolarmente complicata; con un po’ di buon gusto e qualche pomeriggio in casa, si riesce a ovviare a entrambe le problematiche.
È nella continuità della serata che si nota la differenza: nel numero di persone che ballano, nel modo in cui ballano. C’è differenza tra modo e modo di ballare; in discoteca al diciottenne viene spesso richiesto di alzare le mani, di saltare, ma per me non è esattamente ballare.

 

Quanto è importante la figura del Dj? Questo incitare la pista piuttosto che personalizzare il proprio ballo come lo vedi? Seguire le istruzioni altrui invece di personalizzare i propri movimenti, come sta cambiando il modo di ballare?

Il cambiamento è già avvenuto alcuni anni fa. Con quella che i sociologi chiamano “normalizzazione”, l’intrattenimento proposto all’interno dei locali è andato sempre più uniformandosi. Ti può capitare di girare due o tre locali in una sera, e sentire in tutti lo stesso pezzo.
Oggi trattano la pista con il concetto del mordi e fuggi, per cui il locale non lavora nella costruzione di uno zoccolo duro di clientela, alla quale si sommeranno poi i turisti, ma opera come se dovesse chiudere da un giorno all’altro. Estremizzandolo, questo concetto fa sì che ogni singola serata debba essere vissuta sempre in costante ascesa.
Secondo me, questo è esattamente il contrario di ciò che dev’essere fatto se si fa intrattenimento. Si deve giocare con le energie sprigionate dagli avventori, altrimenti subentra la noia, allora l’unica speranza è che l’intrattenimento duri poco. Infatti, la serata in discoteca inizia verso la mezzanotte e mezza e finisce intorno alle tre e mezza.
In tre ore, forse l’alcool aiuta a tenere alta la sensazione del divertimento, l’adrenalina è in costante sollecitazione e con l’aiuto di un po’ di stroboscopiche… si può avere l’impressione di ballare. Chi muove le mani, in realtà sta fermo, non dondola i fianchi, non muove le ginocchia, non sta neanche saltando.
Io non credo che si stiano divertendo, stanno ballando, ma non si stanno divertendo. Se poi pensiamo che quello dovrebbe essere un luogo d’incontro tra individui, non penso stia svolgendo bene il suo fine ultimo. Perché, aldilà del profitto, il fine ultimo di quell’aggregamento di persone è di favorire la conoscenza reciproca.
In questi casi non c’è assolutamente niente che favorisca la conoscenza, se non l’alcool e dunque l’inevitabile inibizione.
Però, se si riesce a giocare con queste energie, creando degli alti e bassi e dunque descrivendo una linea di attenzione e di energie sinusoidale, magari in ascesa, ma con alti e bassi, in realtà si sta sollecitando molto di più l’interagire tra le persone.

 

Suonare in spazi aperti e luoghi chiusi, che differenza c’è? Quali prediligi? Quali sono le difficoltà?

Non ho una particolare predilezione dell’uno a discapito dell’altro, ciò che è necessario se si suona all’aperto, è che siDJ Filippo Galassini predisponga l’attrezzatura affinché il battage sia adeguato.
Sostanzialmente le onde che escono dai diffusori, all’aperto non incontrano corpi che le rifrangono, per cui si disperdono. In questo caso, perché la musica si avverta oltre che con le orecchie, anche con il corpo, che è strettamente necessario, bisogna utilizzare un’attrezzatura adeguata, un po’ più potente di quello che è necessario usare in una struttura chiusa.

 

I clienti lo capiscono o nel caso dei matrimoni il Dj a volte è il fanalino di coda rispetto a location, catering e altro?

Questo è un tasto dolente. In realtà l’intrattenimento è uno degli ultimi tasselli che va a comporre il puzzle dell’organizzazione di un matrimonio.
Ci si scontra sempre con problemi di budget e allora si cerca di mediare e di far capire le differenze tra una sonorizzazione a budget sostenuto e una sonorizzazione congrua, adeguata, ma solo sufficiente.
Una delle cose che più viene sottovalutata in merito, è la sonorizzazione delle cene: in genere viene richiesta e ci si premura sempre di chiederla a basso volume, convinti che, proprio perché a volume basso, bastino due casse. In realtà è il contrario: più i tavoli sono sparsi in un ambiente vasto, più c’è bisogno di diffusori perché tutti la sentano, ma a volume basso. Sennò la sente solo chi è vicino alle casse (ride).
Questo è il primo punto da cui si parte quando si descrive il tipo di attrezzatura necessaria al matrimonio.

 

Qual è la tua caratteristica principale? Cos’è che ti distingue da altri tuoi concorrenti? Perché si sceglie Filippo Galassini?

Francamente non lo so. Spero che si venga da me se si ha il piacere di avere a che fare con una persona educata, disponibile e competente.
E spero si abbia la voglia e il tempo di scoprirlo.