Foto Matrimonio

Le foto matrimonio di Collephoto. La passione dei singoli, la forza del gruppo.

Le foto del matrimonio rappresentano probabilmente il ricordo materiale più duraturo dell’evento. Per tutta la vita saranno lì in un cassetto, in attesa di un amico, di un parente, di un attimo di nostalgia che ti spingerà a riguardarle.
Devono essere degne del tuo ricordo, resistere al tempo, restituirti intatte le emozioni di quel giorno.
Per questo è importante, fondamentale, rivolgersi a un professionista che sappia immortalare i momenti significativi, gli sguardi, i sorrisi, la tenerezza del tuo giorno speciale.
A questo lavora lo studio Collephoto guidato da Alessandro Colle. Non a semplici immagini, ma a frammenti di memoria e di emozioni.
I video che compongono l’intervista integrale sono pubblicati sul nostro canale YouTube.

Logo Collephoto

Gli inizi di una passione

Da quanto tempo fai questo lavoro? Ci parli un po’ dei tuoi inizi?

 

La Collephoto è nata ormai 7 anni fa, i primi tempi la svolgevo insieme a un altro lavoro: mi occupavo di marketing per una compagnia telefonica. Nel tempo l’attività fotografica è diventata predominante sull’altra, ho lasciato il mio lavoro in ufficio e mi sono dedicato a fare solo fotografie.

 

Da sempre ami la fotografia di matrimonio e per questo hai ricevuto numerosi premi: da dove nasce questa tua passione?

I primi anni dell’università mi sono pagato gli studi e qualche piccolo vizio portando la borsa a un fotografo più anziano, quindi svolgevo un piccolo lavoro; di qui è nata la passione di seguire la fotografia di matrimonio. Nel tempo ho scoperto che è un genere proprio di fotografia, infatti noi praticamente facciamo quasi solo quello e qualcosa di paesaggio, perché la fotografia di matrimonio unisce sia tecniche da reportage sia tecniche di moda, quindi è molto più complessa di quanto possa sembrare inizialmente.

 

Foto matrimonio per ogni esigenza, per ogni emozione

Chi sono i tuoi clienti?

Il mio target di clienti è abbastanza variabile: si ha la possibilità di avere clienti che vanno dalle principesse arabe sul Alessandro Colle fotografolago di Como a clienti che fanno un lavoro assolutamente normale nella nostra zona. Noi, come un po’ qualunque attività di questo genere, vendiamo delle date. Significa avere un certo slot di possibilità all’interno delle quali cerchiamo di occupare il meglio possibile.

 

Avendo una clientela così variegata quali sono le esigenze di questi clienti e se una tipologia di cliente ha un’esigenza preponderante rispetto ad altre?

A seconda dell’etnia hai diversi tipi di cliente: quest’anno abbiamo avuto la fortuna di fotografare matrimoni cinesi, arabi e ovviamente ogni tipo di persona ha delle usanze culturali molto diverse. Per esempio, nell’approcciarsi a una clientela giapponese, come ci è capitato quest’anno, bisogna evitare di fotografare dei sorrisi troppo appariscenti, perché il far vedere i denti non fa parte della loro cultura, quindi ogni tipo di cliente ha la sua esigenza.
Collephoto realizza prodotti unici, vestiti su misura. Quindi si parte sempre dal conoscere il cliente, avere un incontro anche lungo col cliente in cui ci racconta chi è e poi noi creiamo il vestito su misura, che poi può essere quello della ragazza della porta accanto come della ragazza che viene dall’altra parte del mondo, però si ritaglia sempre un vestito sulle sue esigenze, sempre e comunque.

 

Parlando di matrimoni oltreconfine come ci stai descrivendo, eventualmente ci sono anche più incontri per mettersi d’accordo…

 

Collephoto ha due persone che parlano un buon inglese e stiamo continuamente studiando inglese per migliorarci. Il problema con il cliente straniero è che molto spesso lo incontri il giorno del matrimonio o al massimo il giorno prima. È molto difficile avere più incontri. Se si ha la fortuna di farli li facciamo, sennò nel momento in cui li incontri devi, nel momento che si preparano, nel momento che, soprattutto la sposa, si sta vestendo, devi cercare di rubare, capire quelle che sono le sue peculiarità, le sue esigenze.
Chi ci sceglie normalmente cerca un lavoro che non sia propriamente posato ma, soprattutto nel cliente straniero, che interagisca con la festa, che rubi gli attimi, infatti io gli sposi nel periodo dopo la cerimonia generalmente li tengo al massimo 20-30 minuti.

 

Uno stile unico per rivivere un evento unico: il matrimonio

Quali sono le difficoltà in generale che incontri nel realizzare un servizio fotografico?

Il parcheggio (risate).
Sembra una banalità, però quando ti approcci a un matrimonio, l’aspetto logistico è spesso fondamentale.
Io ricordo sempre un matrimonio fatto con Damiano, bellissimo, in centro a Firenze a Palazzo Pitti, una location Set fotografico Collephotobellissima dove si fanno pochissimi matrimoni. La wedding planner degli sposi aveva sbagliato il numero di targa dei pass delle auto. Quella coppia aveva richiesto un servizio particolare che richiedeva che portassimo anche dell’attrezzatura nella location, per cui eravamo fortemente in difficoltà, perché abbiamo dovuto lasciare la macchina molto lontana e avvicinarci.
Quindi secondo me fare un briefing, un piano iniziale, un planning chiaro per tutti anche su piccole cose, come può essere il parcheggio, è una cosa che ti semplifica estremamente la vita. Io il giorno del matrimonio voglio solo pensare a scattare, solo concentrarmi sulla festa, tant’è che spesso quando abbiamo matrimoni molto lontani, vado con una persona che guida per me. Io tengo la mia mente focalizzata su quello che è il mio lavoro.

 

Il budget di spesa è una voce che riguarda vari aspetti di un matrimonio e comunque di un evento: per creare un bel servizio fotografico si deve spendere molto? Gli sposi arrivano da te focalizzando l’attenzione molto al budget o pensano invece a fare una cosa di qualità, tralasciando per un attimo la questione denaro?

 

Un buon servizio di matrimonio dipende da quante ore tu impegni il fotografo, puoi chiedere un servizio più corto o più lungo e questo già ti fa una differenza sostanziale di budget. Io ho sposi che hanno chiesto un servizio da 4 ore pagando una determinata cifra e non avranno documentato tutto il loro matrimonio, ma avranno una storia più corta o avranno meno fotografie. Quello che è importante capire è che si devono spendere bene questi soldi, ovvero quello su cui si deve concentrare il cliente è capire bene cosa ti dà il tuo fotografo perché molto spesso io ho letto preventivi di altri studi, anche non in zona, dove spesso si mescolano le mele con le pere.
Quando io vado a paragonare un prezzo con un altro, devo paragonare bene quello che mi danno, perché in Italia soprattutto bisogna capire se ti danno i file, se ti danno la possibilità di stamparteli, se ti mettono i file su un CD e te li guardi in televisione ma non te li stampi… quindi devi analizzare molto bene quello che è il tuo preventivo.
A tal proposito ho scritto un articolo interessante sul mio blog che si chiama: “Dieci domande da fare a un fotografo di matrimonio” che ti analizza proprio che cosa chiedere a un fotografo per avere un prodotto che sia buono per gli sposi.

Team Collephoto

Questo decalogo lo hai fatto anche perché gli sposi a volte sono indecisi, non sanno cosa effettivamente chiedere, non sono propriamente esperti della materia e quindi si affidano a volte a professionisti un po’ così?

Normalmente nella nostra cultura una persona si rivolge a un fotografo professionista se deve fare un book per la sua azienda (e oggi questa cosa sta sparendo) o se è incinta e vuol documentare la sua pancia o se si sposa. Normalmente sono i tre momenti in cui un adulto va dal fotografo, un po’ diverso per i bambini ma non molto: cominciano ora a fare un po’, prima c’era la pelle dell’orso e il bimbo sopra nudo.
Nella nostra cultura andiamo a comprare fondamentalmente una cosa che non conosciamo quindi secondo me, come in tutte le cose, è importante avere un acquisto informato, cioè tu scegli ma devi avere gli elementi per scegliere.
Io quello che trovo spesso nei miei sposi è che sono molto spaesati, sono molto disorientati perché ricevono preventivi che a volte, se non hai l’occhio di uno che è nel settore e il tempo per analizzarli, non riesci a capire perché un fotografo ti costa una cifra e un altro il doppio, mentre in realtà poi i prezzi sono abbastanza livellati sul mercato della fotografia.

 

Qual è secondo te il tuo punto di forza in questo lavoro?

 

Io credo che il nostro punto di forza non sia tanto nelle fotografie quanto nella qualità del servizio che diamo, perché l’amore che mette la Collephoto nel gestire ogni singolo file in questo studio è un plus che è difficilmente replicabile. Ci sono persone che sono dedicate solo all’archiviazione, ci sono persone che si occupano solo di foto-ritocco e ognuno si specializza in quello che sono i punti forti.

 

Collephoto, un team appassionato per documentare il tuo giorno

Io ti faccio le domande dando la priorità a te ma giustamente tu rispondi al plurale parlando del Collephoto team. Ci presenti questo team di collaboratori?

Vi presento quelli che con noi lavorano come capi squadra, cioè sono le persone che hanno la responsabilità di un servizio.
Sono:

 

Visto che il team Collephoto è al completo, vediamo di conoscere un po’ meglio i tuoi soci, vorrei chiedere a ognuno di loro di cosa si occupa e com’è lavorare con Alessandro Colle.

 

Massimo: io mi occupo di fotografia, sono responsabile della seconda squadra, sono capo squadra e lavorare con Alessandro è un piacere, anche perché, anche se sono più anziano di lui, ho molto da imparare da lui.
Damiano: sono responsabile della terza squadra foto e sono responsabile del settore video. È veramente un piacere lavorare con Alessandro anche perché apre a tantissime esperienze che difficilmente avrei potuto fare altrimenti se non avessi conosciuto mai Alessandro e soprattutto anche in questo team che si è creato nel corso del tempo alla Collephoto è veramente un piacere, perché si respira aria di famiglia, di casa e quindi è molto bello anche per questo.
Serena: Mi occupo un po’ della gestione del matrimonio cioè dei file. Finito il matrimonio, c’è da ordinare tutto l’archivio, diviso per categoria, selezionato e poi post prodotto.
Le fotografie post prodotte poi vengono impaginate, poi viene creata proprio una storia, il loro album. Sono anche titolare della Beautiful kids, fotografie per i bambini e donne in attesa.
Lavorare con Alessandro è forte, abbiamo scuole di fotografie un po’ diverse, però il fatto è proprio questo, cioè che ci compensiamo. Idee diverse che, quando non ci ammazziamo, vanno avanti.

 

Ci spiegate la differenza tra prima squadra, seconda squadra, terza squadra per chi non è avvezzo a questi termini?

Prima squadra significa che ogni servizio Collephoto è gestito intanto da due fotografi, sempre e comunque, perché una problematica forte nel matrimonio è il backup. Il primo backup è quello umano: se io mi rompo una gamba durante il servizio ci deve essere un secondo fotografo che lo porta in fondo, quindi ci sono sempre due operatori.
Step 2: perché ci sono tre squadre? La Collephoto prende massimo 3 matrimoni al giorno, non ne prenderà di più. Benché abbiamo molte più richieste ci siamo autolimitati a 3 professionisti che siano in grado di coprire un servizio fotografico, in modo che garantiamo sempre il massimo della qualità dei nostri standard e ci possiamo permettere di seguire più coppie contemporaneamente.
Quindi, prima squadra sono io con un mio assistente;
squadra 2, Massimo con un suo assistente;
squadra 3, Damiano con un suo assistente o anche Serena che quest’anno ha deciso di seguire più la parte di post produzione.

 

Un giorno unico, da declinare al futuro con delle foto uniche

Gli ospiti amano farsi fotografare o invece qualcuno si defila? Secondo te la mania dei selfie ha permesso anche ad altri adesso di non scappare di fronte all’obiettivo?

 

La mania dei selfie mi ha permesso di vincere un premio prestigioso quest’anno: hai visto la foto del selfie del prete che è finita tra le 80 più belle foto al mondo di matrimonio di quest’anno? È stata ripresa anche da Panorama su un suo articolo, è una foto bellissima: il prete che si fa il selfie.
Secondo me il matrimonio è un racconto, nel racconto oggi racconti anche che le persone si fanno i selfie. Se guardo l’album di nozze dei miei genitori, che è molto statico, con tutte le persone vestite, praticamente è un racconto di chi c’era, era proprio l’album delle figurine Panini. Vedi proprio una dimensione antropologica e vedi com’è cambiata Selfiela società.
Il mio lavoro è anche raccontare questo, si può fare un lavoro pensando di scolpire un pezzo di roccia perché si sta facendo lo scalpellino, si può pensare che quel pezzo di roccia sarà uno dei pezzi che costituirà Notre Dame come lo intendiamo noi.
A me piace pensare che il mio lavoro durerà oltre me, oltre la mia vita e sarà comunque qualcosa che racconterà ai figli, ai pronipoti di queste persone come i loro nonni, i loro antenati, vivevano in quell’epoca per cui andava il selfie. Si va a raccontare anche quello, perché fra 20 anni il ragazzo hipster di oggi farà ridere e suo figlio, quando lo vedrà dirà: “com’era vestito mio babbo?“.
È una dimensione di come ci si trasforma negli anni e quindi va raccontata.
Agli ospiti vanno un po’ rubate le foto, personalmente non ho mai avuto persone che mi hanno chiesto di non fotografarle, ho avuto persone che erano abbastanza importanti e quindi, per ragioni di privacy, non sono state messe su Facebook, però quest’anno avremo un matrimonio molto bello in cui partecipano molti calciatori di una nota squadra di serie A e lì ci sono delle restrizioni contrattuali sulla privacy. Quelle foto rimangono agli sposi perché li hanno invitati, sono loro amici e hanno piacere di averli.

 

Parlavi di Facebook: aggiorni il tuo profilo? Sei uno che sta attento ai social network? Ti arrivano proposte di lavoro tramite i social network oppure il passaparola è quello ancora forse vincente per farsi conoscere?

 

Aggiorniamo molto la nostra pagina Facebook, viene aggiornata quasi quotidianamente come gli altri social network. Proposte dirette di lavoro no, ma non è mai esistito che una persona che abbia aperto quella porta e sia venuta a chiedere un preventivo non sapesse vita, morte e miracoli di me e delle fotografie che ho fatto.
Ti dicono “sei quello che ha fatto la foto al matrimonio di…” e tu dici “come mai lo sai? Ah sì, perché l’hai vista su Facebook“… quindi sì, serve a farsi conoscere.
Personalmente non ho mai avuto un cliente che mi ha chiesto un preventivo su Facebook, però chissà…

 

Foto matrimonio, ma non solo

Al di là dei matrimoni, ti sei cimentato anche in campo pubblicitario: che tipo di esperienza è?

La mia esperienza pubblicitaria è sempre nata “per caso”, nel senso che io sono nato come fotografo di paesaggio e casualmente qualcuno mi ha detto che questi paesaggi potevano servire a qualche cosa. Per esempio è successo che… sia stato comprato dalla Gazzetta dello Sport e abbiano fatto la guida di Londra. Altre foto sono state pubblicate da Neutrogena, Decathlon e Herbalife.
Sono sempre progetti che nella mia vita sono nati più per giocare con la macchina fotografica, che è una cosa che mi piace, che per fare qualcosa di mirato, poi fortunatamente ho un bravissimo agente che venderebbe foto in tutto il mondo.

 

Quali sono le differenze nel realizzare un servizio pubblicitario? La tua capacità è sempre la solita? La difficoltà è sempre la solita?

È molto più semplice fare un servizio pubblicitario. Per esempio, ieri ne abbiamo fatto uno per una casa di abiti da sposa ed è molto più semplice: intanto perché hai meno il problema del tempo, le persone che lavorano con te sono tutti professionisti di alto livello, quindi sei in un ambiente molto più semplice.
Nel matrimonio sei molto più allo sbaraglio, sei molto più legato a quello che succede, ti trascina di più, mentre di qua sei tu che guidi, di là sei trascinato.

 

Foto matrimonio per eventi da sogno

Accanto a noi c’è una fotografia, che ha come protagonista una bambina, figlia di una tua cliente per la quale hai realizzato un servizio fotografico pazzesco. Stiamo parlando di Sara Mecchi e suo marito Michael che sono diventati famosi anche su Sky perché sono stati ripresi dalla trasmissione “Quattro matrimoni in Italia” e tu hai realizzato il servizio fotografico: che tipo di esperienza è stata?

 

Intanto sono andati anche oltre confine, perché recentemente mi hanno chiesto alcuni blog stranieri di condividere il matrimonio di Sara e Michael, sicché sono molto orgoglioso di averlo fatto e di esserci.
Il loro è stato un matrimonio sensazionale, soprattutto c’era David (Morelli ndr) che è un bravissimo wedding planner, che ha coordinato in maniera meravigliosa.

 

Ricordiamo che il matrimonio è stato fatto a Villa Bernardini…

Una cosa che forse non tutti sanno: quel matrimonio l’ho fatto col cronometro in mano perché la mattina avevo l’aereo alle 5. Alle 11 iniziavo a scattare a un altro matrimonio a Londra, quindi è stato abbastanza impegnativo per me.
È stato un matrimonio bellissimo e secondo me raffigura molto bene quello che può essere il nostro stile di fotografia. La coppia è rimasta con i suoi amici all’interno della villa, li abbiamo spostati proprio pochi minuti per fargli due foto, ma loro si sono goduti la festa. Se tu guardi quel matrimonio, è il racconto dell’amore di queste persone e dei loro amici.
Avevano davvero un affetto incredibile intorno, le persone che avevano intorno Sara e Michael erano meravigliose, volevano loro un bene dell’anima e infatti questo traspare.

 

L’unicità e la passione di Collephoto proteggono e trasmettono i tuoi ricordi

Cos’è che ti distingue da altri tuoi colleghi per non dire concorrenti? Perché si sceglie Alessandro Colle?

 

Intanto non credo che un fotografo abbia concorrenti, credo che il lavoro di ognuno di noi, delle persone che scelgono questo lavoro, sia quello di creare un proprio stile. Se la fotografia di una persona ti piace scegli quella. A me è capitato di dire a delle coppie che mi hanno detto che hanno visto la fotografia di Tizio o Caio e mi piace, ho detto: “Chiamalo. Se ti piace, probabilmente quello è il tuo fotografo”.
Io credo che noi fotografi siamo tutti prodotti abbastanza unici, con delle caratteristiche che ci rendono diversi. Il problema è che, finché ci concepiamo come concorrenti, facciamo un gioco sbagliato nei nostri confronti.
I fotografi devono imparare a capire che devono fare squadra, perché dall’unione nascono le soluzioni ai grandi problemi. Il punto non è se scegliere me o un altro bravo fotografo della zona, il problema è se scelgono un ragazzo che non gli dà degli standard di sicurezza; se prendono una persona che non è un professionista, non si approccia in maniera professionale.
Mi è capitato che una sposa arrivasse qua piangendo: il fotografo del suo matrimonio, che era un “abusivo”, ha fatto le fotografie ma ha perso le schede. Stiamo parlando di una persona che non ha le foto del suo matrimonio.
Io sono contento se scelgono un altro collega, l’importante è che i clienti capiscano che chi fa questo lavoro non è l’amico che si è comprato la macchinetta buona.
Veramente, se voi pensate che con le foto spendete quasi 4.000,00 euro di backup tutti gli anni, non sono pochi, sono tanti soldi. È una delle cose più costose di questo studio, la sicurezza dei tuoi dati; però se una sposa viene da me anche dopo 5 anni, come mi è capitato, e mi dice “guarda io ho bisogno delle foto del mio matrimonio, scusami non sono mai venuta a prenderle“, io apro l’hard disk e gliele do. Questo è il valore del fotografo.
Io non vendo fotografie, io proteggo i tuoi ricordi. È un concetto totalmente diverso.
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